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Moirai: storia di vita, attacchi hacker e morte

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moirai

Tra le più criptiche esperienze.

Quando era possibile giocarci, Moirai è stato uno degli esperimenti sociali più strani, nonostante all’apparenza si presenti come una semplice avventura in prima persona.

Il gioco infatti non dura molto, e nel giro di 10 minuti è possibile completarlo: a questo punto, al giocatore viene svelata la ragione per cui non potrà più rigiocare come la prima volta.

Ad essere precisi, ormai nessuno può più giocare a Moirai. Originariamente, nonostante questo dettaglio fosse nascosto ai giocatori che sperimentavano per la prima volta la storia offerta dal gioco, Moirai era in realtà un’esperienza multigiocatore sui generis. 

Infatti, ogni giocatore è sottoposto agli stessi dialoghi ed alle stesse decisioni di minore importanza (ad eccezione di alcune righe di testo mostrate nel momento focale della storia, che invece dipendeva dall’ultimo giocatore ad aver giocato e inviato il proprio salvataggio ai server dedicati al gioco).

moirai

L’idea alla base del gioco è nata inizialmente per una game jam (ndr, una sfida in cui si sceglie di ideare un intero videogioco in brevissimo tempo), per la quale il team non riuscì a completare entro i termini il gioco, che fu rilasciato poco tempo dopo su GameJolt e Itch.io, ed accolto da una modesta popolarità.

In seguito al rilascio su Steam, l’esperimento di Chris Johnson diventò virale, anche grazie ai let’s play di streamer e youtuber famosi, così popolare da attirare ogni tipo di attenzioni, anche quelle sbagliate.

Entro poco tempo dopo infatti, i server del gioco sono stati chiusi in via definitiva, ma non prima che Johnson ringraziasse i giocatori e la comunità creatasi attorno al suo esperimento videoludico.

Vita o morte: gameplay e trama

Moirai era un gioco molto semplice: il giocatore, nei panni di un contadino, inizia la sua avventura in un villaggio, dopo essere venuto a conoscenza della scomparsa di Julia. Un anno prima, il marito della donna è scomparso misteriosamente all’interno della caverna vicina al villaggio, mentre ora Julia starebbe cercando suo figlio, che presumibilmente è scomparso all’interno della stessa caverna.

moirai knife

È possibile interagire con i personaggi e le pecore all’interno del villaggio, ma inevitabilmente si finisce per esplorare la famigerata caverna, dove all’entrata troverete un boscaiolo di guardia. Dopo aver sentito dei lamenti dall’interno della caverna, il guardiano vi dà una lanterna e vi avvisa che suo fratello è andato a controllare.

Poco dopo esservi inoltrati nella caverna, spunta fuori l’altro boscaiolo, che decide bene di affidare al giocatore l’esplorazione della caverna a causa della sua scarsa vista, consegnandovi un coltello con cui difendervi.

A questo punto, ci si aspetterebbe che il gioco diventi una sorta di dungeon crawler, ma nella caverna non sono presenti tesori o mostri di alcun tipo. Esplorando gli intricati corridoi infatti è possibile scorgere i resti di ciò che probabilmente era un bambino e altri indizi, ma inevitabilmente si andrà incontro ad un altro contadino, ed è qui che la componente online del gioco diventa evidente.

Salta fuori un altro contadino, con un coltello in mano ed imbrattato di sangue e sarà possibile porre tre domande:

  • Perché i tuoi vestiti sono insanguinati?
  • Perché hai un coltello?
  • Ho sentito delle urla, che cosa hai fatto?

Dopo aver ascoltato le sue risposte, il giocatore decide se lasciar andare o uccidere il contadino, ma la particolarità del gioco sta proprio nelle risposte a queste domande.

Quando il gioco era normalmente accessibile, le risposte erano diverse per ogni sessione, e corrispondevano esattamente alle risposte inserite dal giocatore che le ha inviate subito prima. In questo modo, il tono della storia veniva effettivamente alterato dal giocatore precedente.

