Un dramma musicale.
Klang 2 sperimenta con l’aggiunta di elementi action al genere del rhythm game. Una boccata d’aria fresca per i veterani del genere, i neofiti dovranno impegnarsi per arrivare fino alla fine, ma se amate il ritmo smettere di giocare sarà molto difficile.
Klang 2
- Sviluppatore: Tinimations
- Editore: Tinimations, Ratalaika Games
- Piattaforme: Steam, Nintendo Switch, Xbox One/Series S/X, PS4/PS5
- Versione recensita: Steam
- Prezzo (Steam): 14,99 €
A differenza del suo predecessore, Klang 2 segue un approccio meno sperimentale, dando un suo tocco unico al celebre genere dei giochi musicali che negli ultimi quindici anni ha preso il sopravvento sul mercato delle piattaforme portatili, un sottogenere che affonda le proprie radici nel celebre Elite Beat Agents (che approda nel mercato europeo nel 2007).
La peculiarità di Klang 2 consta nel fatto che gli oggetti di gioco non seguono solo il ritmo delle canzoni, ma il movimento del protagonista e degli avversari contro cui combattere durante la storia.
Ad accompagnare la storia di vendetta del protagonista è una variegata colonna sonora elettronica con la collaborazione di artisti rinomati nell’ambiente EDM ed una presentazione grafica curata in tutto e per tutto. Le battaglie sono legate alla musica e prendono lo spazio su schermo che gli elementi di gioco lasciano libero: può risultare pesante per gli occhi, ma è parte dell’esperienza unica che vuole offrire il titolo.
Klang 2: il ritmo è potere divino
La storia narrata da Klang 2 segue le gesta di Klang, il protagonista sconfitto dopo la fine del primo gioco, che dovrà unire le forza con A-Eye, un vecchio nemico responsabile per lo sterminio del popolo di Klang. Il loro scopo è cercare di sconfiggere Sonus, il sovrano che ha tradito il suo popolo assieme ai due personaggi principali.
Una relazione complicata creata dalla necessità reciproca tra i due personaggi: il senso del ritmo di Klang lo rende l’unico in grado di poter compiere la vendetta contro Sonus, ma la cecità lo costringe ad utilizzare gli occhi di A-Eye.
La storia non è il punto focale dell’esperienza, non è complicata o longeva, ed è persino possibile disattivarla, ma è sconsigliato farlo. In questo modo, non sarebbe infatti possibile recuperare un finale interessante e dei bellissimi artwork dei personaggi e del mondo di Klang 2, che arricchiscono considerevolmente l’esperienza.
Le battaglie si svolgono in scenari pieni di colore, che uniscono l’architettura greca allo stile cyberpunk, rappresentando le rovine di una civiltà ormai distrutta dalle ambizioni di potere del suo monarca.
bLiNd non ha lasciato nulla al caso nel design sonoro: gli effetti legati all’input del giocatore e le tracce EDM danno Klang 2 un’atmosfera simile ad un rave party. La colonna sonora è costituita da 30 tracce giocabili piene di adrenalina e beat memorabili, con la partecipazione di celebri compositori come cYsmix e Nhato, per cui, tra modalità normale e veloce, se siete in cerca del punteggio perfetto potrete giocare per ore (ndr, se siete fan della musica elettronica, una colonna sonora di questo calibro non si spesso per un gioco a questo prezzo).
“Torna ad affrontarmi quando ne sarai degno“
Il gameplay di Klang 2 cerca di rompere in modo tutto suo lo schema che i giochi ispirati ad osu! spesso seguono. Sono sempre presenti oggetti da cliccare una volta, oggetti da tenere premuti e movimenti da compiere sullo schermo scorrendo il dito (o premendo l’utile scorciatoia per tastiera e gamepad), e, come ci si aspetterebbe, il tempismo associato a tale azioni è mappato seguendo la struttura della canzone.
Eppure, una volta scontrati con un livello particolarmente ostico, ben presto ci si accorge nel ritentarlo che il piazzamento di tali oggetti molto spesso non è fisso e ripetuto.
