DOOM è eterno.
Era il 1993, un anno dopo il rilascio di Wolfenstein 3D, il precursore degli sparatutto tridimensionali in prima persona. Id Software, con un team di sviluppo guidato da John Carmack e John Romero, rilasciò DOOM per PC, un gioco destinato a cambiare l’industria.
Oltre all’utilizzo innovativo della grafica 3D, ciò che ha reso popolare il gioco è stata la violenza ed il gameplay frenetico. Talmente popolare che, nel bene o nel male, quando si parlava di videogiochiinevitabilmente si sarebbe parlato anche di DOOM.
Uno screenshot da EDGE, creato da uno dei pionieri dei port.
Nel 1997 DOOM e il suo motore grafico erano ormai obsoleti, in particolare a causa di Quake, superiore sotto ogni aspetto. Fu grazie a questa occasione che Bernd Kreimeier, scrittore e ingegnere informatico, raggiunse un accordo con Id Software per rilasciare sotto licenza GNU il codice sorgente della versione originale del gioco, o quasi.
A causa di problemi legali con il codice per la gestione dell’audio, fu necessario apportare varie modifiche; il codice rilasciato il 23 Dicembre 1997 è compatibile con Linux, motivo per cui è anche conosciuto come Linux DOOM.
Neanche un giorno dopo il rilascio del codice, Chi Hoang creò il primo vero port di DOOM con l’intenzione di farlo girare nuovamente su DOS. DOSDoom mirava a riportare il gioco su sistemi Microsoft, e fu il precursore di numerosi port basati su di esso, tra cui EDGE, suo diretto discendente.
DOOM per tutti i gusti
Nonostante i passi avanti dell’industria o le numerose imperfezioni del gioco originale, la comunità creatasi attorno a DOOM era ancora molto attiva, ed il supporto per questo titolo leggendario ancora oggi non cessa di esistere.
I fan hanno creato ogni sorta di modifica: da pacchetti di mappe personalizzate a versioni migliorate o personalizzate del gioco originale, sulla base del codice sorgente originariamente rilasciato nel 1997.
Doomsday Engine mira a mantenere il gameplay originale, optando per una grafica più vicina agli standard moderni.
Nel 1998, Team TNT, già noto per aver rilasciato numerosi pacchetti di mappe (ndr, anche chiamati WAD, nome del formato con cui sono letti dal gioco), rilascia Boom, ad oggi uno dei port più influenti. Lo scopo del progetto è dare al gioco originale un aspetto più professionale, rimuovendone numerosi limiti e bug, ma cercando di mantenere lo spirito originale del gioco.
Altri progetti nello stesso periodo si concentravano sull’aggiunta di nuovi effetti grafici o contenuti affini al più moderno Quake. Team TNT preferì concentrarsi sull’esperienza originale e sull’aggiunta di strumenti avanzati per la creazione di mappe, motivo per cui molti port oggi optano per mantenere la compatibilità con Boom.
Un port più moderno, anche esso inizialmente rilasciato nel 1998, è ZDoom. Creato da Marisa Heit come una fusione di vari progetti per Windows e Linux nativamente compatibile con Boom, ha introdotto importanti novità come la rimozione del limite agli FPS, funzionalità per multiplayer online e miriadi di migliorie al comparto audiovisivo.
Chocolate Doom è una riproduzione fedele dell’originale, probabilmente la più vicina all’esperienza old-school del 1993.
Tuttavia, i nostalgici non intendono lasciare andare l’estetica ed anche alcuni dei difetti della versione originale del gioco, un esempio è Chocolate Doom, un port che riproduce in maniera fedele la grafica ed i bug del gioco originale (tranne alcuni dei più fastidiosi) sui sistemi moderni.
Per ogni dispositivo
Con il rilascio del codice sorgente per Linux, adattare DOOM ad una vasta gamma di piattaforme è diventata un’attività popolare nella comunità di sviluppatori affezionata al gioco.
Talmente popolare da saltar fuori, di tanto in tanto, anche oggi: come nel caso del programmatore californiano Foone Turing, che è riuscito, dopo alcuni tweet goliardici e svariate modifiche hardware, a riprodurre il gioco su un test di gravidanza elettronico che casualmente ha un processore abbastanza potente da poter eseguire il gioco.
Giocare su un test di gravidanza è una soluzione estrema, testimone dell’impegno della comunità nel creare riproduzioni fedeli ed al contempo facilmente convertibili a nuove piattaforme, al punto che la stragrande maggioranza dei dispositivi comunemente utilizzati oggi potrebbe eseguire DOOM.
Alcuni esempi sono gli smartphone e le console basate su Android, ma gli hacker non si fermano ai canali ufficiali. Una consuetudine ormai radicata nella cultura di hacking per console e proprio quella di installare DOOM sulle console violate, dovuta anche alla chiarezza del codice sorgente rilasciato nel 1997.
Non solo programmatori amatoriali, anche le aziende produttrici di console sono interessate a creare la propria versione ufficiale: con le capacità limitate per l’hardware del tempo, cavalcare l’onda del successo di DOOM era un’idea molto attraente, anche perché l’esistenza di un port avrebbe avuto delle implicazioni sulle capacità della propria console.
Un esempio di vecchia data è la versione per Gameboy Advance, tra le prime ufficiali che portano il gioco su una console portatile. Nonostante queste non siano motivazioni convincenti, grazie al supporto dei fan oggi il gioco viene spesso rilasciato ufficialmente su console moderne come Switch o Xbox.