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Museum of Sex & Pornhub presentano: STAG, le origini illecite dei film pornografici

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Certo che esiste il Museum of Sex, ed è anche popolarissimo.

Da dove nasce la pornografia? Perché in origine era ritenuta totalmente illegale? Abbiamo testimonianze di quelle primissime pellicole a sfondo sessuale? Esistevano già delle vere e proprie categorie nel porno?

A queste e tante altre domande inerenti al porno di inizio secolo scorso risponderà la mostra STAG: The Illicit Origins of Pornographic Film. Un progetto estremamente ambizioso, che vede collaborare Pornhub con il leggendario Museum of Sex di New York. 

Partiamo allora dall’inizio di questa vicenda, cercando di capire come sia nata la necessità di un museo dedicato interamente al porno nella megalopoli americana.

Ma cos’è il Museum of Sex?

Il Museum of Sex (anche noto come MoSex) sorge al 233 della 5Th Avenue, nel più vivo centro di New York. Aperto il 5 ottobre del 2002, volendo citare il fondatore Daniel Gluck è un museo dedicato alla “storia, evoluzione e significato culturale della sessualità umana“.

Il museo espone circa 15.000 oggetti tra fotografie, costumi, sculture, ma anche preservativi e sex toys vintage. Un occhio di riguardo anche (ovviamente) all’internazionalità del sesso, come la cultura dell’hentai e porno giapponese. Insomma, una tappa obbligata se vi trovate a New York.

museum of sex

Solo una delle meravigliose sculture presenti nel museo: non si dica che sia nudo insomma.

Ma ciò che rende questo museo unico nel suo genere non è tanto la sua ricca collezione di cimeli, quanto il fortissimo impatto sociale che ricopre. E’ proprio grazie alla sua esistenza infatti che la sessualità sta trovando man mano la propria libertà, la totale e comune accettazione, senza bigotti pregiudizi o ridicoli tabù. Il Museum of Sex è infatti diventato, negli anni, un vero e proprio fulcro culturale, un punto di riferimento per artisti o per semplici fan del porno.

Inutile dire che l’accesso al museo è riservato ai maggiorenni. 

STAG: The Illicit Origins of Pornographic Film

La mostra (inaugurata lo scorso 21 giugno) sarà visitabile fino al 21 ottobre, e arricchirà notevolmente l’esposizione del MoSex con filmati inediti provenienti dal ventesimo secolo e altro esclusivo materiale pornografico di quegli anni. Le proiezioni di questi film vintage hanno una durata che varia dai cinque ai dieci minuti, anticipate da brevi narrazioni che raccontano le relazioni sessuali e sociali degli inizi del Novecento (generalmente censurate nei documenti storici).

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STAG si riferisce infatti ai segreti film pornografici interrazziali filmati tra il 1900 e il 1960, che venivano distribuiti illegalmente ed identificati proprio utilizzando questa parola. E’ senza dubbio delizioso vedere come il razzismo fosse già largamente abolito nel mondo pornografico, mentre in quello “reale” imperversa(va) senza sosta alcuna.

Ha affermato Corey Price, vice Presidente di Pornhub:

“Siamo orgogliosi di collaborare con il Museum of Sex nella presentazione di Stag: The Illicit Origins of Pornographic Film. Volevamo celebrare le prime rappresentazioni del sesso nei film e rendere così omaggio ai registi professionisti e ai produttori amatoriali entrati nell’intrattenimento per adulti di questo periodo”.

Un omaggio che potremmo dire perfino necessario nella nostra contemporaneità, purtroppo ancora succube di alcuni concetti provenienti proprio dal secolo scorso.

Viva il porno, viva i genitali, viva il sesso.

Tornare (anche solo) idealmente a quegli anni, dove una fortissima censura cercava di sedare gli impulsi sessuali, dove il piacere femminile veniva (ancora, nonostante gli enormi progressi nella comunità scientifica) etichettato come isteria, è sicuramente fondamentale per comprendere come simili comportamenti siano obsoleti ai giorni nostri oltre che intollerabili.

Il porno non sarà mai un male assoluto, quanto un modo come un altro per prendersi cura di sé e scoprire sia le proprie inclinazioni quanto anche perfino il proprio corpo.

Ulteriori informazioni in merito alla mostra (tra cui anche eventuali prenotazioni e biglietti) potrete trovarle sul sito ufficiale della mostra. 

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Scrittrice free lance, ammette senza alcun problema di essere appassionata di erotismo, in tutte le sue forme, sfumature e colori. Fate l'amore non fate la guerra, diceva qualcuno. Ebbene, non è poi così male come idea, dopotutto.

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