Partiamo dall’inizio: Wayfair è un semplice sito di e-commerce dedicato al mobilificio, uno dei tanti presenti sul web, del resto.
Precedentemente nota come CSN Stores, la società è stata fondata nel 2002, ed ha sede a Boston, nel Massachusetts. La loro piattaforma digitale offre 14 milioni di articoli da oltre 11.000 fornitori globali.
Cosa c’è di tanto strano, allora? I prezzi: spulciando il sito infatti, si possono notare articoli acquistabili per decine di migliaia di dollari, un valore piuttosto singolare. Da qui, il sospetto: e se fosse solo un modo per nascondere un mercato illegale di bambini?
Scopriamo quindi quando ha avuto origine la teoria (tutt’ora non confermata), da molti definita come Pizzagate 2.0.
E’ possibile che Wayfair, nella sua collezione WFX Utility, sia coinvolto nel traffico di esseri umani? O sono solo armadi estremamente costosi? (Da notare il nome degli armadietti) Se fosse vero, questo mi dà il voltastomaco.
Perché sì: gran parte della teoria si fonda non solo sullo strano prezzo indicato, ma anche sul nome di ciascuno di questi. Tutti infatti sono femminili.
I nomi riportati (Neriah, Yaritza, Alyvia e Samiyah) corrispondono a quelli di alcune giovani ragazze recentemente scomparse.
Proprio PrincessPeachy1987 ha inoltre dichiarato di aver trovato per puro caso il sito di Wayfair col marito, poiché era alla ricerca di un garage. Lei stessa si è definita come “coinvolta in un’organizzazione locale che aiuta le vittime della tratta di esseri umani“, il che l’ha portata ad essere “sospettosa per la maggior parte del tempo“.
In merito poi al post su Reddit, ha specificato che il fine ultimo non era tanto un’accusa diretta a Wayfair bensì un tentativo per “vedere se qualcun altro avesse più dettagli“.
Strane coincidenze?
A fomentare maggiormente la teoria, sono state inoltre ulteriori ricerche da parte di altri utenti, dispersi tra Reddit e Twitter.
I sostenitori della teoria infatti sono riusciti a risalire ad una recensione presente sul sito per un armadio da $ 5.000, scritta da qualcuno nel 2016 a Walnut Creek, in California.
Proprio in questa zona, c’era stato infatti un arresto lo scorso febbraio per traffico di esseri umani, pornografia infantile e tentato rapimento, presumibilmente collegato ad un più ampio traffico sessuale di minori.
Lo scatto “incriminato” con Ghislaine Maxwell e… ?
Molti utenti hanno poi trasmesso in rete una foto del 2003 che vedrebbe il signor Bill Hutcherson in compagnia di Ghislaine Maxwell (recentemente incriminata per il traffico di schiavi sessuali minorenni associato al suo ex compagno Jeffrey Epstein).
Chi è Hutcherson? Stando alle teorie, il presidente operativo di Wayfair. E seppur lo scatto risalga a ben prima dell’inizio del celebre caso Epstein, la foto ritrae in realtà tale George Bamford il quale non ha alcun legame con Wayfair.
Sempre i fautori del complotto invitano poi, tramite un motore di ricerca russo (principalmente Yandex), a cercare il codice identificativoSKU (Stock Keeping Unit) associato a vari prodotti Wayfair. Il risultato sarebbero infatti foto di bambini in costume e non.
Eppure, nessuno degli SKU si ricollega ad un singolo e specifico minorenne, come dovrebbe essere per avvalorare la tesi che ogni prodotto sia effettivamente associato ad una vittima.
Ciò che però ha portato molti utenti a storcere il naso alla teoria, è che molti sostenitori avrebbero dichiarato che proprio in quegli armadi sarebbero poi state spedite gli eventuali schiavi. Un dettaglio tanto inquietante quanto piuttosto difficile da credere.
Di recente infine, il catalogo di prodotti Wayfair si era arricchito con “strani” cuscini dal prezzo di oltre 10.000 dollari.
“Non c’è, ovviamente, nessuna verità in queste affermazioni. […] Riconoscendo che le foto e le descrizioni fornite dal fornitore non spiegano adeguatamente il prezzo elevato, abbiamo temporaneamente rimosso i prodotti dal sito per rinominarli e fornire una descrizione più approfondita e con foto che descrivono accuratamente il prodotto per chiarire il prezzo”.
Al momento quindi, non sussistono vere e proprie accuse legali contro il sito Wayfair poiché non vi sono prove concrete che colleghino l’e-commerce ad un’effettiva tratta di esseri umani.
Scrittrice free lance, ammette senza alcun problema di essere appassionata di erotismo, in tutte le sue forme, sfumature e colori. Fate l'amore non fate la guerra, diceva qualcuno. Ebbene, non è poi così male come idea, dopotutto.