Internet è un luogo molto dinamico e imprevedibile, tuttavia alcuni dei suoi elementi sono e rimarranno sempre costanti nel tempo. Il protagonista in questione rappresenta un emblema primordiale, oggi a tratti “dimenticato”, agli albori della piattaforma più ricorrente in questi contesti, ovvero 4chan.
Nato la bellezza di quasi vent’anni fa, il “Pedobear” è un orsacchiotto cartoonesco dall’aspetto amichevole e conosciuto popolarmente come simbolo associato alla pedofilia.
Tuttavia, tale connotazione è stata frutto di un grande e continuo fraintendimento del suo significato intrinseco, dovuto alla diffusione tardiva della sua immagine ormai affermata e completa nel mondo dei meme sotto una luce diversa rispetto alle origini.
La storia del Pedobear risale ad una piattaforma cronologicamente precedente anche a 4chan stesso (2003), appartenente alla landa nipponica e fonte di grandi storie spesso sconosciute a causa della loro natura nazionale e circoscritta: 2chan (1999).
Il suo primo aspetto si chiamava “Kumar“, o in alternativa “Kuma” (ndr: letteralmente “orso” in giapponese), il quale veniva rappresentato da un’emoticon disegnata in codice ASCII (ndr: tecnica informatica utilizzata per ricreare le immagini attraverso i caratteri di scrittura digitale) tramite il volto di un orso usato allo scopo di segnalare la presenza di utenti in ricerca di attenzione, tipicamente denominati ancora oggi come “troll“, “baiters” o “attention whores“.
Fu così che la mascotte animalesca venne riprodotta e utilizzata in diverse forme, portandola così ad avere maggior interesse mediatico e di conseguenza a diventare una tra le prime cavie sperimentali dell’irriverenza senza freni di 4chan, poco dopo la nascita della suddetta imageboard.
Infatti, sfruttando la libertà di anonimato della piattaforma, gli utenti non erano affatto limitati dal postare eventuali contenuti estremamente controversi o prettamente illegali come in questo caso, rendendo così possibile scambiare perfino materiale pedopornografico.
Onde evitare coinvolgimenti indesiderati e per tutela dello stesso forum, l’orsetto in questione venne ridefinito nei suoi tratti, leggermente modificato e completamente colorato rendendosi ancora più riconoscibile.
In rimando al suo scopo originario, anche su 4chan venne utilizzato per rappresentare un mezzo di avvertimento così da aiutare sia utenti che moderatori a segnalare eventuali thread in cui era stato postato quel genere di materiale e renderli consapevoli dei rischi visivi e legali nell’averci contatto.
A causa di questa associazione originariamente creata a fin di bene, presto il Pedobear sarebbe diventato un’immagine celebre sì ma vittima del suo stesso significato indiretto e cautelativo.
Come ogni fenomeno in voga sul web, meme e photoshop vari non tardarono ad arrivare, tant’è che i thread (ndr: archiviati pur essendo stati eliminati) riguardanti le sue prime apparizioni affianco ad immagini di minori e umorismo annesso risalgono alla seconda metà del 2006.
Inoltre, anche Urban Dictionary (ndr: famoso sito in cui trovare definizioni di cultura internettiana) nel 2008 ne riportò per la prima volta una breve definizione citandolo come un personaggio utilizzato in correlazione agli hentai di genere “lolicon“, ovvero il tag che riguarda ragazze anime raffigurate come minorenni.
Tra i primi episodi di spicco nella sua fuga verso la realtà, il Pedobear venne individuato in prima pagina di un giornale polacco, The Gazeta Olsztynska, assieme ad un gruppo di altre mascotte appartenenti alla campagna promozionale delle Olimpiadi invernali di Vancouver del 2010.
Questo perché proprio l’anno prima un blogger di nome Michael Barrick lo aveva sottilmente inserito vicino a queste ultime ironizzando sulla loro somiglianza dallo stile cartoon e “innocente”.
