Untitled Goose Game irrompe, il 20 Settembre 2019, nel mercato del gioco indie, che nell’ultimo decennio è cresciuto immensamente: precedentemente sconosciuto al consumatore di massa, nel 2011 inizia la sua crescita con l’inaspettato successo di Minecraft, al punto da diventare un mercato talmente competitivo da tener testa ai grandi publisher. Ma è anche un periodo in cui gli sviluppatori di videogiochi imparano a non prendersi troppo sul serio e giocare con la definizione stessa di videogioco, plasmando il media e rompendo gli schemi che spesso intrappolano persino i grandi dell’industria. E House House, team conosciuto anche per aver sviluppato Push Me Pull You, riesce a stupire senza avere pretese, al contempo dando vita ad idee non ancora esplorate.
La prima comparsa di un’inarrestabile fonte di disturbo
È una magnifica giornata nel villaggio, e tu sei un’orrenda anatra.
Con queste parole viene presentato il gioco, a prima vista per veicolare la tematica principale dell’opera, ma c’è di più. Ogni aspetto dei primi momenti di contatto con Untitled Goose Game serve lo scopo di comunicare il ruolo del giocatore: voi sarete un elemento di sorpresa, con un’incomprensibile volontà in grado di rovinare la giornata del resto del cast, rappresentante la goffa imposizione di limiti alla vostra libertà di distruggere lo status quo, che a sua volta reagirà dando un tocco unico ad ogni situazione.
Sei solo una semplice anatra, no?
Il concetto stesso di ironia nasce dal palesarsi di una qualsiasi forma di assurdità, uno stratagemma che molti giochi spesso preferiscono portare all’estremo: dai dialoghi dei personaggi della serie di Borderlands al potere sovrannaturale, in Goat Simulator, di trasformare centinaia di persone in ragdoll esanimi. Untitled Goose Game prende una direzione diversa, tenendo le zampe a terra, concentrandosi sulla caratterizzazione dei suoi personaggi e ricordandoci che siamo nei piumati panni di una normale anatra, ed il mondo è costruito in maniera tale da soddisfare i limiti delle poche ma efficaci azioni che potremo compiere:
Starnazzare: proprio la prima cosa che il gioco ci insegna a fare
Correre, sacrificando la possibilità di girarci efficientemente
Interagire con gli oggetti che possiamo realisticamente spostare
Abbassare il becco per sfruttare fessure e raggiungere piccoli oggetti
Sventolare le ali (più che altro per asserire il nostro dominio)
Il gioco si limiterà a spiegare l’esecuzione di base di queste azioni, ma il giocatore è da subito in grado di prendere il controllo della situazione. Convenientemente, il primo livello che affronteremo è studiato proprio per insegnare al giocatore il funzionamento di queste meccaniche di base senza utilizzare schermate piene di parole che un’anatra non leggerebbe mai. Un ottimo stratagemma per assicurarsi l’accessibilità del gioco senza interromperne il ritmo!
Ed ora come si entra?
La principale fonte di difficoltà deriva dagli obbiettivi che il gioco fornisce, creando il pretesto per momenti goliardici senza doverci guidare per mano, e dagli abitanti del villaggio, che a loro volta ci impediranno con le loro forze e con la loro (limitata) intelligenza di portare a compimento i nostri piani. Il ciclo basilare del gioco è quindi incentrato sullo sfidare l’acume del giocatore nel trovare la propria soluzione ad una serie di problemi, contestualizzati dall’ambiente e dal malcapitato di turno: per il genere sandbox situazioni simili sono la norma.
L’alternativa offerta da Untitled Goose Game innova introducendo la commedia come parte del proprio gameplay, rendendo il giocatore partecipe dell’azione e della comicità, invece di trattarlo come uno spettatore. Un esempio di questo concetto lo possiamo trovare proprio al primo livello, in cui il gioco ci proporrà di far bagnare il giardiniere. Abbiamo due modi per realizzare questo scenario: il primo e più evidente è quello di utilizzare l’irrigatore, che potremo attivare dall’esterno del giardino; l’altro metodo è quello di attirare il giardiniere fuori dal giardino e costringerlo a recuperare i suoi averi dentro il lago.
In che modo Untitled Goose Game riesce a divertire?
Uno dei principali motivi della calorosa ricezione di Untitled Goose Game è la presentazione del gioco e dei propri personaggi. Sin dal primo trailer House House mostra una particolare enfasi sull’espressività dei propri personaggi, scegliendo lo stile slapstick (chiunque, da piccolo, abbia visto Mr Bean capirà come sia un’efficace forma di comunicazione!) e curando ogni animazione in modo da trasmettere accuratamente ogni stato d’animo senza il bisogno di dare al gioco uno stile più complesso, ma questo è solo l’inizio. Ogni abitante che incontreremo nel villaggio avrà il proprio carattere, una propria routine ed il proprio modo di reagire a diverse situazioni, non solo in relazione al giocatore, ma anche in relazione agli altri personaggi.
Nello spirito del gioco sistemico moderno, il giocatore ha una maggiore libertà di quanto possa sembrare evidente all’inizio: gli obbiettivi che il gioco propone non sono il semplice tentativo degli sviluppatori di indurre il giocatore a provocare una reazione calcolata dei personaggi, ma anche il risultato della sperimentazione che il mondo di gioco e le sue meccaniche offrono, permettendo essenzialmente al giocatore di creare i propri personali momenti di comicità come ricompensa per la padronanza delle meccaniche.
In questo sta la vera forza di Untitled Goose Game: trovare il giusto bilancio tra la quantità di contenuto predeterminato e il grado di libertà offerto al giocatore. Nonostante ogni personaggio, se preso da parte, abbia un insieme statico di azioni, l’imprevedibilità che il giocatore introduce grazie all’ambiente ed agli altri personaggi permette di creare situazioni uniche, ed un gameplay loop fondato sull’espressività del giocatore.
Questo gioco ci lascia auspicare ad una futura estensione di questa insolita combinazione di generi, che sia nella forma di DLC, di un sequel o di una nuova formula con l’audacia di iterare sui fondamenti di Untitled Goose Game, auguriamo a House House di stupirci ancora!