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The Backrooms: effetto “claustrofobia digitale”

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Un purgatorio interdimensionale piuttosto inquietante.

Internet è un luogo molto bizzarro in cui il gusto per l’horror o più in generale l’innaturale attrazione del grottesco hanno sempre trovato spazio tra gli utenti. Di esempi nel corso del tempo ce ne sono stati, come la nascita dell’organizzazione fittizia SCP Foundation con lo scopo di impedire la scoperta e diffusione di fenomeni anomali alla popolazione attraverso un progetto top-secret.

Tuttavia, in questo caso le cosiddette “Backrooms” rappresentano un labirinto casuale di livelli o piani appartenenti ad un’altra dimensione in cui un individuo dovrebbe farsi strada tendendo a mente l’alta probabilità di imbattersi in creature od oggetti sovrannaturali chiamate “entità“.

La loro storia si origina nel 2019, nei meandri di 4chan, uno dei forum più importanti e famosi di internet (ndr, internavigate con cautela là dentro), dalla semplice richiesta di un utente sulla board /x/, caratterizzata dagli argomenti del paranormale, poiché voleva raccogliere immagini definite “inquietanti” o “strane“.

Tra i vari anon (ndr, abbreviazione per “anonymous user, utente anonimo”), uno postò un’immagine più particolare delle altre, inconsapevole dell’escalation di eventi che si sarebbe andata a creare.

L’immagine originale che venne fantasiosamente “contestualizzata” dando inizio al fenomeno delle Backrooms.

In successione, un altro anon volle aggiungere un approfondimento di contesto a quella stessa immagine e gli affiancò la seguente citazione (ndr, adattata dal sottoscritto):

“Se non farai attenzione e ti trasporterai fuori dalla realtà in posti sbagliati, finirai nelle Backrooms, dove non v’è nulla a parte il tanfo di moquette vecchia e umida, la demenza del giallo piatto e monocromatico, l’incessante rumore di sottofondo di luci fluorescenti a massima intensità, e approssimativamente 600 milioni di metri quadrati di stanze vuote e suddivise in maniera casuale dove rimarrai intrappolato.

Dio te ne scampi se noterai qualcosa nei tuoi paraggi, perché potrai star certo che ti avrà sentito.”

Fu così che l’utenza cominciò a inventare una serie di racconti a partire dall’immaginario dietro scenari e ambientazioni simili di connotazione claustrofobica, dando quindi vita a questa realtà parallela definitivamente ufficializzata come creepypasta (ndr: diffusione attraverso copia-e-incolla di storie a tema horror).

Struttura e composizione di un labirinto infinito

Le Backrooms sono costituite da una mappatura indefinita e generata automaticamente di esistenza costante che è stata prontamente suddivisa in una stratificazione a “Livelli“. Tale struttura è stata catalogata dalla M.E.G. (Major Explorer Group), ovvero un’associazione di stampo governativo presente all’interno delle stanze-senza-fine volta ad aiutarne l’esplorazione attraverso spedizioni e raccolte dati per arricchire il corrispettivo database scientifico.

Il primo logo utilizzato dalla M.E.G. alla sua fondazione, successivamente rinnovato e sostituito con quello presente al lato destro.

Le classificazioni governative dei livelli sono state descritte in questo modo:

  • Normal Levels: i livelli principali della dimensione, diversi tra di loro per grandezza e sicurezza d’esplorazione, dove le leggi terrestri non hanno alcuna rilevanza;
  • Sublevels: livelli minori derivati da quelli normali, rappresentano una sotto-ramificazione di quest’ultimi continuando ad esistere in maniera indipendente e non direttamente collegata;
  • Anomalous Levels: livelli misteriosi, dalle regole non ben definite e le cui caratteristiche sembrano mostrarsi come ulteriori realtà parallele alle Backrooms stesse.

Al momento è stata riconosciuta l’esistenza, secondo il concetto di canon, di 9 livelli chiamati “The Main Nine” (I Nove Principali) tra cui l’iniziale famoso “Level 0 – The Lobby” (ndr, quello dell’immagine primordiale menzionata prima), tuttavia la numerazione utilizzata non indica il loro grado di pericolosità bensì fa esclusivamente riferimento all’ordine di archiviazione cronologica in cui sono stati scoperti.

Inoltre, la mancata autenticazione dei livelli rimanenti è dovuta ad una quantità di prove riportate non sufficiente a riconoscerli in maniera certificata, sebbene non venga esclusa la loro presenza.

La prima immagine ottenuta di uno dei “Normal Levels”, in questo caso il Livello 4, soprannominato “Abandoned Office”.

I Sublevels vengono definiti attraverso una porzione di misura decimale dei livelli da cui derivano (ad esempio, “4.1“). Gli Anomalous Levels, invece, vengono classificati attraverso nomenclature di simboli o numerazioni particolari che li contraddistinguono (ad es., Livello “!“).