Un altro episodio degno di nota ha coinvolto nientemeno che la figura di Papa Benedetto XVI nell’aprile del 2010, poiché un artista di graffiti, alla fine mai rintracciato, riuscì a disegnare due figure animali in bianco e nero sui cartelloni pubblicitari riguardanti l’arrivo del rappresentante ecclesiastico presso l’isola di Malta.
Non è dato sapere il motivo per cui Pedobear sia finito lì (ndr: probabilmente per ragioni umoristiche e provocatorie legate alle accuse verso il mondo ecclesiastico), tuttavia la sua comparsa ha sicuramente allertato gli organizzatori della campagna provvedendone alla rimozione, nonostante la notizia avesse ormai fatto scalpore a tal punto da aver raggiunto il picco massimo delle sue ricerche per parola chiave su Google.
Oltre alle varie comparse qua e là, di cui alcune importanti come appena visto, per Pedobear iniziarono anche i primi provvedimenti legali che lo videro incriminato come portatore di un significato pericoloso e nocivo nei confronti della società.
Invero, a causa di ulteriori episodi riguardanti persone travestite in costume che lo rappresentavano, le autorità procedettero alla diffusione di materiale informativo volto a sensibilizzare la gente sul tema, invitando ai contatti di riferimento in caso di avvistamenti o necessità.
Insomma, da quel periodo in poi la storia di Pedobear attraversò un vero e proprio punto di non ritorno, in quanto la sua iconografia era stata irreversibilmente stravolta dall’opinione pubblica.
In generale, Pedobear può essere definito come uno dei primi meme di internet a tutti gli effetti che, oltre ad avere un merchandise personale, ha generato a sua volta nuovi filoni di meme, alcuni più fini a loro stessi e altri più duraturi.
Tra i primi è possibile trovare ad esempio la sua intrusione nei Seals of Approval, ovvero una serie di parodie dei “sigilli” e “timbri” digitali ufficialmente utilizzati da aziende oppure istituzioni per determinare l’autenticità di uno specifico allegato.
Ovviamente nel caso dell’orso mattacchione, a partire dalla seconda metà del 2005, lo scopo del seal divenne contrapposto rispetto al trend di blocco e censura su 4chan da parte di utenti e moderatori dei contenuti controversi, quindi mostrando consapevole approvazione nei confronti dei suddetti e avvalorandone la condivisione in una vera e propria “lotta tra fazioni”.
Un esempio invece riguardante la seconda categoria è stato impersonato da Analoguma (ndr: analog-kuma, analog bear, orso analogico), un’icona derivata dal Pedobear e utilizzata in una guerra mediatica contro il passaggio delle telecomunicazioni private e pubbliche giapponesi dall’analogico al digitale.
Il nuovo orso si poneva come imitazione antitetica, a partire dall’antenna in testa, della mascotte ufficiale presentata dall’associazione nazionale delle trasmissioni, un cervo di nome Chidejika (ndr: chideji-shika, digital deer, cervo ditigale) il cui aspetto divenne subito elemento di satira.
Data la risposta infastidita dell’associazione nazionale nei confronti delle parodie e dell’uso improprio della mascotte (ndr: come prevedibile culturalmente dal popolo giapponese), lo scopo degli utenti si evolse da semplice satira e sfottò ad una ferrea opposizione contro la televisione in quanto media.
Di conseguenza, Analoguma ne fu il protagonista a colpi di creazioni sfacciate, gadget ispirati e furti di copyright, fino alla chiusura definitiva delle trasmissioni analogiche contemporanea alla sua “morte” nel 2011, riportando così la situazione alla tranquillità antecedente.
In conclusione, non è certamente discutibile il fatto che l’orso dal sorriso persistente abbia portato con sé un’ influenza rilevante nella cultura dell’internet e di come tutt’oggi ne viva un forte ricordo assieme ai suoi molteplici lasciti, tra cui quello di aver dato origine ad una vera e propria discendenza creativa della sua figura (ndr, ma… questa sarà una storia da approfondire un’altra volta).
Collezionista, appassionato di videogiochi, internet, meme, tecnologia e molto altro. Non lascio da parte l'attività fisica e mi tengo in forma. Ancora studente ma a quanto pare adesso anche Capo-redattore. Io non l'avrei mai immaginato... e tu?
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