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Birds aren’t real: combattere la follia con la follia

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Complotti improvvisati per contrastare la disinformazione.

Gennaio 2017, Memphis, in Tennessee: un ragazzo di nome Peter McIndoe, trovatosi tra una manifestazione femminista contro il presidente Donald Trump ed un’altra formata invece da suoi sostenitori, scrive su un cartello le prime tre parole che gli vengono in mente: “BIRDS AREN’T REAL“, ovvero “gli uccelli non sono reali“.

Inizia così a vagare tra i manifestanti di entrambe le fazioni una finta teoria del complotto basata sulla sostituzione da parte del governo americano, fra gli anni ’60 e ’70, di tutti gli uccelli (su “suolo” americano) con droni spia al fine così di controllare la popolazione.

birds aren't real

Il giovane 19enne  spiegherà al New York Times che la sua è stata un’azione spontanea spinta dall’assurdità di quanto stava succedendo davanti ai suoi occhi.

Birds aren’t real” da quel giorno guadagna moltissimi seguaci: 350mila follower su Instagram, 75mila su Twitter e oltre 600mila su TikTok, la maggior parte dei quali è ben consapevole che si tratti di una semplice parodia di una vera teoria del complotto.

Ma come mai una finta teoria così apparentemente illogica riesce ad attirare tanto pubblico?

Birds aren’t real: le correlazioni con Kennedy e la guerra del Vietnam

Uno degli aspetti più interessanti del complotto è il “perché“: perché ad un certo punto nella storia americana gli uccelli vengono sostituiti da droni spia?

La storia di Birds aren’t real (scritta sul sito ufficiale del movimento in un testo di oltre cinquemila parole) nasce dalla reale volontà della C.I.A. di tenere sotto controllo la popolazione americana ed è corredata da documenti e immagini meticolosamente contraffatti e/o creati da zero per rendere la narrazione decisamente meno assurda di quanto sia.

Secondo la storia ufficiale, il piano iniziale per uccidere tutti gli uccelli e sostituirli con telecamere volanti è stato pensato un fine settimana nel maggio del 1965, quando l’allora direttore della C.I.A. e il suo team decidono arbitrariamente di eliminare tutti gli uccelli americani (ndr, senza che ce ne fosse davvero bisogno per l’attuazione del loro piano) solo perché li ritengono “la feccia dei cieli” (ndr, poiché proprio i piccioni spesso abbandonavano sulle loro auto nel parcheggio del quartier generale della C.I.A. le proprie deiezioni).

Un po’ come prendere (letteralmente) due piccioni con una fava: da un lato avrebbero creato il più grande sistema di sorveglianza mai immaginato e dall’altro si sarebbero liberati delle “lumache volanti” (come vengono ribattezzati i volatili).

Altro aspetto molto interessante del complotto è il “come“: come si possono eliminare integralmente gli uccelli di una nazione? Si potrebbe pensare sia impossibile, ma la C.I.A. decide di ordinare centoventi bombardieri B-52 (ndr, quelli usati per sganciare le bombe atomiche durante la seconda guerra mondiale) con serbatoi da circa 1700 litri contenenti un virus che avrebbe decimato solo ed esclusivamente gli uccelli.

Qualcuno potrebbe allora chiedersi come sarebbero potuti passare inosservatiun centinaio di bombardieri B-52 e soprattutto le migliaia e migliaia di corpi di tutti gli uccelli d’America, ma Birds aren’t real non fa altro che sorprendere: si decise semplicemente di scegliere degli aerei dipinti di nero privati di tutte le luci e oblò riflettenti, così da nascondersi nei cieli notturni. Il virus creato, inoltre, sarebbe stato in grado di influenzare la struttura ossea dell’animale in modo tale che la decomposizione totale degli uccelli avvenga entro 24 ore.

Il 2 giugno 1959 viene messa in atto l’operazione “Water the Country“: nei sei anni successivi infatti viene spazzato via il 15% della popolazione americana di uccelli, ma i primi “robot birds” (ndr, all’epoca la parola “drone” non esisteva ancora) prendono servizio solo nel 1963, dopo che al presidente John Fitzgerald Kennedy viene mostrato il primo prototipo del “Turkey X500”, un robot specializzato nell’uccisione di uccelli più grandi, come aquile e falchi.

