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Fuck Tha Police: storia della canzone del 1988

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fuck tha police

Sì, proprio la canzone scelta da Anonymous.

Perché sì: Fuck Tha Police (spesso scritta con il corretto “The”) è una canzone del lontano 1988 che è tornata a far parlare di sé grazie al ritorno di Anonymous.

Proprio il gruppo di hacker infatti, per accentuare la propria partecipazione alle proteste a seguito della morte di George Floyd, ha deciso (lo scorso 31 maggio a Chicago) di hackerare la radio della polizia, per poter mandare per circa due minuti la canzone già fortemente emblematica per il contesto odierno.  

Ma perché proprio questo brano? Il significato è da attribuirsi esclusivamente nel titolo? Come vedremo diffusamente in realtà, proprio Fuck Tha Police è tutt’altro che un semplice ritornello. 

Gli N.W.A.

Partiamo innanzitutto dagli autori: si tratta del gruppo di Los Angeles dei Nig*az Wit Attitudes (abbreviati in N.W.A.), ed il brano fa parte del loro album Straight Outta Compton.

Il gruppo comprendeva i rapper: Eazy-E (il fondatore), Dr. Dre, Ice Cube, MC Ren e Yella. La vicenda su cui si fonda lo sviluppo di Fuck Tha Police è ambientata a Compton (cittadina di Los Angeles famosa per l’alto tasso di criminalità) ma:

“Non era solo un problema di Compton, il mondo intero era d’accordo con noi. Qualcosa che tutti volevamo dire e tutti sentivamo”.

 

Proprio i membri della band infatti, erano stati vittime di numerosi arresti, perquisizioni e fermi, spesso anche davanti il loro stesso studio di registrazione, in particolare Dr. Dre era spesso finito in carcere. E quando Ice Cube aveva mostrato la prima bozza del testo di Fuck Tha Police, Dre glielo aveva inizialmente bocciato. 

Ma proprio Dre, dopo essere stato arrestato con Eazy-E per aver adoperato un fucile da paintball in strada e non aver pagato il pedaggio, cambiò radicalmente idea: la polizia infatti puntò loro le pistole contro, facendoli buttare faccia a terra con una violenza ed aggressività eccessive per la situazione. Perché sì, nessuno di loro ha mai negato la necessità di quell’arresto, un arresto che però sarebbe potuto essere svolto in modi decisamente differenti. 

Fuck Tha Police: analisi

Degno di nota, in realtà, è l’intero testo della canzone. Perché seppur contenga la temuta parola con la n, tratta di un processo in cui Ice Cube, MC Ren ed Eazy-E sono “avvocati”, mentre Dr. Dre è il “giudice”. Il caso? Quello degli “N.W.A contro la polizia”.

La canzone infatti esprime in pieno tutti i soprusi che i cittadini afroamericani subiscono quotidianamente da parte della polizia (non solo a Compton), poiché spesso vengono fermati senza alcun reale motivo apparente.  Si evidenzia infatti come ci sia totale follia ed incoerenza nel modo di operare dei poliziotti, a tal punto che una persona di colore non ha neanche il diritto di chiedere il motivo di determinate azioni perché altrimenti potrebbero esserci gravi conseguenze.

La parte più controversa della canzone fa riferimento poi alle sparatorie contro la polizia, come a voler delineare un qualche supporto alla violenza contro la stessa (in realtà più riconducibile allo stile musicale gangsta rap tipico del gruppo).

Per quanto Fuck Tha Police sia stata poi successivamente mal interpretata e strumentalizzata, la morale resta una ed una soltanto: gli abusi razzisti (e non solo) delle forze dell’ordine sono inaccettabili. 

L’FBI e la censura

Il primo agosto del 1989 venne inviata al direttore della Priority Records Gui Manganiello una lettera molto particolare: era firmata da Milt Ahlerich, vicedirettore dell’ufficio degli affari pubblici dell’FBI.

Il signor Ahlerich affermava infatti che:

Sostenere la violenza e l’assalto è sbagliato, e noi nella comunità delle forze dell’ordine non condividiamo tale azione”.

In seguito, raccontava nel dettaglio il numero di agenti delle forze dell’ordine che erano stati “uccisi violentemente […]” e che quindi “registrazioni come quella della N.W.A. sono sia scoraggianti che degradanti per questi ufficiali coraggiosi“. Piccola chicca è che però il vicedirettore non menziona mai esplicitamente il titolo della canzone, ma sarà poi lo stesso Ahlerich a confermare al Times che si riferiva proprio a Fuck Tha Police.

fuck tha police

La lettera originale con tanto di intestazione della Federal Bureau of Investigation.

Quella lettera diventò immediatamente un vero e proprio caso mediatico, che spaccò l’America in due: chi sosteneva la canzone, e chi invece la condannava aspramente.

Tra i sostenitori c’era Danny Goldberg, presidente dell’American Civil Liberties Union della California meridionale dichiarò:

“È del tutto inappropriato per qualsiasi agenzia governativa tentare di influenzare ciò che fanno gli artisti. È completamente contro la tradizione americana della libertà di parola e della non ingerenza del governo per le agenzie governative criticare l’arte, perché tale critica comporta una minaccia implicita“.

Proprio l’FBI dichiarerà poi che le intenzioni della lettera non erano affatto a scopo di minaccia, ma gli N.W.A. decisero di non fare mai dichiarazioni in merito, poiché proprio quella lettera dimostrò invece come quella canzone sarebbe stata eternamente un grido di protesta. Tutto ciò che avevano da dire, del resto, era racchiuso nelle loro stesse opere.

Ciononostante, la band fu costantemente nel mirino delle forze dell’ordine, e la canzone venne perfino censurata. Nel 1989 infatti, l’emittente australiana Triple J aveva trasmesso “Fuck tha Police” per circa sei mesi, prima di essere bandita dalla direzione della Australian Broadcasting Corporation.

In segno di protesta, lo staff decise di trasmettere invece Express Yourself sempre degli N.W.A. in loop per 24 ore, cioè per circa 360 volte di seguito. È stato rivelato poi nel 2005 che proprio un suono specifico di quella canzone è stato campionato per tema musicale delle notizie trasmesse su radio Triple J (ndr, la classe non è acqua).

fuck tha police

Ma non è stato l’unico caso di censura. Il 10 aprile 2011, il musicista neozelandese Tiki Taane è stato arrestato con l’accusa di “comportamento disordinato che potrebbe causare l’inizio o la prosecuzione della violenza” dopo aver eseguito la canzone in un club di Tauranga durante un’ispezione totalmente inattesa da parte della polizia.

La canzone inoltre fu anche adoperata in contesti estranei alle comunità afroamericane: come nel 1996, durante le proteste a Belgrado. Proprio Fuck tha Police (assieme a Fight the Power dei Public Enemy) fu riprodotta senza interruzione per due giorni dalla stazione radiofonica B92, come supporto ai manifestanti contro il regime serbo.

Viene quindi assolutamente spontaneo pensare che, oggi più che mai, questa canzone (inserita da Rolling Stones nel 2004 alla posizione numero 425 nella lista delle migliori 500 canzoni di sempre) di oltre trent’anni fa riesca ancora ad ottenere lo stesso impatto di allora. 

 

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Scrittrice free lance, ammette senza alcun problema di essere appassionata di erotismo, in tutte le sue forme, sfumature e colori. Fate l'amore non fate la guerra, diceva qualcuno. Ebbene, non è poi così male come idea, dopotutto.

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