La serie di Tony Hawk’s Pro Skater è tra le più influenti nell’industria videoludica, la ricezione dei primi tre capitoli è stata tale da assicurare alla serie un posto nell’olimpo dei videogiochi, ma anche un impatto culturale non indifferente, dando allo skate e alla sua inestricabile relazione con la cultura punk una grande attenzione mainstream.
Uno screenshot da Tony Hawk’s Pro Skater 2, considerato ad oggi tra i migliori giochi della serie
Il successo della serie è stato inaspettato, dallo sviluppo da parte di Neversoft di un prototipo per un racing game basato sullo skating, alla collaborazione con Tony Hawk che ha portato alla creazione di un gameplay fluido e una modalità arcade che ancora oggi, dopo vent’anni, è considerata tra le migliori. La colonna sonora prevalentemente punk che ha contraddistinto la serie è anche un riflesso dell’immaginario culturale americano dell’epoca. Questo e la collaborazione con skater professionali e altri franchise hanno creato un’esperienza in grado di cambiare l’industria videoludica.
Pretending I’m a Superman racconta la nascita di una legenda del gaming.
Tony Hawk ad oggi detiene un ruolo di riguardo nella cultura popolare, da pioniere dello skate a co-fondatore di Birdhouse e icona di uno sport che negli anni ha fatto suo, ed annuncia tramite il suo Instagram la premiere al Mammoth Film Festival di un documentario dedicato alla serie di Tony Hawk’s Pro Skater, seguito da una performance della cover band The Downhill Jam, ispirata dalle colonne sonore impiegate nella serie.
Pretending I’m a Superman è il nome del documentario, tratto da uno dei più celebri brani della colonna sonora del gioco, ambasciatrice del punk anni novanta che ha caratterizzato la cultura underground che la serie ha portato all’attenzione del pubblico videoludico. Il 29 Febbraio 2020, dopo un panel che vede al centro Tony Hawk e Rodney Mullen il documentario esplorerà lo sviluppo della serie negli anni, con interviste a numerosi altri personaggi influenti nella creazione di Tony Hawk’s Pro Skater e nella cultura dello skate, come Steve Caballero e Chad Muska.
Dalla collaborazione di Ralph D’Amato, ex produttore Neversoft e il filmmaker svedese Ludvig Gür, nasce un documentario che racconta lo stato dell’industria dello skating negli anni novanta, e come l’influenza degli X Games e Tony Hawk’s Pro Skater ha cambiato le regole di una cultura che, di fatto, non ha regole.