“Manos: The Hands of Fate”: un film creato a caso, per caso, ma che cambiò le sorti del trash.
Succede spesso che film interessanti passati in sordina al cinema godano di una seconda giovinezza con il mercato home video o la messa in onda in TV, diventando così dei veri e propri cult.
Nel web, invece, diventano cult altri generi di film… questa è la storia di “Manos: The Hands of Fate”, un horror nato da una scommessa ma destinato ad entrare nella storia del trash.
Un gioco d’azzardo
Siamo nel 1966 a El Paso, Texas.
Il commerciante di fertilizzanti Harold Warren conobbe lo sceneggiatore Stirling Silliphant durante le riprese di una serie televisiva. Nel mentre di una loro chiacchierata Warren dichiarò che fare un film horror non era per nulla difficile e scommise con lo sceneggiatore che sarebbe riuscito a realizzarne uno.
In quel preciso momento nacque “Manos: The Hands of Fate” che tradotto significa Mani: le mani del destino (ndr, quando si dice che chi parte bene è già a metà dell’opera).
Warren non aveva mai avuto a che fare col mondo del cinema se non per qualche comparsa sporadica in programmi della TV locale ma la sua sicurezza e la sua determinazione nel vincere la scommessa convinsero diverse persone a credere nel film.
Warren che recita nel film, la cui potente aurea è ancora percettibile attraverso lo schermo.
Il nostro “Dio Brando” del Texas riuscì addirittura a raccogliere 15.000$ dagli amici e altri abitanti di El Paso. Ad aprile del 1966 tutto era pronto per girare il film più bello che l’America avesse mai visto e Warren non vedeva l’ora di vincere la sua scommessa con Silliphant.
Descrizione di un capolavoro
Manos ovviamente, senza troppi giri di parole, è un capolavoro dell’orrido: quello che può essere sbagliato, è invece sbagliato alla seconda.
La trama (per seguirla serve determinazione e un po’ di masochismo) narra di una famiglia che si perde in un deserto e trova riparo in una casa abitata da un singolo individuo chiamato Torgo, il quale si rivela presto essere un guardiano che aspetta il risveglio del suo maestro, capo di una setta religiosa dedicata al dio Manos.
Il lungometraggio viene reso magico dalle scelte di Warren come il girare alcune scene di notte nel deserto rendendole incomprensibili a causa del buio e dalle colonie di insetti che girano intorno alle poche luci presenti sul set, diventando i protagonisti indiscussi di mezzo film.
Torgo, il guardiano della setta
Va evidenziato anche come gli attori abbiano fatto del loro meglio per rendere il tutto speciale. Tralasciando recitazioni pessime ed esagerate essi erano costretti a ricoprire più ruoli sul set come truccatori, assistenti alle luci, costumisti e aiuto regista. Menzione d’onore va fatta a Jonh Reynolds, l’attore che interpretava il custode Torgo, un povero ragazzo tossicodipendente costantemente sotto effetto di sostanze allucinogene durante il film.
Fold o All In?
Manos The Hands of Fate (che il nostro eroe Warren dopo la registrazione aveva spacciato per “un film che cambierà le sorti economiche di El Paso”), andò ovviamente molto male; il nostro beniamino non pagò nessuno degli attori ingaggiati, nessuno delle persone che ci lavorò voleva parlarne e il film finì per essere dimenticato.
Ma solo perché il mondo ancora non poteva capire cosa avesse di fronte.
Nel 1981 Manos entrò nel circuito dei film di pubblico dominio in home video e nel 1993 fu trovato e mandato in onda da Frank Conniff nel suo programma riguardante i B-movie sconosciuti “Mystery Science Theater 3000”, ed è qui che abbiamo il cambio di rotta.
Il dipinto che ritrae il Maestro con il suo segugio infernale (forse la cosa più bella dopo la colonna sonora del film).
L’interesse per il film aumentò fino ad esplodere con l’avvento di Internet e soprattutto di Youtube dove è possibile trovarlo integralmente.
Tutti volevano sapere il perché di ciò che vedevano: perché è stato girato un prodotto così brutto, perché sono state scelte delle musiche così inadatte per la situazione ma soprattutto… come mai non esiste una action figure in scala 1:1 di Torgo?
A togliere questi dubbi ci pensa il documentario “Hotel Torgo” dove vengono intervistati un così detto “Esperto di Manos” (ndr, che bello l’Intenet) assieme ad un attore del film, che illustrano la storia dietro al film mentre ripercorrono i luoghi della pellicola.
Il culto di “Manos: The Hands of Fate” oggi
Oggi è la bambina del film Jackey Neyman (nonché figlia dell’attore che interpretava il maestro), a portare avanti il culto di Manos.
Jackey infatti ha raccontato in varie interviste (e perfino in un libro) di come per lei girare il film fu davvero divertente, e che è molto contenta del successo che ha ottenuto nel web.
Il Maestro con dietro l’altare di Manos, ancora presente ad El Paso.
Jackey, inoltre, attraverso una campagna su Kickstarter ha prodotto il seguito di Manos intitolato “Manos Returns”da poco disponibile anche su Amazon Prime Video USA.
Si potrebbe stare ore a parlare di Manos, del fatto che esiste anche un prequel chiamato “Manos : The Rise of Torgo” o anche di innumerevoli shop online dove poter comprare T-shirt del nostro beniamino Torgo, ma concludiamo dicendo che l’altare e le colonne del covo della setta di Manos sono ancora lì, a El Paso, per ricordare al mondo che, alla fine di questa vicenda strana ed esotica, Warren è riuscito nel suo scopo.
Sono un ragazzo di 22 anni con la passione per l'ecologia, la musica e i film di serie Z. Nel tempo libero narro vicende dimenticate su cyberdude, perché tutte le storie valgono la pena di essere raccontate.