Nel Luglio del 2018, la Commissione Europea multò Google per una storica cifra di 3.340 milioni di dollari con l’accusa (tra le tante) di violare una legge anti-concorrenza dovuta alla preinstallazione obbligatoria dei browser “Google” e “Chrome” su tutti i dispositivi Android europei. Lo scorso agosto, la plurimultata compagnia di Mountain View promise che avrebbe implementato in tutti i nuovi smartphone e tablet una schermata di scelta del browser che proporrà vari motori di ricerca in base al paese europeo nella quale ci si trova.
Google non ha perso l’occasione di recuperare una parte della quota persa in tribunale
In arrivo DuckDuckGo, Info.com e Qwant per l’Italia.
Il 2020 per i motori di ricerca si è quindi aperto con una grande battaglia per accaparrarsi uno dei tre posti nella famosa “Choice Screen”, ceduto al miglior offerente dalla grande G. L’asta per il mantenimento della propria posizione nel sistema operativo del robottino verde resterà sempre aperta e questa gara d’appalto si ripeterà ogni 4 mesi.
La prima asta si è già conclusa e siamo quindi a conoscenza dei tre motori di ricerca che accompagneranno la sempre presente Google Search in base alla posizione geografica a partire da Marzo. Tra i nomi dei vincitori, GMX, Yandex e PrivacyWall appaiono tra i paesi dell’est-europa, Bing si trova unicamente tra le opzioni del Regno Unito, Info.com e Qwant sono due dei contendenti per l’Italia, mentre DuckDuckGo è riuscita ad apparire su tutte le posizioni.
La vera vincitrice dell’asta di Google è lei.
Non c’è da stupirsi, abbiamo già visto cosa è e come opera il diretto avversario di Google. Nonostante ciò, dato che il sistema per l’elezione delle tre alternative sia stata un’asta, i vincitori di ogni paese non devono per forza essere popolari o i più utilizzati nel paese in cui appaiono. Evidentemente gli sviluppatori del motore di ricerca dal becco arancione devono aver investito un’enorme somma di denaro per aggiudicarsi un posto in ogni candidatura e guadagnare visibilità, ma ad ogni modo, l’ordine in cui le opzioni appariranno all’utente sarà casuale, senza dare neanche al miglior offerente il privilegio di risiedere in cima all’elenco.