Vi è infine una quarta categoria chiamata Joke Levels, ritenuta non-canon ai fini della lore originale, col solo fine di ironizzare attorno alle stesse Backrooms attraverso riferimenti di meme famosi della cultura dell’internet (ad es., Livello “9+10=21“) oppure di contenuto “meta“, ovvero auto-consapevole della finzione legata alla creepypasta (ad es., Livello “Metalanguage“).

Le entità: compagni di viaggio o predatori mortali

Dopo aver preso coscienza di cosa significhi addentrarsi in questi spazi dalle possibilità infinite, bisogna rammentare che le Backrooms non costituiscono solamente un lungo corridoio vuoto dai tratti stranamente riconoscibili, ma anche un ambiente naturale per svariate creature paranormali, le sopramenzionate “entità“.

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Secondo il database ufficiale, esse vengono classificate per numero d’identità, nome, grado di pericolosità (in una scala da 0 a 7) e per l’appunto in base all’habitat dove risiedono.

Alla stessa maniera dei Livelli, anche le entità numerate sono suddivise in quelle confermate come gli “Smilers“, ovvero creature aggressive con un volto spaventoso che si nascondono nel buio, e non confermate come la creatura spettrale “Six Arms“, di cui si dubitano le voci, a seconda della quantità e validità di prove raccolte ad autenticarle.

Immagine ottenuta di uno “Smiler”, un entità aggressiva attratta dalle luci in movimento e che vive nel buio, nel livello 0 “The Lobby”.

Inoltre, vi sono entità esclusive per livello, come la “Cosa del Livello 7“, o meglio una specie di serpente marino forse immortale dalle dubbie caratteristiche, ed entità enigmatiche come il “Maestro di Chiavi“, una figura semi-divina di natura neutrale, a tratti benevola, capace di accedere in ogni luogo delle Backrooms ma la cui provenienza risulta misteriosa se non mistica.

Per di più, torna la categoria volutamente autoironica Joke anche per le entità, ovvero sempre creature pericolose ma fondate sulla base di meme popolari del calibro di “Ye(letteralmente la figura controversa di Kanye West), oppure “Smol Ame“, sarebbe a dire la versione cartoonesca e chibi (ndr, carina e pucciosa) della vtuberAmelia Watson” conosciuta nel fandom di Hololive.

Gli sviluppi attuali del fenomeno

Le Backrooms rappresentano un topic relativamente giovane per il mondo dell’internet, la cui esistenza sembra più duratura di quanto si tenda a ricordare. Nonostante ciò, il loro impatto rapido ha fatto in modo che venissero accolte con curiosità ed entusiasmo a tal punto da aver creato un sotto-fenomeno estetico, cioè quello degli spazi liminali.

Immagine di un tipico spazio liminale, difficile da interpretare nella sue caratteristiche di appartenenza.

In breve, gli spazi liminali rappresenterebbero sezioni all’apparenza vuote o abbandonate di passaggio tra due luoghi, la cui visione comporta sensazioni poco focalizzate di rimembranza ed inquietudine nell’oltrepassarle.

“Tu sei stato in questo luogo e ti sembra familiare.”

Non solo, diverse creazioni hanno portato alla loro rappresentazione anche in altri media come i videogiochi, a partire da un gioco direttamente ispirato e prodotto dallo studio Pie on a Plate Productions. Un altro esempio sta riguardando una nuova mod appena in sviluppo su Minecraft, oppure ci sono casi di semplici realizzazioni visive come in uno screen proveniente da Animal Crossing: New Horizons.

Tuttavia, il vero apice rappresentativo della creepypasta sembra stia avvenendo dagli inizi di Gennaio del 2022, grazie ad una serie di video a tema caricati su Youtube dal canale Kane Pixels.

Kane ha solamente 16 anni, eppure il suo talento da videoartista con effetti speciali sembra aver conquistato la community dietro il fenomeno delle stanze-senza-fine. L’obiettivo dei così chiamati “Found Footage” sarebbe quello di mostrare un’esperienza estremamente realistica e datata dell’ambiente interno alle Backrooms attraverso l’esplorazione di un team di ricerca.

I dettagli della sua ricostruzione storica si stanno indirizzando molto verso i valori canonici della creepypasta, sebbene ci siano evidenti approfondimenti autoriali per mantenere un filo narrativo coerente.

Leggendo varie impressioni online, il feedback positivo maggiormente saliente sembra fare riferimento al modo in cui Kane stia catturando perfettamente la “essenza originale” che caratterizzava il senso di angoscia e dispersione sull’argomento durante il periodo iniziale di diffusione mediatica.

Insomma, sembrano esserci tutti i presupposti di un destino ancora molto interessante per quella che è diventata a tutti gli effetti una stella nascente nelle leggende urbane di internet.

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Leonardo Paccoj

Collezionista, appassionato di videogiochi, internet, meme, tecnologia e molto altro. Non lascio da parte l'attività fisica e mi tengo in forma. Ancora studente ma a quanto pare adesso anche Capo-redattore. Io non l'avrei mai immaginato... e tu?

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