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#GiveDivasAChance: web e wrestling femminile

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Non un semplice hashtag.

Il wrestling è stato molte volte influenzato da movimenti nati nel web che, a volte, sono riusciti a cambiare  match, storyline, o perfino la storia stessa dello sport-spettacolo più famoso al mondo.

Questa è la storia dell’hashtag #GiveDivasAChance e di come il wrestling femminile è drasticamente cambiato negli ultimi anni.

Il wrestling femminile negli anni 2000-2010

Nel nuovo millennio, il wrestling femminile in WWE ha attraversato alti e bassi.

Durante il periodo che va dal 2000 al 2010, la categoria femminile della federazione era rappresentata sia da grandissime atlete (come Lita e Trish Stratus) che da ragazze scelte principalmente per il loro aspetto fisico (ndr, tipo Melina, la bellissima ragazza che, per chi è cresciuto come me con il wrestling su Italia 1, accompagnava i famosi “unto e bisunto” durante i loro match di coppia).

Anche se in questi anni la categoria femminile non era così tremenda, spesso le atlete venivano impiegate in storyline figlie dei primi anni 2000, fatte di matrimoni sul ring, scene d’amore finte e triangoli amorosi fra atleti. Insomma, tutte storie dove i reali protagonisti erano gli uomini e le donne erano solo la causa scatenante o il premio della contesa.

L’esempio più famoso è probabilmente la faida fra Matt Hardy e Edge per il cuore di Lita. Una storia strana, dato che questa era ispirata a fatti realmente accaduti: Lita, infatti, tradì realmente Matt Hardy con Edge, mentre il primo era fuori per infortunio.

Il periodo più buio: 2010-2015

La categoria femminile peggiorò molto con l’inizio del nuovo decennio, sia per quanto riguarda le esponenti nel ring, sia per come venne trattata la figura della categoria dall’azienda.

Molte delle atlete di quel periodo sono tutt’altro che memorabili, sia sul ring che nella recitazione.

L’unica mosca bianca era probabilmente AJ Lee, una ragazzina che ha sempre mostrato delle buone abilità sul quadrato, ritagliandosi un pezzetto di cuore in molti fan della disciplina.

Lasciando da parte il fattore atlete, è proprio la WWE ad aver sbagliato praticamente tutto durante quel periodo, partendo già dal nome della categoria: Divas.

Divas è un nome che è difficile prendere sul serio, soprattutto se paragoniamo il titolo “campionessa delle Divas” a titoli del calibro di “campione dei pesi massimi”o “campione intercontinentale”. Anche l’estetica della cintura delle Divas non aiutava per niente, sembrando quasi un giocattolo per bambine a causa della farfalla rosa davanti alla cintura.

Il colpo di grazia viene dato da Total Divas, un reality show sulla vita delle varie atlete: inutile dire come mostrare la vita privata delle atlete in uno show stile “shore” rendeva quest’ultime delle star da reality e allontanava la figura di atlete agli occhi dello spettatore.

Col passare degli anni, i match dedicati alla categoria femminile erano sempre meno e duravano fin troppo poco tempo: inoltre, molto spesso intorno agli scontri per il titolo non c’era nemmeno una vera storia. Fu nel momento più buio che il web insorse con l’hashtag #GiveDivasAChance. 

Cambio di rotta: #GiveDivasAChance

Il 23 Febbraio 2015, nella puntata di Raw subito dopo il pay-per-view Fastlane va in onda un match di coppia di soli 30 secondi (ndr, un match classico ha una durata molto variabile, circa fra gli 8 e i 15 minuti): è la goccia che fa traboccare il vaso.

Pochi minuti dopo i fan insorgono, riempiendo qualsiasi social (soprattutto Twitter) con post e messaggi che chiedevano rispetto per le donne in WWE e dei match degni di tale nome attraverso l’hashtag #GiveDivasAChance.

I fan della WWE si erano stufati delle modelle prese per il loro aspetto, volevano vedere sul ring delle vere e proprie atlete. La rabbia dei fan è inoltre scatenata dal fatto che, in realtà, in WWE c’erano molte donne in grado di combattere, rilegate però allo show minore NXT, dove avevano ruoli sempre più rilevanti nella card dello Show.

