La tragicomica storia di Milhouse: un bambino decisamente poco amato
Da Zeno Cosini fino ad Ugo Fantozzi, siamo ormai abituati alla figura dell’inetto sfortunato: qualcuno che ci fa sentire migliori di lui e che proprio per questi ci ispira tenerezza. Poteva il genio creativo di Matt Groening non includere un archetipo così apprezzato in quella sua serie che ha fatto la storia dell’animazione?
Milhouse Mussolini Van Houten è un bambino tanto ben voluto dagli spettatori quanto odiato dal suo stesso mondo, ma cosa c’è dietro la sua inesorabile sfortuna?
La vita di Milhouse
Figlio di Luann e Kirk Van Houten, Milhouse è uno studente della scuola elementare di Springfield ed è il migliore amico di Bart Simpson.
La famiglia Van Houten al completo
Di origini greco-italo-tedesco-olandesi, il giovane Van Houten risulta essere un ragazzino ingenuo e profondamente buono, dall’aria da secchione ma dalle scarse capacità sia fisiche che intellettuali.
La vita del povero nerd dai capelli blu è un autentico disastro: i suoi genitori sono divorziati ed hanno ben poco interesse per lui, è innamorato (ma purtroppo non ricambiato) della sorella di Bart Lisa, inoltre viene costantemente attaccato dai bulli della città.
La sua sfortuna, però, è esattamente ciò che gli ha regalato un posto d’onore nei cuori di tutti i fans.
Le origini del personaggio: Milhouse e il pubblico
Il personaggio di Milhouse compì il suo esordio non nella serie animata, bensì in uno spot pubblicitario per le merendine al burro di arachidi “Butterfinger“. Ancora senza un nome, fu poi deciso di introdurlo come una figura ricorrente nelle peripezie della famiglia in giallo.
Da allora il giovane occhialuto ha guadagnato popolarità a non finire col pubblico grazie alla sua ingenua aria da vittima perenne, permettendo a molti spettatori ed agli autori stessi di immedesimarsi in lui o di intenerirsi compatendolo.
Milhouse è in breve tempo diventato un elemento iconico della serie, al punto che la piattaformaRanker lo ha recentemente piazzato come ventunesimo per gradimento, arrivando addirittura a fare un cameo nel film “Lego Movie“.
l’apparizione di Milhouse in Lego Movie
Malgrado sia innegabile il suo apprezzamento fra i fans dei Simpson, il povero Milhouse si ritrova a combattere con sventura e inettitudine all’interno del mondo creato da Matt Groening.
Ignorato o disprezzato da chiunque, il figlio di Luann e Kirk non ha ricevuto altro che odio, visto che persino il suo nome è stato tutt’altro che di buon auspicio.
Il segreto del nome Milhouse
Milhouse Mussolini Van Housen: un nome tanto lungo quanto di discutibile gusto. Gli autori sono stati sadici dedicando al loro pargolo gli appellativi più infausti che sono riusciti a immaginare; il loro scopo altro non era che tratteggiare l’immagine di un bambino odiato da chiunque, pure dai suoi genitori.
Date le sue origini italiane, non è difficile capire a chi gli autori si siano ispirati per il suo secondo nome: il cognome da nubile di Luann infatti era “Mussolini“, chiaro riferimento al dittatore italiano.
Il cognome è oggetto di una questione più ambigua: parrebbe infatti che Groening si sia ispirato al cognome di una conoscente di un suo collaboratore. E’ però una bizzarra coincidenza che un’ex componente della Manson Family (famoso gruppo di serial killer attivo in California negli anni ’60), si chiamasse proprio Leslie Van Houten.
Infine proprio “Milhouse” deriva invece dal secondo nome del famigerato presidente Richard Milhous Nixon, sulla cui reputazione grava lo scandalo Watergate.
Groening scelse questo nome in quanto, secondo lui, proprio il nome del presidente, sarebbe il peggiore possibile per un bambino (ndr, la satira dell’autore verso Nixon è visibile anche in altre opere, per esempio nella sua serie animata successiva: Futurama).
Nixon rappresentato in Futurama, altra opera di Matt Groening
Inoltre, nel fumetto settimanale Life in Hell (più precisamente nel capitolo “What to name the baby“), Groening definisce Milhouse come “Un nome che non è più consigliabile“.
Il nostro sventurato quattrocchi giallo ne ha viste tante e difficilmente la sua storia culminerà in un lieto fine, tuttavia è d’obbligo notare una cosa: è chiaro gli sceneggiatori si siano accaniti ferocemente sul loro pargolo, tuttavia è innegabile che abbiano anche riservato alla sua caratterizzazione un’enorme cura al dettaglio.
Nerd incallito e nintendaro fino al midollo, sono niente di più che un tizio capace di mettere in fila due parole. Scrivo per urlare al mondo le mie passioni