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Cinema

Mondo Movie: cruenti “documentari” Made in Italy

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L’Exploitation all’italiana.

Per Mondo Movie si intende un genere cinematografico nato in Italia e che ha visto il suo sviluppo tra la fine del 1950 fino ai primi anni del 2000.

L’intento delle pellicole incluse in questo genere è tanto semplice quanto cristallino: creare shock, sconvolgimento e malessere nello spettatore semplicemente riportando eventi reali (o fedelmente ricostruiti, ma in rare occasioni), ragion per cui la struttura di simili film è da ricollegare a quella di un documentario (più simile però ad uno  shockumentaryil cui senso e traduzione sono facilmente intuibili).

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Il Mondo Movie viene incluso nell’elenco dei sottogeneri del controverso underground Exploitation americano, poiché simili film vanno a “sfruttare” (letteralmente) tutto ciò che può generare scalpore a ridotto budget: sesso, violenza, nudità, eccetera, ma con risultati più o meno riusciti.

Mondo Cane” (1962): l’alba del genere

Ufficialmente, il Mondo Movie (da cui deve anche l’origine del nome) è nato nel 1962, all’uscita del documentario diretto da Paolo Cavara, Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi intitolato “Mondo Cane“.

L’intento dei registi è di raccogliere scene estremamente crude provenienti da varie parti del globo (mondo, appunto): si parte da località italiane fino ai paesi che ospitano vere e proprie tribù, il tutto per descrivere quanto la brutalità possa essere declinata in forme completamente differenti.

Ma anche la parola “cane” nel titolo non è una semplice allusione al dispregiativo: proprio i cani (e svariati altri animali domestici e non) saranno tristemente protagonisti di svariate scene di violenza inaudita, estrapolate anche da canili.

Il tutto però, non va frainteso come mera denuncia al tutto: il significato permeante della pellicola è infatti quello di evidenziare l’incoerenza delle culture “civilizzate”, ciascuna incapace di condividere comportamenti ritenuti “violenti”, piuttosto che ammettere di avere altrettanta crudeltà, seppur in contesti diversi.

Il film fu premiato con il David di Donatello come Miglior Produzione, e fu candidato all’Oscar come Miglior Colonna Sonora e alla Palma d’oro al 15° Festival di Cannes.

Nel 1963 uscì anche un sequel, “Mondo Cane 2” diretto da Jacopetti e Prosperi che sommariamente riprende l’impostazione di confronto tra le varie culture del precedente film, ma aumentando in un certo senso la componente drammatica.

Nel 1986 e nel 1988 il regista Stelvio Massi propose altre due pellicole collegate a “Mondo Cane“, rispettivamente intitolate “Mondo cane oggi – L’orrore continua” (ndr, se vi interessa, è attualmente disponibile su Amazon Prime Video nell’abbonamento “Raro Video”) e  “Mondo cane 2000 – L’incredibile“.

Negli anni Novanta ci furono infine altri due seguiti (sempre non ufficiali, ma più simili ad omaggi) di “Mondo Cane” ovvero “Mondo Cane IV” e “Mondo Cane V” a cura del regista tedesco Uwe Schier.

L’erotismo (e modernità) nel Mondo Movie

Parte integrante del genere è da riconoscere anche alla sessualità, a tal punto da  far ritenere ad alcuni che la nascita ufficiale del Mondo Movie sia sempre stata in Italia, ma grazie ad un altro film: si tratta di “Europa di Notte“, pellicola del 1959 diretta da Alessandro Blasetti, e curata proprio da Jacopetti come soggetto e voce narrante (ndr, piccola curiosità: il film vide perfino la partecipazione di Domenico Modugno).

Il film è infatti un collage di situazioni e scene ambientate proprio nei locali notturni di Roma, Londra, Parigi, Vienna e Madrid, e che ha visto la partecipazione di Coccinelle (pseudonimo di Jacqueline-Charlotte Dufresnoy), cantante e ballerina transgender che trova nella pellicola la sua primissima apparizione in un film.

L’intento del documentario è proprio quello di raccontare senza alcun filtro o censura la realtà dell’epoca, riuscendoci perfettamente (soprattutto se contestualizzato all’epoca): non ci saranno infatti particolari giudizi o commenti da parte di Jannetti, se con quello di guidare lo spettatore nelle varie scene proposte.

La pellicola fu (ovviamente) uno scandalo, ma che convinse Jannetti a dedicarsi al soggetto di un secondo film dedicato all’erotismo nel 1960, ovvero “Il Mondo di Notte” diretto da Luigi Vanzi.

Il Mondo Movie negli anni

Banalmente, uno dei dettagli che permette di individuare immediatamente una pellicola appartenente a questo specifico genere è la presenza del termine “mondo” nel titolo (o almeno, nella maggior parte dei casi): basti pensare ad esempio a film come “I piaceri nel mondo“, “La donna nel mondo” (diretto da Cavara, il quale dichiarò che originariamente era stato concepito come un progetto unico di “Mondo Cane“), “Mondo Nudo“, “Canzoni nel Mondo“, solo per citarne alcuni.

Non a caso, ciascun regista che abbia deciso di abbracciare il genere, ha scelto in effetti di raccontare il mondo, attraverso una o più sfaccettature (ma tutte estremamente crude e reali): molto importante è stata infatti l’importanza dell’Africa nel Mondo Movie (“Africa ama”, “Africa addio”, “Africa nuda”, “Africa violenta”) ma anche di paesi come il Perù o la Nuova Guinea o in generale luoghi in cui sono effettivamente presenti culture tribali inossidabili al tempo.

Ma il Mondo Movie (come già anticipato) non si limita alle sole produzioni italiane: nel 1967 infatti il regista americano Russ Meyer creò un documentario erotico intitolato “Mondo Topless“, film che permise al genere non solo di espandersi oltre la nostra penisola, ma di evolversi e ispirare altrettante produzioni (basti pensare ad esempio al controversissimo “Cannibal Holocaust” del 1980).

Sarà però verso la fine degli anni Ottanta che il genere andrà via via sparendo: intorno al 1990 infatti le pellicole di Mondo Movie si limiteranno ad essere dei montaggi di spezzoni provenienti da fonti differenti (in termine tecnico, direct-to-video), perdendo così il mordente originale del genere ma permettendo la sua sopravvivenza fino agli anni 2000 (specialmente nella sua declinazione più erotica e perversa).

Senso intrinseco del Mondo Movie è sempre stato in generale quello di mettere “alla prova” lo spettatore, testando la sua resistenza o al contrario, il suo voyeurismo, che gli impedisce di distogliere lo sguardo dalle scene più sconvolgenti (e che ha permesso al genere di caratterizzare così incisivamente la cinematografia mondiale).

 

 

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Scrittrice free lance, ammette senza alcun problema di essere appassionata di erotismo, in tutte le sue forme, sfumature e colori. Fate l'amore non fate la guerra, diceva qualcuno. Ebbene, non è poi così male come idea, dopotutto.

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