Il movimento #GiveDivasAChance diventò talmente prepotente che arrivò alle orecchie della dirigenza e venne pubblicizzato anche negli show principali: fu la prima volta che un movimento creato dal web venne effettivamente usato nello show e nelle storyline.

La situazione rimase pressoché identica fino al 13 Luglio 2015, dove tre delle quattro atlete conosciute come le “four horsewomen” vennero spostate da NXT a i due show principali.

Le tre atlete (Becky Lynch, Sasha Banks e Charlotte Flair) vennero annunciate in pompa magna a Raw ma, in un primo momento, furono Sasha e Charlotte a far rinascere la categoria femminile.

Charlotte Flair e Sasha Banks

Charlotte e Sasha si fanno subito notare agli occhi del pubblico. Se Sasha Banks riesce a farsi riconoscere grazie alla sua abilità al microfono, al suo stile inusuale molto tecnico e alla perfetta recitazione della sua gimmick (ndr, la definirei una fusione fra una mistress e una rapper dei ghetti americani), è Charlotte Flair a diventare simbolo e riferimento del nuovo wrestling femminile.

Charlotte, figlia d’arte del wrestler Ric Flair, presenta un fisico statuario e possente che, insieme ad un’innata capacità nel ring, da credibilità a mosse di elevata potenza fisica presenti nel suo repertorio.

Tutto questo, unito a mosse iconiche e una gimmick classica come quella della sovrana che gli calza a pennello, rendono Charlotte Flair l’atleta femminile di riferimento per qualunque fan di wrestling.

Il movimento #GiveDivasAChance unito al successo delle wrestler appena citate cambiano per sempre la WWE.

Il nome Divas scompare quasi totalmente dagli show e viene cambiata la tremenda cintura farfalla con un titolo nuovo di zecca chiamato “titolo femminile”. Inoltre, col passare del tempo, tutte le stipulazioni speciali specifiche dei pay-per-view (Royal Rumble, Hell in the Cell, Money in the Bank) ottengono una versione femminile.

Il wrestling femminile oggi

Negli ultimi anni, sono state principalmente le ultime due horsewomen a dominare la categoria femminile in WWE. Dal 2018 al 2019 Becky Lynch, attraverso una gimmick da maschiaccio arrabbiato, è riuscita a diventare la donna di punta dell’intera compagnia, superando perfino la concorrenza maschile.

Adesso che la WWE sta attraversando sicuramente il momento più difficile della sua storia a causa dell’emergenza Covid-19 e la mancanza di pubblico, è l’ultima ragazza che manca all’appello, Bayley, la protagonista della divisione. Attraverso il suo personaggio cattivo e cruento è riuscita a prevalere sulle altre atlete e a diventare l’atleta di punta della categoria.

Ma il movimento #GiveDivasAChance non ha influenzato solo la WWE.

Impact Wrestling, una federazione minore, si è spinta oltre: infatti, recentemente il “titolo mondiale dei pesi massimi” è stato vinto da una donna: Tessa Blanchard. Impact ha deciso di sfatare il tabù del wrestling più famoso, ovvero i match singoli fra uomo e donna, per far vincere per la prima volta un titolo massimo maschile ad un’atleta dell’altro sesso.

Infine, #GiveDivasAChance e la nuova dimensione del wrestling femminile hanno sicuramente ispirato anche altri settori, come ad esempio la serie TV GLOW di Netflix che unisce la commedia americana al mondo del wrestling in modo molto riuscito.

#GiveDivasAChance è stato il punto di svolta di un intero sport, inserendo la parità di genere in un mondo che ne aveva l’assoluto bisogno. Speriamo che le cose rimangano così e che nel wrestling le donne abbiano sempre la stessa importanza degli uomini.

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Filippo Chisci

Sono un ragazzo di 22 anni con la passione per l'ecologia, la musica e i film di serie Z. Nel tempo libero narro vicende dimenticate su cyberdude, perché tutte le storie valgono la pena di essere raccontate.

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