Birds aren't real - Volantino "robot birds"

La storia di questo movimento è costellata di idee geniali, colpi di scena e riferimenti alla reale storia americana, come la morte dello stesso Kennedy (che, a quanto pare, si oppose a questa operazione, ragion per cui venne poi eliminato) o ancora il vero interesse dell’America nella guerra del Vietnam.

Si racconta infatti, tramite documenti secretati e registrazioni di riunioni tenutesi nello studio ovale americano, che il motivo segreto per cui l’America dichiarò guerra al paese fu la bauxite , poiché poprrio questa veniva utilizzata per costruire i “robot birds”(ndr, il Vietnam è realmente pieno di miniere di questo minerale).

Il successo del complotto

Steven Novella, giornalista del NeuroLogica blog, descrive così il movimento di Birds aren’t real:

E’ molto più facile promuovere il caos che l’ordine“.

Novella spiega infatti che un’affermazione complottista senza alcuna fonte richiede spesso pochissimo tempo per essere esposta e presa magari per veritiera da qualcuno, e molto più tempo al contrario per essere smentita, con tanto di dati reali alla mano, da qualcun’ altro, molto spesso senza alcun successo.

Ed è proprio su questo che Birds aren’t real basa la sua forza.

 

birds aren't real

Molte delle persone che sostengono il movimento sono consapevoli che sia tutto inventato, come alcune ragazze dichiarano ai giornalisti del New York Times,  e hanno deciso di aderire al movimento solo per prendersi gioco delle persone che nella società moderna credono a qualunque complotto o fake news senza prima verificarla. La 22enne Claire Chronis, seguace di Birds aren’t real, ha detto infatti che il movimentoserve a combattere la follia con la follia“. 

Molte altre però, per puro calcolo statistico, ci credono davvero. Come ha invece spiegato Connor Gaydos, l’amico di McIndoe che insieme a lui ha architettato il tutto:

Se credi davvero a Birds aren’t real, è comunque il minore dei tuoi problemi, perché vuol dire che allora non c’è una teoria del complotto a cui non crederai“.

Il mondo di Birds aren’t real è talmente complesso e apparentemente “reale” per la cura dei dettagli inventati che nel sito c’è persino una sezione FAQ, dove trovano posto domande come “Cosa sono le vuova?” e “Come si spiega la carne di uccello?” (ndr, domande delle quali naturalmente non sveleremo la risposta per non sollevare lo splendido velo di Maya creato da McIndoe).

Peter capirà ben presto che questa sarebbe potuta essere una “gallina dalle uova d’oro” (rimanendo in tema volatili): lascerà allora l’università e si dedicherà infatti a tempo pieno allo sviluppo del movimento, insieme all’amico Gaydos.

 

Il ragazzo inoltre su Channel 3 ha raccontando di aver guadagnato diverse migliaia di dollari al mese dalla vendita di merchandise sul sito ufficiale e, ovviamente, di averne reinvestito una parte per implementare Birds aren’t real, per esempio pagando un attore per interpretare un ex agente della C.I.A. intento a confessare il gigantesco insabbiamento relativo ai volatili in una finta intervista.

Il futuro dei droni uccello

Secondo Taylor Lorenz, giornalista del New York Times autrice dell’articolo sul movimento (ndr, da cui sono state estratte le interviste sovracitate), Birds aren’t real è il cosplay delle teorie del complotto, una teoria che si maschera ed interpreta una cospirazione proprio come un cosplayer: riesce infatti ad offrire un senso di appartenenza ai suoi membri, ma senza alienare nessuno o fomentare violenza o rancore.

Lo stesso Citarella menzionato pocanzi è d’accordo con questa visione del movimento perché i possibili effetti negativi sono molto piccoli, mentre gli effetti positivi comprendono l’offrire la possibilità di collaborare in modo terapeutico alla costruzione di qualcosa“.

Ad ogni modo, per i piani futuri, Peter McIndoe ha affermato di voler provare ad usare Birds aren’t real anche come strumento per scovare e sbugiardare altre teorie del complotto ben più pericolose.

L’intraprendenza, la fantasia e la sfacciataggine di questo ragazzo di 19 anni hanno sicuramente dimostrato che da tre parole a caso è possibile creare molto più di una teoria del complotto fasulla, bensì perfino combattere la disinformazione e l’infodemìa dilaganti nell’ultimo periodo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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