Project Starship X dimostra che squadra che vince non si cambia: nel 2016 infatti il team italiano Panda Indie Studios e eastasiasoft hanno rilasciato sulle maggiori piattaforme Project Starship, uno sparatutto a scorrimento verticale (ndr, anche detti bullet hell o shmup) che ha riscosso un modesto successo.
Oggi il team ritorna con un sequel per il suo titolo di debutto, ed è evidente come dare un’altra possibilità al proprio titolo di debutto sia stata una grande idea. Una colonna sonora movimentata ed accattivante, un comparto grafico che non si fa affatto trattenere dalla pixel art a 16-bit e un gameplay frenetico che vi terrà costantemente sulle spine, mantenendosi comunque accessibile per i meno ferrati del genere, semplicemente fenomenale.
Project Starship X
Project Starship X riprende la celebre formula del bullet hell, rinnovandola con un approccio roguelite e aggiungendo nuove meccaniche, personaggi giocabili ed oggetti con cui potenziare la propria navicella. In maniera simile ad altri titoli che generano proceduralmente i propri livelli, per completare una partita sarà necessario completare una serie di livelli che verranno estratti a caso da un insieme di quattordici complessivi, che verranno sbloccati man mano che il giocatore andrà progredendo nella storia.
Oltre al fatto che prima di completare il gioco, si andrà in game over molte volte, la durata ridotta della partita non è un problema, anzi si presta bene sul fronte della rigiocabilità e rende più facile giocare durante i tempi morti sui mezzi pubblici o sul proprio divano di casa.
Avviare Project Starship X è una gioia per gli occhi. La presentazione a livello visivo e sonoro è piena di personalità, e l’ironia con cui sono presentati personaggi e boss aggiunge un tocco unico ad un cast abbastanza variegato per un gioco con il suo prezzo, con cinque personaggi giocabili (uno dei quali è tanto tentacolare quanto stiloso) e quattordici livelli in cui i nemici e i boss hanno una varietà di stili coerente con il paesaggio.
Project Starship X è un gioco che non vuole prendersi sul serio, e lo humor fa molto, anche se talvolta qualche battuta invecchia presto, ma il gioco mantiene un tono divertito capace di smorzare la tensione anche nelle situazioni più ardue.
La direzione artistica ha fatto molta attenzione ai dettagli, a partire dall’interfaccia grafica. Ogni indicatore è animato e la grafica di contorno è piena di colore e piccoli dettagli, come la comparsa occasionale di un mostro sul gabinetto, una sorta di registro di bordo che trascrive ciò che accade, e il ritratto del personaggio del giocatore che reagisce alle situazioni che si verificano e che si muove in base al movimento della navicella.
Ben più importanti sono i livelli in cui si svolge l’azione in Project Starship X, e i boss da affrontare. Ogni area ha il suo stile, talvolta adottando riferimenti dalla cultura pop, come nel caso dello Space Texas o la galassia anni ’80, con il suo sfondo vaporwave, il bowling spaziale, e la voce registrata che al posto di “Bravo!” dice “Strike!” quando il giocatore sconfigge un’intera orda di nemici prima che sparisca dallo schermo. I livelli e i boss prendono vita grazie ad un livello di cura nella pixel art che ci si aspetta dai grandi nomi del suo genere.
La colonna sonora non è da meno, e nonostante sia ripetitivo sentire le distorsioni alla musica di sottofondo ogni volta che la navicella viene danneggiata, viene attivato l’Overload o si verifica un Mad Event, sinoryu ha fatto un ottimo lavoro, dando ad ogni livello tracce tanto nostalgiche quanto orecchiabili, e rendendo semplicemente epiche le battaglie contro i boss. Non intendiamo fare spoiler, ma vi diciamo solo che la battaglia contro il boss finale è davvero spettacolare.
Abbiamo anche notato la presenza, nelle opzioni, di filtri grafici per aggiungere le famose scanlines tipiche dei vecchi tubi catodici e per rendere i colori dell’intero gioco molto più scuri (ndr, non le ho usate per molto, ma sono un’aggiunta gradita, specialmente quando ci si stanca la vista).
Il gameplay di Project Starship X è di facile approccio, il giocatore oltre alla possibilità di muoversi e sparare ha accesso a delle armi speciali mono-uso ed alla Manovra X, una sorta di scatto verso l’alto che permette di evitare i proiettili nemici per un breve periodo di tempo, ed in alcuni casi è necessaria per dare il colpo di grazia a dei mostri particolari. Se all’inizio può sembrare che questa sia una sorta di manovra d’emergenza, si scoprirà ben presto che servirà del tempo per padroneggiarla ed utilizzare al massimo il suo potenziale.