Continuando sullo stesso percorso, troverete infine Julia, la ragazza scomparsa, ora insanguinata e morente, che svelerà di essersi avventurata nella caverna per suicidarsi, così da andare a trovare il figlio ed il marito, procedendo con un monologo.

A questo punto, sta al giocatore se uccidere o risparmiare Julia, ma ben presto risulta evidente come il risultato non cambi molto, visto che, scegliendo di risparmiarla, la donna vi maledirà e vi sputerà del sangue addosso.

Di ritorno verso l’uscita della caverna però, si è fermati da un terzo contadino, che vi pone le stesse domande di prima. Dopo aver inserito le vostre risposte, il gioco termina definitivamente.

Dopo un po’ di tempo, viene ricevuta una mail in cui viene spiegato le sorti del personaggio del giocatore.

Il lascito di Moirai

Ciò che ha più attirato l’attenzione in Moirai dei videogiocatori è il modo atipico in cui il gioco sovvertì le aspettative del giocatore, poiché, durante la prima sessione, si aveva l’illusione di interagire esclusivamente con degli NPC e non con altri esseri umani, un motivo che in realtà convinse molti giocatori ad inviare a Chris Johnson svariate mail piene di insulti.

Il giocatore infatti spesso non comprendeva che, rispondendo alla mail che informa dell’esito del proprio personaggio, il messaggio sarebbe arrivato proprio agli autori, piuttosto che al giocatore che aveva deciso il suo destino.

C’è anche chi, scoprendo la peculiarità del gioco, decise di rovinare volontariamente il gioco. La meccanica al centro di Moirai ha avuto una grande influenza, tanto grande da piegare anche il gioco stesso, creato e mantenuto da sviluppatori indipendenti senza fini di lucro: Johnson e il team non avevano idea di cosa li aspettasse dopo aver rilasciato il gioco.

moirai books

Infatti, a seguito dell’esplosione di popolarità su Steam, il gioco catturò anche l’attenzione di malintenzionati in cerca di un passatempo: da chi scrisse insulti razziali o omofobi nei campi di testo, a chi decise perfino di orchestrare veri e propri attacchi alla sicurezza del gioco.

Tra questi ultimi, saltò all’occhio degli sviluppatori un individuo in particolare, responsabile della creazione di uno script che inondasse il database del gioco con risposte identiche, rendendo impossibile giocare e talvolta causando il crash del server.

Durante la sua attività, tale hacker ha voluto lasciare però una qualche traccia volontaria, proprio per poter essere rintracciato e parlare con gli autori di Moirai. Finì per mandare perfino un messaggio diretto a Chris Johnson su Steam.

Johnson andò dritto al sodo, e l’hacker, interrogato sulle proprie motivazioni dietro gli attacchi e la pubblicazione dello script di gioco, motivò il tutto dichiarando di averlo fatto per puro divertimento.

In realtà, sembrerebbe che l’hacker fosse uno sviluppatore di videogiochi, e che abbia apprezzato molto Moirai, ma che la sua sia stata una semplice vendetta: avrebbe infatti proposto poco tempo prima ai creatori di Moirai di provare il proprio gioco, ricevendo però una risposta negativa.

moirai sheep

In seguito ai continui attacchi, il piccolo team si è trovato impossibilitato a rispondere all’enorme richiesta per il gioco.  Principalmente per motivazioni di natura economica, i server di gioco sono stati chiusi definitivamente il 30 Giugno 2016 ed è stata richiesta la rimozione del gioco da Steam.

Nonostante fossero stati chiesti chiarimenti, Valve non si è sbilanciata sulle possibili azioni da intraprendere nei confronti dei responsabili per gli attacchi di sicurezza.

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Videogiocatore seriale ed aspirante game maker. Tra i suoi generi preferiti: picchiaduro e giochi di ruolo

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