Dead Or School è un hack ‘n’ slashche ci farà esplorare ciò che rimane delle gallerie metropolitane di Tokyo in seguito ad un’invasione da parte di mutanti, che ha costretto gli umani a rifugiarsi sotto terra. Con questa premessa, il gioco ci mette nei panni di Hisako, una giovane ragazza appartenente alla terza generazione degli umani sopravvissuti alla guerra contro i mutanti, con lo scopo di riunire il maggior numero possibile di sopravvissuti e riprendere il controllo della superficie.
Dead Or School
Sviluppatore: Studio Nanafushi
Editore: Studio Nanafushi, Marvelous
Piattaforme: Nintendo Switch, Steam, PS4
Versione recensita: Switch
Prezzo (Steam): $19.99 / €20.99
Dead Or School propone un gameplay loop che mischia elementi dal genere degli RPG hack ‘n’ slashe dai run-and-gun alla Metal Slug. Lo scopo principale del gioco è quella di sterminare mutanti, ma dovrete essere cauti: le munizioni e la durabilità delle armi a vostra disposizione è limitata fin quando non raggiungete un punto di salvataggio. Oltre che con la gestione dei vostri punti vita e della vostra energia, il giocatore è messo alla prova con la quantità limitata di proiettili nel proprio caricatore, un fattore che, soprattutto a difficoltà normale o difficile, vi porterà a dover decidere caso per caso quale arma sia meglio usare.
Una delle prime aree di gioco, tra le molte creature che potrete ammazzare, i mutanti con armi da fuoco vi faranno imparare i comandi.
In Dead Or School i problemi si risolvono con le armi da fuoco.
Guidare Hisako, eroina e personaggio principale del gioco, alla superficie sarà il vostro compito. L’ostacolo sono i mutanti: dopo aver subito gli effetti di un virus letale, la popolazione sopravvissuta è stata costretta a rifugiarsi nel sottosuolo. La soluzione? Un vasto arsenale di armi e il dito fisso sul grilletto. Per uccidere i mutanti sarete incentivati ad usare intercambiabilmente armi bianche, fucili e armi esplosive, e non solo! Nonostante il gioco suddivida le armi disponibili in queste tre categorie principali, il giocatore sarà libero di giocare secondo il proprio stile grazie all’uso di molteplici modificatori.
Infatti è anche grazie alla personalizzazione delle armi e dei modificatori che l’azione di gioco si mantiene coinvolgente, i giocatori saranno liberi di investire sulla strategia più efficace o comoda sulla base della propria esperienza o delle situazioni di gioco. Sarà anche possibile investire risorse nell’applicazione di un effetto casuale su una particolare arma, un aspetto da non confondere con le modifiche che potrete trovare in giro per il gioco ed applicare a vostro piacimento.
Sparse lungo le stazioni della metropolitana di Tokyo troverete sfide facoltative che vi daranno come ricompensa piccoli buffe pezzi di storia giapponese.
Un grande incentivo per questo tipo di sperimentazione saranno le sfide con cui sarete alle prese: ogni area ha il proprio tema, ed introdurrà nuove tipologie di mutanti in formazioni variegate. Per questo motivo, in particolare se giocate ad alta difficoltà, capirete ben presto che gettarsi in mezzo ad orde di mutanti senza una strategia non produrrà risultati favorevoli. Inoltre, le munizioni delle vostre armi da fuoco e la durabilità della vostra arma bianca saranno limitate, per cui ad un certo punto vi troverete costretti a rinfrescare il vostro arsenale.
Sarà all’inizio del gioco che imparerete ad usare quasi ognuna di queste meccaniche, e nonostante le varie schermate di testo esplicativo potrebbero scoraggiarvi, il sistema è piuttosto intuitivo. Tuttavia, i menu per la personalizzazione di armi possono risultare leggermente scarni.
Zombie? No, no… mutanti.
La trama del gioco è proprio come immaginate. A causa di un’arma biologica, gran parte della popolazione umana è stata trasformata in un esercito di mutanti, ed in seguito ad una lunga guerra, una piccola porzione di non infetti si è dovuta ritirare nel sottosuolo per garantire la propria sopravvivenza. Certo, non è la prima volta che sentiamo parlare di zombie, mutanti, alieni, o di una qualsiasi altra tipologia di mostro che metta alle corde il genere umano, nè dal punto di vista narrativo che dal punto di vista del gameplay, e nonostante la premessa e gli sviluppi abbiano potenziale per qualcosa anche lievemente sopra la media, Hisako rovina tutto.
Il primo incontro con Yurika, membro dei Civilization Investigators che ci aiuterà nel corso della storia
Già, proprio la protagonista. Perché? La specie umana è sull’orlo dell’estinzione a causa delle condizioni di vita precarie e delle continue incursioni di mutanti che si protraggono da tre generazioni, vediamo Hisako bucare il torace di un mutante a mani nude, e la motivazione che la spinge a compiere una crociata per l’umanità sarebbe principalmente quella di creare una scuola in superficieper lei e tutti i suoi amici… Già.
Certo, la questione non è così semplice, ma queste parole sono ripetute così spesso che nella seconda metà del gioco inizieranno a stonare in mezzo alla narrazione più seria che la caratterizza. Inoltre, la localizzazione inglese del gioco lascia davvero a desiderare, in diverse occasioni spuntano ripetizioni ed errori ovvi, rendendo alcuni dialoghi di difficile comprensione.
Tra i boss che affronterete ci sarà anche un carro armato!
Una serie di piccole imperfezioni.
Sfortunatamente Dead Or School presenta diverse problematiche, a partire dal comparto grafico. In molte situazioni, il personaggio di Hisako è davvero piccolo sullo schermo rispetto agli altri elementi, ed a volte può arrivare ad uniformarsi con i colori dello sfondo. Il gran numero di esplosioni ed effetti che rimangono sullo schermo possono inoltre ostacolare la corretta interpretazione della scena (per fortuna non è una problematica che affligge i boss), ed un framerate spesso instabile peggiora la situazione. Inoltre, spesso è possibile scorgere texture davvero troppo allargate, una scelta che non comprendiamo e che va in contrasto con il resto degli asset di gioco.
Altre problematiche minori riguardano imperfezioni nel terreno o nella fisica di gioco, in alcune occasioni è possibile incastrarsi in una lieve imperfezione nella collisione del terreno, o dover cadere perché si atterra su una piattaforma leggermente inclinata. Queste ultime non sono problematiche di grande importanza, ma alla lunga possono influenzare l’esperienza di gioco.