Questa è una delle meccaniche di punta del gameplay di questo titolo, ed è una che il gioco inizialmente non comunica in maniera efficace (ndr, tant’è che l’autore della recensione – abituato al tipo di sfida che questo genere di giochi offre – non ne ha notato la presenza prima di completare una porzione significativa delle canzoni offerte dal gioco).
Il posizionamento degli elementi con cui il giocatore deve interagire a ritmo dipende dai movimenti dei nemici da affrontare, ciascuno con i propri pattern di movimento ed attacco.
Questa scelta ha effetti polarizzanti sul gameplay, ma in definitiva non è qualcosa che arrichisce in maniera particolare l’esperienza di gioco. L’idea di differenziare (almeno in parte) ciascun tentativo è interessante, ma lasciare che (ciò che essenzialmente è) un algoritmo faccia delle scelte di level design non è particolarmente efficace.
In parole povere, a causa di questa scelta, il gioco non permette allo sviluppo di diversi livelli di distinguersi in maniera significativa, sia perché può capitare di riconoscere gli stessi pattern in più di una canzone, sia perché il posizionamento procedurale degli oggetti di gioco talvolta non si sposa perfettamente con il ritmo della musica, risultando innaturale o inconsistente. Inoltre, l’attività che pervade lo schermo in diverse delle canzoni più complicate non aiuta.
Il sistema di punteggio valuta i progressi del giocatore in maniera pressochè standard. Per ciascuna canzone viene assegnato un voto tra C, B, A ed S in base alla precisione del giocatore: a tale voto corrisponde un numero crescente di token che vengono aggiunti al totale ottenuto dal giocatore, per un massimo di quattro per ciascuna canzone.
Ottenere una S sblocca anche la modalità veloce per la specifica canzone. La modalità veloce non è particolarmente sorprendente: è possibile giocare lo stesso livello, ma velocizzato, con la prospettiva di potersi aggiudicare quattro token aggiuntivi.
Un’altra nota dolente è il modo in cui il gioco utilizza tale sistema di punteggio. Prima di affrontare ciascun boss ed avanzare la storia, è necessario giocare le canzoni dell’arcade per raggiungere una certa soglia che permetterà di proseguire e sbloccare altre canzoni con cui ripetere il processo.
Fin qui tutto bene, se non fosse per il fatto che il numero di token necessario a sbloccare l’incontro finale costringe il giocatore a completare svariati livelli in modalità veloce (ndr, che è stato seccante per me e molto probabilmente lo sarà per i neofiti del genere).
Questi inciampi, però, non impediscono al gioco di essere divertente, anzi, l’attenzione al dettaglio nell’implementazione dei fondamentali riesce a dare corpo al feel che il gioco vuole trasmettere, nello specifico il modo in cui sono gestiti i controlli, non solo il giocatore ha feedback immediato su ciascuna nota, sono stati adottati degli accorgimenti per rendere più facile reagire allo spostamento continuo degli oggetti di gioco che caratterizza Klang 2.
È possibile giocare con mouse e tastiera, tramite touch screen (se il vostro dispositivo ne dispone) e usando un gamepad (ndr, non abbiamo provato quest’ultima opzione, finire il gioco utilizzando solo il mouse è fattibile, ma il touch screen è decisamente superiore per questo genere di giochi).
Il design dell’interfaccia grafica è efficace e facilmente leggibile, anche con miriadi di effetti grafici che pervadono lo schermo, e gli effetti utilizzati per comunicare lo stato del gioco sono soddisfacenti e belli da vedere. Se dovessero essere troppo per i vostri occhi, il gioco fornisce delle opzioni per ridurre il sovraccarico sensoriale.
In conclusione: una sinfonia rave
Grazie ad un comparto audio ben implementato, una colonna sonora spettacolare e controlli ben pensati, Klang 2 lascia il suo segno nel genere dei giochi musicali, e nonostante alcune imprecisioni si conferma essere un buon partito per gli appassionati che cercano un’esperienza diversa e peculiare nello stile di bLiNd e Tinimations.
I giocatori meno esperti dovranno adattarsi al livello difficoltà in continua crescita per tutta la durata del gioco, ma lo sforzo è parte del divertimento, e una volta inquadrato il ritmo di ciascuna canzone raggiungere la vetta è sempre soddisfacente.