The End of TikTok?
TikTok è diventata una piattaforma virale nel giro di pochi mesi dal suo lancio, assorbendo gli utenti di musical.ly e ottenendo un enorme successo grazie alla presenza di influencers e utenti che lavorano tramite la piattaforma, sia per le possibilità di shitposting offerte dal formato dei video brevi con musica.
Lanciato dalla compagnia cinese ByteDance, con l’aumento spropositato di utenti il celebre servizio trova anche una larga fetta di detrattori, le cui opinioni sono state avvalorate dalle vicende recenti.
Scarsa sicurezza
Voci da diversi mesi criticano l’app con accuse di scarsa sicurezza nel trattamento dei dati degli utenti e vera e propria censura. Nel contesto legale cinese una situazione simile è ancor più allarmante, dal momento che le aziende sono obbligate a collaborare con il governo cinese, anche se dovesse trattarsi della raccolta dei dati degli utenti.
Anonymous, celebre gruppo hacktivista noto per la loro natura largamente distribuita e poco coesa, ha ovviamente criticato questo genere di scelte, arrivando a dichiararsi ostili contro i gestori dell’app.
Come se non bastasse, in seguito al rilascio della beta di iOS 14, i sospetti legati al furto di dati personali da parte dell’azienda cinese si trasformano più consistentemente in una prova.
Infatti, la nuova versione del sistema operativo per cellulari Apple introduce degli avvisi per le applicazioni che accedono in background a risorse come la videocamera, il microfono o gli appunti (ndr, per intenderci, lo spazio di memoria in cui sono salvati i contenuti che tagliate, copiate e incollate).
Proprio questi ultimi hanno letteralmente inchiodato TikTok, cosa che sembrerebbe accedere molto frequentemente ai contenuti degli appunti: un potenziale sbocco per la sorveglianza dei messaggi inviati, che assicura all’applicazione un posto in una lista (stilata da ricercatori di sicurezza informatica) contenente più di 50 app ritenute potenzialmente dannose per la privacy.
A queste accuse ByteDance ha risposto negando la possibilità che l’applicazione possa registrare i dati presenti negli appunti, giustificando i frequenti accessi come una misura contro lo spam ai danni della piattaforma stessa. Inoltre, questa misura non sarebbe stata attivata sulla controparte Android dell’applicazione.
Il ban indiano di TikTok
Il collegamento tra i due avvenimenti non è chiaro, ma poco dopo la pubblicazione delle accuse ai danni di TikTok riguardanti la privacy degli utenti, l’India ha deciso di eliminare dagli store l’app in questione insieme a numerose altre applicazioni cinesi sospettate di violazioni della privacy.
Un colpo duro per la piattaforma e per i suoi utenti, di cui, secondo le stime degli analisti, circa un terzo sono di nazionalità indiana e si appoggiano a TikTok per intrattenimento o per lavoro, con una popolarità ben maggiore rispetto a molti altri paesi.
Considerando il recente conflitto militare con la Cina, è facile pensare che anche questo sia un movente per una simile misura.
Sull’argomento delle decine di app cinesi messe al bando, il governo indiano dichiara che esse “rubano dati all’utente in segreto, trasmettendoli in server situati fuori dal territorio nazionale. Il trattamento di questi dati“, secondo il Ministro dell’Elettronica indiano, “è pericoloso nei confronti della sicurezza nazionale, e richiede misure di emergenza per assicurare la sovranità indiana“.
Nonostante un’azione simile sia un grande danno per ByteDance (Caixin, l’azienda intestataria, stima intorno a sei miliardi di dollari), l’azienda non intende rispondere per vie legali, ma negando il proprio coinvolgimento in azioni di spionaggio da parte del governo cinese, dichiarando, con una lettera al governo indiano, la loro opposizione ad ogni tipo di violazione della privacy.
In merito, ha dichiarato infatti Kevin Mayer, CEO di TikTok:
“Il governo cinese non ha mai richiesto i dati dei nostri utenti, e semmai dovesse succedere, ci rifiuteremmo di collaborare. Abbiamo intenzione di mettere in funzione un datacenter in India.”