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Yu-Gi-Oh! ed il deck da 2222 carte

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L’idea che costrinse Konami a modificare le regole di Yu-Gi-Oh!

L’unica caratteristica che accomuna tutti i giochi di carte collezionabili (Yu-Gi-Oh!, Magic the Gathering, Hearthstone, Legends of Runeterra, eccetera, anche noti come TGC) è che, durante le partite, ogni sfidante gioca con il proprio mazzo, montato appositamente per l’occasione.

Ma cosa succederebbe se l’avversario avesse un mazzo di 2222 carte, così grande da essere portato da ben due persone? Fu proprio così che Mail Shewe si presentò ad un torneo di Yu-Gi-Oh! in Germania, con l’intento più disonorevole e squallido che un giocatore di TCG possa avere.

L’importanza del mazzo

In molti dei più famosi TCG, il numero di carte nel mazzo ha delle restrizioni ben precise.

In Magic, ad esempio, per quanto riguarda il formato “Standard”, il mazzo deve essere formato da un minimo di 60 carte e non può includere più di quattro copie per ogni singola carta, fatta eccezione per le terre base che non sono limitate (ndr, se il giocatore usa un sideboard, esso può essere massimo di 15 carte e il limite di copie resta invariato fra sideboard e mazzo).

Anche se non c’è un limite massimo di carte, a condizione che il giocatore riesca a mischiarle senza aiuti esterni, la maggior parte dei mazzi non superano le 60 carte, perché, all’aumentare del numero di carte, diventa sempre più difficile pescare la soluzione giusta al momento giusto.

In altri TCG online invece, come ad esempio Hearthstone e LOR, in modalità “Normale” il limite massimo di carte corrisponde anche a quello minimo e non è permesso avere più o meno carte dell’avversario.

Pescare è una lama a doppio taglio

Visto che spesso nei TCG, senza considerare l’inizio della partita, ogni turno si pesca una sola carta, è ovvio pensare che solo in poche partite riusciremo ad aver giocato tutte le carte del nostro mazzo.

Per ovviare questo problema, molti giocatori aggiungono nel proprio mazzo tool che permettono di pescare o sostituire carte nella propria mano, in modo da avere più opzioni possibili per la mossa successiva e più risorse per rispondere all’attacco dell’avversario.

Alcuni mazzi fanno del pescare o del controllo su di esso il proprio punto di forza per vincere la partita. Altri, chiamati “mill”, obbligano l’avversario a pescare o scartare le carte dal proprio mazzo fino ad esaurirle: in molti TCG infatti pescare troppo porta a vari svantaggi, partendo dallo scartare carte fino alla sconfitta (lenta come in Hearthstone o immediata come in Magic) se il mazzo finisce.

Pescare quindi, anche se nella maggior parte dei casi è un pro da sfruttare, presenta non pochi problemi, dovuti soprattutto dalle restrizioni imposte dalle regole.

Credere nel cuore di 2000 carte di Yu-Gi-Oh!

Ma cosa succederebbe se, in un torneo ufficiale di un TGC, un giocatore si presentasse con un mazzo di 2222 carte?

Durante il torneo nazionale tedesco di Yu-Gi-Oh! del 2007, Maik Shewe si presentò con un mazzo infinito, talmente alto da necessitare l’aiuto di un’altra persona anche solo per il trasporto.

Nel 2007 infatti i mazzi di Yu-Gi-Oh!, (chiamati anche con il termine inglese decks) dovevano presentare un minimo di 40 carte ma non c’era nessuna limitazione per quanto riguardava il numero massimo. Visto che la strategia del minor numero di carte possibili è un dogma dei TGC, probabilmente a quel torneo Maik aveva un deck 50 volte più grande degli altri giocatori.

Anche se a prima vista potesse sembrare un folle, Maik aveva in realtà un piano ben preciso: sconfiggere gli avversari con l’evento più odiato dai giocatori di TGC, ovvero turni troppo lunghi da parte dell’avversario.

Il deck Maik Shewe si basava sul pescare e mischiare in modo spasmodico, creando dei veri e propri turni infiniti, fino alla resa per noia da parte dell’avversario. Anche se la tecnica era praticamente imbattibile, Maik Shewe fu squalificato al 2° round del torneo per i palesi danni che stava causando all’organizzazione.

Da quel giorno, fu introdotto un limite massimo per quanto riguarda i deck di Yu-Gi-Oh!, ovvero 60 carte. Probabilmente però, lo sfortunato che ha dovuto sopportare il 1° round contro Maik Shewe ha ancora incubi a base di anfore dell’avidità.

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Filippo Chisci

Sono un ragazzo di 22 anni con la passione per l'ecologia, la musica e i film di serie Z. Nel tempo libero narro vicende dimenticate su cyberdude, perché tutte le storie valgono la pena di essere raccontate.

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