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Creepypasta: significato e origini sul web

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Ovvero: come raccontare storie dell’orrore nel nuovo millennio.

Le copypasta sono uno dei fenomeni più famosi del web. Si tratta di wall of text che vengono copiati e incollati in tutta la rete da vari utenti per diffondere storie dalla dubbia veridicità o per irritare il proprietario della chat online in cui vengono spammate senza ritegno.

Esiste però un genere di copypasta il cui scopo è creare terrore e confusione nel lettore attraverso un racconto dalle tematiche horror: le creepypasta.

La storia dietro le creepypasta

La parola creepypasta è stata usata per la prima volta su 4chan nel 2006, ma è a metà del 2007 che i racconti iniziano a diffondersi all’interno del sito e nel web: ogni giorno infatti da allora nascevano forum, pagine Facebook e siti dedicati alle storie del momento.

Il fenomeno raggiunge l’apice fra il 2009 e il 2010, grazie alla figura di Slenderman e ad un articolo del New York Times che fa conoscere il genere al grande pubblico.

Il successo di queste storie sta probabilmente nel loro formato: la creepypasta canonica è molto breve, cerca di sorprendere il lettore grazie a colpi di scena, immagini ritoccate e un linguaggio appropriato. La brevità ha aiutato sicuramente il diffondersi del fenomeno nel web: per esempio un utente medio non leggerebbe mai una storia horror di 2000 mila righe mentre sta tranquillamente scrollando il suo social network preferito; molto più probabile che legga una creepypasta lunga 10-20 righe e solo dopo, se interessato al genere, si butti su letture più lunghe e complesse.

Risalire a quale è stata il primissimo racconto del genere è praticamente impossibile. Il motivo principale è la distinzione arbitraria di cosa è una creepypasta e cosa no.

Alcuni pensano che siano nate insieme alle caselle di posta elettronica: infatti poco dopo la nascita di quest’ultime iniziarono a girare in rete vere e proprie catene di Sant’Antonio dai toni horror (ndr, il solito giochino “manda questo messaggio a 5 tuoi amici se non vuoi che il demone ti prenda”) che per stile e per scopo ricordano molto le creepypasta.

Altri considerano come prima creepypasta canonica Holder of the End, la prima della serie Holders che sembra essere stata pubblicata sul web nel 1999. Ogni capitolo della serie parla di un possessore di un oggetto maledetto che se ottenuto e ricongiunto con altri 538 oggetti darebbe vita a qualcosa di terrificante. Lo scopo del lettore è trovare tutte le 538 storie in modo da conoscere le istruzioni per trovare gli oggetti e decidere se distruggerli o portare il caos nel mondo.

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Per capire cosa spinge una persona a creare una creepypasta bisogna tornare indietro nel tempo. Fin dall’antichità l’uomo, per i motivi più disparati, ha creato storie di paura e creature mostruose (Wendigo, Uomo nero, Krampus, Yokai); queste storie sono state tramandate da persona a persona oralmente, subendo spesso modifiche dà luogo a luogo.

Il web può essere considerato un metodo di ultima generazione per tramandare le storie o addirittura un intero paese con le proprie leggende e i propri personaggi del folclore.

Creepypasta: i vari sottogeneri

Col passare degli anni sono nati moltissimi sottogeneri di creepypasta che si distanziano dallo stile tradizionale. A causa dell’esplosione del fenomeno e di una classificazione arbitraria che varia da sito a sito è impossibile definire rigorosamente tutti i vari sottogeneri, di seguito cercheremo di riportare i più interessanti e rilevanti nella storia del fenomeno.

  • SCP: queste storie riguardano l’associazione fittizia SCP (iniziali di Secure. Contain. Protect) e delle creature contenute all’interno delle strutture SCP per proteggere l’umanità. Lo stile di queste creepypasta è diverso da quello tradizionale: esse seguono lo stile di un articolo scientifico e presentano descrizione della creatura, grado di pericolosità e istruzioni per lo staff della struttura. Le creature, che come nome hanno tutte la sigla SCP seguita da un numero, sono il vero punto forte del genere: si va da alieni a fenicotteri di plastica assassini, da edere a un costume da lama che controlla le menti eccetera.
  • Gamepasta: come fa intendere il nome, sono le creepypasta che riguardano i videogiochi. Molto spesso viene usato come pretesto narrativo una copia maledetta o una hack rom misteriosa. Anche se lo stile è simile alle creepypasta tradizionali, fanno parte di questa categoria storie fra le più famose del web (Herobrine, Lavandonia) e racconti lunghi, ricercati e complessi (NES Godzilla, BEN Drowned)  che rendono questo genere uno fra i migliori a livello qualitativo.
  • Proxy: sono le creepypasta dedicate all’universo di Slenderman. In queste storie il protagonista è un Proxy (soggetto sotto il controllo mentale di Slenderman) o un Renegade (soggetto che è riuscito a liberarsi dal controllo mentale di Slenderman e cerca vendetta) che racconta la sua storia e l’incontro con lo Slenderman. Queste storie ebbero un boom mediatico nel 2014 a causa del tentato omicidio di una bambina.

Le creepypasta oggi

Negli ultimi anni le creepypasta hanno avuto un lento declino (ndr: si sa, le mode del web vanno e vengono), soprattutto le nuove generazioni di cibernauti non sembrano interessate alle storie dell’orrore, anche se nell’aprile 2020 una nuova creatura del web è diventata virale fra i giovanissimi grazie ad un video su TikTok: il Siren Head.

La creatura si presenta come un essere umanoide gigantesco con due sirene d’allarme al posto della testa. In poco tempo il personaggio sembra aver rimpiazzato il vecchio Slenderman e preso il suo posto in meme, video e mod per videogiochi.

Le creepypasta hanno sicuramente cambiato il web. Esse hanno dato vita a leggende e personaggi oramai tutt’uno con Internet e la cultura moderna. Anche se il fenomeno è in costante diminuzione, l’impronta dai toni horror lasciata dalle storie è ancora presente nei social, nei siti online e in molte produzioni cinematografiche.

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Filippo Chisci

Sono un ragazzo di 22 anni con la passione per l'ecologia, la musica e i film di serie Z. Nel tempo libero narro vicende dimenticate su cyberdude, perché tutte le storie valgono la pena di essere raccontate.

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