Le console wars sono rimaste un argomento di dibattito per tantissimo tempo, sin da quando Nintendo e SEGA negli anni ’90 si insultavano a vicenda su quale delle due fosse l’azienda più in voga tra i videogiocatori. Anche oggi (ma sempre meno per svariati eventi, ndr), con le guerre delle esclusive, il mercato prova a rimanere diviso e competitivo come una volta.
Tuttavia, cercando su internet la lista delle console più vendute di sempre, ci si rende conto che il podio rimane incontrastato per la PlayStation 2 di Sony, con un distacco non così significativo dalla seconda e portatile in classifica, il Nintendo DS.
Le motivazioni dietro a questo enorme successo sono molteplici e vanno oltre la semplice qualità oggettiva della console in sé, ma ve n’è qualcuna che merita particolare attenzione.
Se ogni console di successo ha una storia tutta sua, quella della PlayStation 2 è sicuramente notevole, poiché mostra quanta importanza risieda nella condizione del mercato tecnologico di ogni specifica generazione, determinando il destino di una console tanto quanto i software venduti in funzione di essa.
All’inizio del nuovo millennio, Sony non poteva scegliere un momento migliore per rilasciare la sua creazione ai consumatori.
Il Dreamcast era uscito due anni prima (1998) ed aveva già dimostrato che non sarebbe riuscito a rimanere a galla: i problemi finanziari che SEGA si portava dietro dall’hardware precedente, il Saturn, avrebbero condannato la console alla dismissione anticipata.
Arrivare primi non sarebbe stata una strategia di successo garantita, ma di sicuro aiutò Sony a competere con i suoi due veri avversari di quella generazione: la Xbox di Microsoft e il GameCube di Nintendo.
Infatti, la PlayStation 2 venne rilasciata nel mercato mondiale nel corso del 2000, mentre alcuni continenti non videro le altre due console fino a metà 2002.
Ad aiutare la scalata della console Sony fino alla vetta non fu soltanto la decisione di rilasciarla così presto: durante la generazione precedente, nonostante l’enorme innovazione che il Nintendo64 portò sul mercato delle console, la decisione di usare delle costose cartucce invece di un formato molto più accessibile come il CD non permise alla software house di Kyoto di avere vita facile sul mercato.
Ma Nintendo non imparò dai propri errori e continuò ad utilizzare formati proprietari anche con il GameCube, spaventata dalla pirateria che tanto ripugnano anche oggi. L’efficacia iniziale rese i software poco violabili, tuttavia si dimostrò una delle ragioni di fama a segnare un’altra generazione di vendite povere per la nuova console della grande N.
D’altro canto l’appena nata Xbox se la cavò piuttosto bene, visto e considerato che fu il loro primo approccio ad un mondo con il quale Microsoft non aveva mai interagito; l’assenza di una fanbase dedicata, però, divenne proprio l’elemento determinante che serviva alla PlayStation 2 per aggiudicarsi la fetta di mercato dei consumatori incerti.
Grazie a questo ambiente favorevole, Sony riuscì ad afferrare il mercato con le unghie e non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.
Secondo molti, il vero motivo del successo della PlayStation 2 fu proprio la sua capacità di riprodurre DVD Video. Col rilascio del DVD-R nel 1999, questo nuovo formato tecnologico stava lentamente prendendo il posto della videocassetta, la quale era l’unica alternativa per la registrazione e la riproduzione di contenuti nelle case dei consumatori.
Grazie all’introduzione dei masterizzatori nei computer dell’epoca, che erano in grado di scrivere qualsiasi filmato su un DVD con facilità, oltre al prezzo bassissimo a cui si potevano trovare i dischi vuoti, il formato riuscì a sostituire lo status quo della VHS.
Semplice ma efficace, Bugsnax ti invoglia ad ottenere il platino. Bugsnax è un gioco indie…
Di conseguenza, la richiesta di un dispositivo casalingo che permettesse di riprodurre questo nuovo formato aumentò vertiginosamente, stravolgendo così il mercato del home-video.