Un dramma musicale. Klang 2 sperimenta con l'aggiunta di elementi action al genere del rhythm…
Oltre ai comandi direzionali, sono solo due gli input necessari ad utilizzare tutto l’arsenale, una scelta che appare piuttosto opinabile, visto che per utilizzare le armi speciali è necessario premere due volte ed in rapida successione il tasto per la Manovra X.
Perché non aggiungere un altro tasto? Purtroppo al momento non esistono le opzioni per modificare i comandi di gioco. Nonostante questo neo e data la loro semplicità, non risulta troppo difficoltoso abituarsi ai comandi, specialmente dal momento che usando la Manovra X si ha un certo margine di invulnerabilità per utilizzare le armi speciali (ndr, che possono salvare la vostra partita).
Ogni partita si articola in una serie di livelli scelti casualmente, e solo dopo aver completato il gioco diverse volte sarà possibile assistere al finale della storia. Oltre ai numerosi riferimenti ironici, sono nascosti un certo numero di segreti che permetteranno al giocatore di sbloccare nuovi contenuti, più di un finale, e di ottenere oggetti nel corso della propria partita.
Oggetti che oltre ad offrire un certo numero di combinazioni interessanti, hanno l’effetto collaterale di rendere leggermente inconsistente la difficoltà tra una partita e l’altra, ma tale è la natura del genere roguelite, e, in fin dei conti, se non imparate i pattern di tiro dei boss finirete per perdere ugualmente.
Un ulteriore dettaglio è il numero di personaggi giocabili, che in Project Starship X sale a cinque. I due personaggi inizialmente sbloccati sono Garrett Zeppola e Gwen Rossi, di ritorno dal titolo precedente. Insieme a John Johnson (per gli amici JoJo) rappresentano le tipiche classi tarate per un certo stile di gioco.
Ben più interessanti sono Sophie Jefferson, la cui navicella ha statistiche casuali decise ogni volta che inizia la partita, e perfino un personaggio segreto che che verrà scoperto durante le partite (ndr, sono tutti belli da giocare, sia chiaro, ho completato il gioco con ciascuno di loro, anche solo per scoprire le loro espressioni e dialoghi esclusivi).
Quando gli scudi si esauriscono e la navicella incassa il suo ultimo colpo, nulla può evitare il game over. Data la natura roguelite di Project Starship X, completare il gioco può rivelarsi difficile per chi non è esperto del genere (ndr, ma i più esperti non ci metteranno molto). Infatti la modalità normale di gioco è relativamente facile facendo il confronto con altri titoli in un genere famoso per la sua difficoltà, ma il compromesso è il sistema di punteggio.
È presente una classifica online che registra i punteggi più alti dei giocatori, e il modo migliore per ottenere punti è utilizzare il moltiplicatore che il gioco mette a disposizione: ogni volta che il giocatore distrugge un nemico, il moltiplicatore sale di 1, ed i punti ottenuti finché è mantenuto saranno moltiplicati del valore attuale, che scenderà gradualmente quando non il giocatore non sconfigge mostri o guadagna ulteriori punti.
Ed è qui che la sfida di Project Starship X inizia realmente per gli esperti di shmup a caccia del punteggio più alto: nella modalità normale il moltiplicatore arriva ad un massimo di 4, ma la modalità hardcore, sbloccata dopo aver completato il gioco alcune volte, ha un moltiplicatore massimo di 8, al costo di una sfida maggiore, rendendo tutti i nemici più letali.
A rendere le cose più interessanti sono gli oggetti che permettono di attivare l’Overload: uno stato in cui, per un periodo limitato, le armi del giocatore fanno molti più danni e il valore del moltiplicatore può raggiungere il doppio del suo massimo normale, rendendolo una risorsa importante per chi vuole scalare le classifiche.
Se guardando il trailer di Project Starship X ci si lascia distrarre dal suo tono parodico e dai riferimenti a meme e cultura pop, ebbene si commette un grosso errore. Questo gioco è un titolo validissimo sotto ogni punto di vista: uno stile pixel art pieno di colore e curato nei minimi dettagli, una colonna sonora da urlo e un gameplay adatto sia ai principianti che agli esperti di sparatutto a scorrimento.
Non avrà la storia più interessante o piena di significato, ma il gioco parla da sé, e per il suo prezzo, la sua rigiocabilità e la sua personalità, questo gioco è imperdibile sia per gli amanti del genere che per gli appassionati di indie pronti ad addentrarsi nel mondo dei bullet hell, ed è consigliato caldamente di accendere la propria console preferita (ndr, o il vostro PC) e giocare a Project Starship X al più presto.
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