Sei pronto per entrare nello ScourgeBringer?
ScourgeBringer è un roguelite in stile metroidvania estremo, facile da imparare ma difficile da padroneggiare, che darà del filo da torcere anche ai più esperti del genere.
ScurgeBringer
- Sviluppatore: Flying Oak Games, E-Studio
- Editore: Dear Villagers, Yooreka Studio
- Piattaforma: Nintendo Switch, Xbox One, Microsoft Windows, Linux, Mac
- Versione recensita: Nintendo Switch
- Prezzo: 16,99 €
Un po’ di trama e tanta lore
Il gioco inizia con l’arrivo dello ScourgeBringer sulla terra, un monolite volante che porta con sè distruzione e la fine della civiltà umana come la conosciamo oggi. Per cercare di risolvere il problema e il mistero dietro lo ScourgeBringer vengono mandate, all’interno di esso, varie squadre speciali, ma nessuno dei componenti riesce a fare ritorno.
Solo molti anni dopo l’apocalisse fa la comparsa la protagonista, Kyhra, l’eletta per portare la pace nel mondo, sconfiggere tutti i mostri all’interno del monolite e capire cosa si cela dietro allo Scourgebringer.
Anche se a prima vista sembra la solita trama banale vista e rivista. All’interno dell’avventura verrà alla luce una lore dai toni cupi e oscuri, che farà capire vari retroscena sullo ScourgeBringer e su chi lo abita. Questa lore risulta interessante e accattivante e dà all’esplorazione una marcia in più che manca ad altri esponenti dello stesso genere.
La tua abilità è l’unica via d’uscita
ScourgeBringer è un roguelite che fa della difficoltà e dell’assenza di un RNG opprimente le sue caratteristiche principali. Va detto che non è un gioco adatto ai neofiti di questo genere che cercano un’avventura semplice e rilassante, ma è perfetto per chi vuole mettere in mostra tutte le sue abilità e per chi non ha paura di provare e riprovare lo stesso stage per spingersi sempre più avanti.
Nonostante il livello di difficoltà, le meccaniche del gioco sono molto semplici. Esse sono basate sulla fedele spada della protagonista, che le permette di scattare e colpire il nemico (oppure stordirlo con l’attacco pesante nel caso il nemico stia per attaccare), e sull’arma da fuoco secondaria, che può essere cambiata durante il corso della run (si passa da armi a raffica, ideali per eliminare le orde di nemici, ad armi pesanti, perfette per i nemici più robusti).
Il giocatore, per avanzare fra le stanze, deve capire chi attaccare, quando attaccare e quando schivare, il tutto il più velocemente possibile in modo da non farsi mai trovare circondato.
Uno stile che vince e convince
Se i primi stage possono già mettere in difficolta, sono gli ultimi a trasformare il gioco in un vero inferno di proiettili, ed è proprio negli ultimi stage che notiamo forse il più grande punto di forza del gioco: le scelte della direzione artistica.
Ogni scontro non risulta mai confusionario o incomprensibile; ogni proiettile ed ogni nemico sarà ben chiaro sullo schermo e anche facilmente riconoscibile, in modo da permettere al giocatore di agire di conseguenza.
Questa caratteristica rende il gioco appagante, infatti ogni danno ricevuto sarà da retribuire solo ed esclusivamente all’errore del giocatore e mai ad un colpo che si mimetizzava con lo sfondo; una caratteristica fondamentale per un roguelite hardcore come questo.
Nota di merito anche al game design, soprattutto per quanto riguarda i vari stage del dungeon: essi sono molto diversi fra loro ed obbligano il giocatore ad adattarsi e cambiare lo stile d’approccio. Anche se ciò non è una meccanica innovativa su ScourgeBringer è implementata alla perfezione, dando un’anima ad ogni stage.
Un mondo non privo di difetti
Anche se ho apprezzato molto alcuni suoi aspetti, il labirinto dello ScourgeBringer presenta alcuni problemi.
Sicuramente uno dei punti più deboli del gioco sono i boss di fine livello; questi risultano ben presto troppo facili e sbilanciati rispetto alle stanze del dungeon, soprattutto dopo aver sbloccato alcune abilità nel hub principale del gioco (ndr l’abilità che permette di “parryare” i proiettili nullifica la maggior parte dei boss, ed è una delle prime abilità a venir sbloccata).
Oltre a ciò, un bilanciamento non proprio perfetto dei vari potenziamenti rende le run, soprattutto nel late game o in caso di speed run o 1-hit run, dipendenti dall’RNG e non solamente dalle abilità del giocatore.
Un ultima nota negativa va al porting su Switch (ndr l’unica versione provata): se la Switch è perfetta per questo tipo di gioco ed i comandi vanno più che bene, al momento della recensione ScourgeBringer presenta dei bug inaccettabili, che possono portare alla morte dopo 40 min di run oppure al crash del gioco, costringendo a ricominciare la run (ndr durante la battaglia contro un semi boss “occhio”, se a questo viene eseguita l’abilita furia il boss diventa invisibile e obbliga il protagonista a morte certa).
Tiriamo le somme
ScourgeBringer è sicuramente più che valido, capace di mettere in difficoltà anche il più abile dei giocatori ma anche in grado di dare grandi soddisfazioni. Il gioco non è adatto a tutti e presenta troppi bug per un lancio, ma niente che non si può aggiustare con qualche piccola patch.
Se non avete paura dei metroidvania, volete mettervi alla prova e il sangue e la veocità è quello che cercate dovete fare altro che entrare nello Scougebringer.