Per quanto la console Sony non fosse l’unica ad avere questa caratteristica, dato che anche la Xbox poteva riprodurre DVD Video senza problemi, tale vantaggio unito al prezzo stracciato che la console raggiunse nel 2002, la rese anche un serio avversario dei molti lettori DVD disponibili all’epoca.
Dopotutto “perché comprare un semplice lettore DVD quando posso prendere un dispositivo che mi permette anche di giocare?”, considerato che il prezzo di vendita fosse quasi lo stesso. L’incredibile versatilità della PlayStation 2 su questo fronte le permise di farsi strada anche tra il mercato più casual, aggiudicandosi ulteriori vendite hardware.
In aggiunta ai motivi già presentati, ce n’è uno che spesso tende a venir ignorato da chi analizza il successo della console. Nonostante ciò, un numero considerevole di vendite della PlayStation 2, specialmente nei mercati più poveri, si possono ricondurre ad un fenomeno tanto odiato dagli sviluppatori quanto diffuso nel mondo dei videogiochi: la pirateria.
Dire che la PlayStation 2 fosse “facile da moddare” è un eufemismo. Con una conoscenza piuttosto basilare dell’elettronica si poteva forzare la console al proprio volere, permettendole di accedere a feature avanzate, far partire applicazioni homebrew e, soprattutto, farle leggere giochi masterizzati.
Anche oggi non è atipico trovare in paesi dell’America latina o dell’Asia una PlayStation 2 venduta a prezzo stracciato con un modchip installato, così da permettere anche ai più tecnologicamente analfabeti di giocare con dischi non ufficiali.
Ovviamente l’uso del formato DVD per i giochi PS2 ha aiutato non poco la diffusione della pirateria, rendendo la duplicazione dei giochi accessibile a chiunque possedesse un computer dotato di un masterizzatore.
Oltre al modding hardware, negli anni successivi vennero scoperti degli exploit (vulnerabilità informatica per sfruttare i bug) per avere accesso quasi illimitato alla console senza modificare o aggiungere componenti interni: il softmodding.
Il primo a diffondersi su larga scala fu “FreeMCBoot“: rilasciato nel 2008, questo exploit sfrutta una vulnerabilità nella protezione “MagicGate” usata da Sony per le proprie Memory Card. Una volta fatto breccia nelle difese della PS2, l’utente può comandare la console con libertà di azione paragonabile a quella di una modifica hardware, senza lasciare nulla di permanente nella console.
Nonostante esistano altri exploit da sfruttare, tra cui il più recente “FreeDVDBoot” che si basa sul lettore DVD della console, FreeMCBoot rimane il più importante tra i metodi per modificare la console.
Non è ben chiaro se Sony ci abbia perso o guadagnato dal punto di vista monetario a causa della diffusione così ampia della pirateria sulla loro console, specialmente considerando che moltissime software house sono restie a rendere pubblici i numeri a riguardo (ndr: quindi lato software, probabilmente sì).
Resta innegabile che la facilità di modifica della PlayStation 2 le abbia assicurato delle vendite hardware da capogiro, come dimostra la sua prima posizione nelle classifiche: basti pensare che anche la numero due, il Nintendo DS, è famosa per l’estrema diffusione della pirateria grazie a dispositivi come gli R4.
I fattori elencati in precedenza non sono gli unici che hanno contribuito al successo della PlayStation 2: uno fra molti i costi bassissimi di manifattura dei dischi e, di conseguenza, di sviluppo.
Oltre a questo, la rivalutazione che le console coeve alla PS2 hanno subito negli anni successivi ci possono far pensare che forse il mercato sia stato un po’ troppo duro nei confronti di Nintendo, Microsoft e, soprattutto, della povera SEGA.
Come si sarebbe sviluppato il mercato videoludico se anche solo uno degli aspetti presi in considerazione fosse venuto a mancare? Se ne può speculare solo col senno di poi.
Studente di Ingegneria Informatica. Videogames, meme e D&D. Di professione mi lamento. DM sta per Designated Master.
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