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Le 3 criptovalute più strane: Dogecoin, Pepecash e Petro

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dogecoin copertina criptovalute

Internet e le sue monete digitali.

Il mondo d’internet ormai è abituato alla parola criptomoneta, la più famosa di tutte è il Bitcoin, creato nel 2009 da un inventore misterioso chiamato con lo pseudonimo di  Satoshi Nakamoto. Ma il Bitcoin rappresenta solo la punta dell’iceberg: infatti, nel giro di pochi anni, sono nate altre criptomonete seguendo la strada tracciata da Bitcoin.

In questo articolo mi concentrerò su le 3 criptovalute più strane in circolazione: Dogecoin, Pepecash e Petro.

Dogecoin

Questa criptovaluta ha come logo il celebre cane Shiba Inu, protagonista di molti meme e attualmente la sua capitalizzazione sul mercato supera il miliardo di dollari.

La storia di Dogecoin è nata come uno scherzo  dalla mente dell’australiano Jackson Palmer,  esperto di comunicazione digitale,  che, stupito dalla serietà e dalla competizione delle criptovalute, decise così di adottare il meme  “Doge” per scherzare su Twitter.

tweet originale del fondatore di Dogecoin

Tweet originale del fondatore di Dogecoin

Questo fatto generò l’interesse di molti utenti tra cui un programmatore americano di nome Billy Markus, che iniziò a collaborare con Jackson Palmer per la creazione di una vera e propria criptovaluta.

Dogecoin viene lanciato ufficialmente il 6 dicembre 2013: nello stesso mese la criptovaluta aumentò il suo valore  passando da $ 0,00026 a $ 0,00095 dollari. In parole semplici, un Dogecoin valeva quasi un dollaro, sopratutto  in un periodo dove molte criptomonete si stavano riprendendo da una crisi causata dalla Cina, che proibì alle banche cinesi d’investire nell’economia Bitcoin.

 

Il 25 dicembre 2013 a causa di un attacco hacker sulla piattaforma Dogewallet, furono rubati un milione di dogecoin, diventando così il bitcoin più menzionato su Twitter in quel periodo.

Per aiutare le persone avevano perso fondi su Dogewallet a causa di questo attacco, Dogecoin ha avviato un’iniziativa denominata “SaveDogemas” che serviva per recuperare i coin rubati attraverso una donazione volontaria: grazie a questa iniziativa, i soldi rubati furono recuperati e restituiti agli investitori in meno di un mese. 

Le campagne raccolta fondi di Dogecoin

Dogecoin inoltre, ha sponsorizzato con successo quattro campagne raccolta fondi attraverso la propria fondazione chiamata appunto la Dogecoin Foundation.

La prima campagna ha finanziato la squadra  bob giamaicana per portarla alle olimpiadi invernali di  Sochi, nel 2014.

Tutto questo è iniziato con la qualificazione della squadra composta da Winston Watt e Marvin Dixon per le olimpiadi di Sochi, ma non c’erano abbastanza soldi per inviare la squadra in Russia. Per questo motivo, Winston Watt si è rivolto alle donazioni tramite Twitter, attirando l’attenzione di molti utenti tra cui Liam Butler, che attualmente gestisce Dogecoin insieme ai creatori della valuta Jackson Palmer e Billy Markus.

Butler per aiutare i due sportivi ha lanciato la campagna “Dogesled“, con l’obiettivo di raccogliere i soldi necessari per inviare Watt e Dixon a Sochi. La raccolta fondi non solo ha raccolto 26 milioni di Dogecoin ma ha anche fatto aumentare il prezzo della valuta stessa, come ha dichiarato lo stesso Butler durante un’intervista al giornale britannico The Guardian:

“Io e Jackson Palmer eravamo in un pub locale a Sydney, quando abbiamo notato che il valore di Dogecoin era raddoppiato dall’ultima volta che avevamo controllato. Siamo andati a casa mia e abbiamo fatto in modo che la campagna andasse a buon fine”

Winston Watt e Marvin Dixon

La raccolta fondi attuata da Palmer ha permesso di raccogliere 25.000 dollari per la squadra di bob Giamaicana che ha potuto partecipare, in questo modo, alle olimpiadi invernali di Sochi.

La seconda raccolta fondi sponsorizzata da Dogecoin chiamata “Doge4Water” , ha finanziato, invece, la costruzione di un bacino per la raccolta  dell’acqua sul fiume Tana in Kenya. La raccolta fondi è stata guidata da Eric Nakagawa, uno dei fondatori del sito umoristico I Can Has Cheezburger? in collaborazione con l’organizzazione Charity: Water.

L’obiettivo era raccogliere 40.000.000 Dogecoin (circa 30.000 dollari), prima della Giornata mondiale dell’acqua (22 marzo), come ha dichiarato lo stesso Eric Nakagawa riguardante il raggiungimento di questo obiettivo. 

