Da questo singolo post, è partita una vera e propria reazione a catena, che ha visto migliaia di utenti ripostare fanart e immagini che ritraggono Mei con la iconica mascherina dei manifestanti cinesi, oppure intenta a coprirsi un occhio con la mano per ricordare la studentessa cinese ferita dalla polizia durante una manifestazione proprio in Cina.
Una Mei “pro-democracy”, che chiede una Cina libera, citano i post presenti anche su Twitter. Tutto pur di bannare Overwatch dalla Cina. Ma perché? Il motivo è piuttosto semplice: boicottare la Blizzard.
Strettamente collegato alla vicenda è infatti l’hashtag #BoycottBlizzard, mirato proprio ad un gesto di solidarietà nei confronti del giocatore pro cinese di Hearthstone.
Overwatch: il blocco degli account
Molti giocatori inoltre hanno deciso di cancellare il proprio account su Overwatch in segno di protesta, ma la Blizzard pare stia aspramente bloccando il processo di cancellazione. Sembra infatti che l’azienda abbia disabilitato tutti e quattro i metodi di autenticazione necessari per disabilitare l’account.
So now Blizzard have disabled ALL FOUR authentication methods to actively stop people from deleting their accounts. This is beyond disgusting. Spread awareness of this. #BoycottBlizzardpic.twitter.com/AyUiABgMXD
Ai giocatori non resta quindi che mostrare il proprio disappunto sui social, inondando la Blizzard di post simpatizzanti verso la rivoluzione ad Hong Kong.
Dopo Pepe the Frog, anche Mei diventa nuovo simbolo di protesta, una protesta che perdura tutt’ora in terra cinese e che vede costantemente il web schierarsi in merito.
Scrittrice free lance, ammette senza alcun problema di essere appassionata di erotismo, in tutte le sue forme, sfumature e colori. Fate l'amore non fate la guerra, diceva qualcuno. Ebbene, non è poi così male come idea, dopotutto.