In un periodo in cui le piattaforme in streaming spuntano come funghi, Quibi potrebbe farsi spazio grazie alla sua originalità.
Arrivato in Italia da pochi giorni, Quibi è un nuovo servizio in streaming che presenta già molti contenuti, con due abbonamenti specifici: uno da 4,99 euro con brevi annunci pubblicitari e uno da 8,99 euro senza timore che la visione venga interrotta da un qualche tipo di pubblicità. E’ disponibile anche un periodo di prova gratuito di tre mesi, al contrario dei 14 giorni pensati precedentemente alla pandemia che ci ha costretti tutti in casa. Ma perché abbonarsi a Quibi?
Innanzitutto partiamo da chi c’è dietro alla piattaforma: Jeffrey Katzenberg, già conosciuto ad Hollywood con esperienza nella Disney e in Dreamworks, lavorando anche con artisti come Spielberg. Non proprio l’ultimo arrivato, insomma.
Katzenberg decide di fondare Quibi nel 2018 insieme all’amministratrice Mag Witman, la quale ha lavorato anche lei per colossi come Dreamworks, Hasbro ed Ebay. Mentre il primo cura i contenuti da portare sul Quibi, lei si occupa della parte Hardware.
Quibi: caratteristiche principali
Già recensito molto positivamente per le sue caratteristiche, Quibi è stato pensato solo per essere usato su Smartphone. Soprattutto in questo periodo costretti in casa, lanciare una piattaforma dedicata al “molto piccolo” schermo può rivelarsi un’ottima idea.
Come riportato dal product officer della società Tom Conrad, sarà lo streaming “fatto apposta per i palmi delle nostre mani” . Infatti Quibi ha tra le sue peculiarità una tecnologia chiamata Turnstyle che permette di visualizzare il contenuto sia verticalmente che orizzontalmente senza rovinare il formato dell’immagine, elemento poco usato dalla concorrenza che punta molto più su schermi televisivi e monitor.
Ma non è finita qui. Come abbiamo detto Quibi ha già molti contenuti, circa 50 titoli girati e adattati con la modalità Turnstyle e molti contratti aperti (anche grazie alla familiarità di Katzenberg nell’ambiente) tra cui spuntano nomi di registi come Spielberg e Guillermo del Toro.
Possiamo vedere inoltre attori come Jennifer Lopez, Idris Elba (che abbiamo già visto in molti film anche del MCU), Reese Witherspoon (vincitrice di numerosi premi) e Christoph Waltz, che ha recitato anche in pellicole come Unglorious Bastards e il più recente Alita.
Qui lo possiamo vedere in Most Dangerous Game, thriller in cui ha collaborato con Liam Hemsworth e presente sulla piattaforma.
Ma ciò che rende i contenuti di questa piattaforma originali è la loro durata e distribuzione ad episodi che perfettamente si adattano alla filosofia “micro” del servizio. Il nome Quibi infatti viene dall’unione di due parole Quick Bites (bocconi veloci) e per cui un episodio non dura più di 10 minuti.
I contenuti sono attualmente di tre tipi:
Film, di cui la durata è uguale a un normale lungometraggio ma divisi a episodi
Documentari o programmi d’intrattenimento
Programmi di informazione gestiti da canali come NBC news e BBC.
Tra i film, oltre a Most Dangerous Game (con Christoph Waltz), c’è Survive (film drammatico con la Sophie Turner di Game of Thrones) e After Dark, horror di Steven Spielberg in prossima uscita i cui contenuti si potrebbero addirittura vedere solo di notte, mentre altri film (come da contratto) avrebbero la suddivisione di ogni episodio con un colpo di scena finale.
Nonostante ciò, la società manterrà i diritti su tali prodotti e altri che produrrà solo per 7 anni. Anche per questo molti registi e artisti potrebbero approfittare di Quibi come banco da prova di prodotti da portare poi su altre piattaforme o come presentare idee e sceneggiature lasciate in sospeso magari che erano destinate al grande schermo.
Quibi: pregi e difetti
Forse è ancora troppo presto per dire se Quibi riuscirà a farsi strada in un mercato sempre più ampio come quello dello streaming. Di certo, aiuta il fatto che dietro ci siano persone importanti e molto competenti e, ora come non mai, il fatto che si stiano usando sempre di più i dispositivi mobili anche per guardare film dove vogliamo.
Potrebbero esserci inoltre dei limiti tecnici legati al Turnstyle, ad esempio il non inquadrare spazi ampi e privilegiare principalmente il primo piano. Per quanto riguarda i contenuti (che si spera entro pochi mesi di portare a 170), sappiamo già che gli episodi brevi possono funzionare. Si è già visto coi video di Youtube su cui sono nate anche delle Web series o dalle storie di Instagram e i video su TikTok, ma anche su Netflix con Love, Death+Robots che ha riscosso un discreto successo. Tutti elementi brevi ma che hanno raggiunto una nota popolarità sulle loro piattaforme. Quibi non avrebbe quindi portato proprio qualcosa di nuovo ma ha senza dubbio perfezionato un aspetto importante per lo streaming su smartphone.
Probabilmente con rivali come Netflix, Amazon Prime e Disney+ (uscito solo qualche settimana fa), sarà molto difficile per Quibi riuscire ad avere un buon posto e un buon seguito, visto e considerato che in America non è molto popolare e parte svantaggiato rispetto alle due principali piattaforme che avevano una solida base fin dagli inizi, oltre che al supporto di molti più dispositivi.
Infatti, un mercato come quello dello streaming premia certamente più la versatilità che l’originalità e nonostante Quibi goda di un ottimo supporto agli Smartphone a cui è dedicato, ciò potrebbe non bastare a farlo uscire dalla nicchia oltre al pregiudizio verso l’idea di portare film e serie Tv su un dispositivo che, secondo molti e non solo chi è del settore, potrebbe rovinare l’esperienza visiva.
C’è da dire inoltre che nel nostro paese i contenuti sono ancora in lingua originale e che la piattaforma era stata originariamente pensata solo per gli Stati Uniti, escludendo inoltre la possibilità di profili multipli.
Dopo aver visto i pro e i contro dareste comunque una possibilità a Quibi? Si tratta vero dell’ennesima piattaforma in streaming di cui non sentivamo il bisogno, ma potrebbe valerne la pena soprattutto considerando i tre mesi gratuiti di cui potete usufruire qui e visto che ora siamo tutti costretti a non poter uscire di casa, vedere un film al cinema o cenare con gli amici.
Aspirante fumettista, di cui frequento tutt'ora dei corsi. Riscoperto furry da poco più di un anno Mi piace l'idea di dare un contributo alla comunità furry in Italia e di far conoscere meglio questa nuova cultura ancora poco diffusa nel nostro paese.