“Questo obiettivo è folle, se riusciremo a raggiungere almeno 20.000 dollari, cosa che sarà più probabile, questo risolverà problemi di centinaia di persone”

La campagna raccolta conclusa nel marzo 2014 ha centrato in pieno il suo obbiettivo raccogliendo 30.000 dollari grazie all’aiuto di un benefattore che ha donato 11.000 dollari, circa 14.000.000 di Dogecoin.

La terza campagna è servita invece per sponsorizzare il  pilota di Nascar, Josh Wise.

Il 16 marzo 2014, in una bacheca di  Reddit   / r / NASCAR, alcuni utenti notarono che il pilota Nascar Josh Wise, stava correndo senza sponsor, decidendo in questo modo di sponsorizzare l’auto tramite Dogecoin, raccogliendo così 55.000 dollari. Il 4 maggio 2014 Wise ha corso con la macchina avvolta da Dogecoin  sulla Aaron 499 arrivando 20°, il suo secondo miglior piazzamento della sua carriera.

Dogecar

La Dogecar del pilota Nascar Wise

La quarta raccolta di Dogecoin Foundation  ha riguardato la Family House in California, un’organizzazione no-profit che offre alloggi temporanei a famiglie di bambini gravemente malati che ricevono cure presso l’ospedale pediatrico dell’UCSF Benioff a San Francisco. La campagna ha raccolto in tutto 1.500.000 €.

I Pepecash

Si tratta della criptovaluta della celebre rana creata da Matt Furie per il suo cartone animato Boy’s Club nel 2005, ma poi diventato popolarissimo su siti come 4chan e Twitch nonché attualmente simbolo delle proteste di Hong Kong.

Questa moneta virtuale serve per acquistare e vendere  le carte che hanno come protagonista la rana Pepe e vengono chiamate  Rare Pepe, ed è possibile farlo solo nel Pepesphere, un regno virtuale nato per questo scopo. Le carte sono divise in “serie”(come le carte Pokémon): più la carta è rara più aumenta il suo valore in Pepecash.

Peter Kell il vincitore dell'asta

Peter Kell il vincitore dell’asta

Il 13 gennaio 2018, durante una vendita all’asta, nel corso del festival dell’arte digitale Rare.af  a New York è stato venduto il Rare Pepe di HomerPepe, una  delle sette carte più “rare della terra” che durante l’asta ha raggiunto la cifra di 39 milla dollari, cioè 350.000 Pepecash.

Il vincitore dell’asta si chiama  Peter Kell (@zippi101 su Twitter)  che alla fine della vendita ha dichiarato:

“Durante l’evento Rare.af,  hanno ospitato la prima asta dal vivo al mondo di RarePepe. Fortunatamente quando sono arrivato, stavano vendendo all’asta HomerPepe che attualmente è il RarePepe più prezioso al mondo.  Ho pensato all’incredibile  opportunità d’investimento e ho deciso di combattere all’asta e alla fine ho vinto l’offerta per 350.000 PepeCash”

La carta (che assomiglia  come stile a quelle di  Yugi-Oh) raffigura Homer Simpson con la faccia verde di Pepe the Frog  con uno sfondo ricoperto di nuvole, la frase “Aspetta un minuto! Io sono Pepe”  e la scritta in basso a destra: “rarità 1/1”.

Petro: la criptovaluta del Venezuela

Il Petro oppure Petromodena è una criptovaluta lanciata dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela di Nicolas Maduro nel 2018, si tratta di una moneta virtuale a tutti gli effetti, garantita dal petrolio che produce la stessa Venezuela.

Obiettivo principale di questa moneta è contrastare la feroce crisi Venezuelana e utilizzarla  nel commercio internazionale di petrolio per aggirare le sanzioni statunitensi.

Durante l’annuncio di questa criptovaluta, Nicolas Maduro ha promesso di creare delle Mining Farm  utilizzando addirittura lo spazio delle carceri. Inoltre ha annunciato anche la creazione di un “Registro Único de Minería Digital” cioè un registro delle Mining Farm controllate dallo Stato.

Questa criptomoneta ha generato molte polemiche dall’opposizione del governo, sopratutto perché potrebbe svalutare ulteriormente la moneta nazione, il  Bolívar venezuelano, aggravando la crisi. Il principale oppositore politico di Maduro, Juan Guaidó, ha dichiarato ultimamente  di non ritenere Petro una vera criptovaluta e di ritenerla invece una truffa.

Attualmente  il Venezuela sta cercando di utilizzare le sue riserve in bitcoin ed ethereum per pagare i propri debiti nei confronti dell’estero e (secondo delle fonti russe) i venezuelani starebbero già utilizzando molto la criptovaluta voluta dal governo nella quotidianità, proprio per aggirare le sanzioni economiche imposte dagli USA di Donald Trump.

 

 

 

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Alieno Nerd che ha lavorato dentro un museo di videogiochi sotto copertura. Attualmente si dedica all'esplorazione spaziale alla ricerca della nerdaggine pura. Adora la birra.

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