La Taverna di Mezzanotte – Tokyo Stories (Shinya Shokudō) è un manga del 2006 firmato da Yarō Abe vincitore del 39° Japan Cartoonist Awards Grand Prize, e arrivato oggi in Italia grazie alla casa editrice BAO Publishing.
L’opera deve gran parte della sua popolarità alla serie del 2009 tratta dal manga e intitolata “Midnight Diner: Tokyo Stories” , che conta ad oggi su Netflix 2 stagioni da 10 episodi ciascuna (ndr, in Asia è arrivata alla terza stagione, ma è proprio la celebre piattaforma ad aver annunciato nel 2016 di volerne finanziare una quarta), anch’essa premiata al 55° Shogakukan Manga Award.
Ma è proprio nel manga originale La Taverna di Mezzanotte che è possibile cogliere le piccole e preziose chicche che hanno dato vita a questa particolarissima raccolta di storie ambientate a Tokyo, in particolare, in un locale chiamato “Meshiya“ ed il cui gestore rimarrà senza nome, ma definito semplicemente come “Masutā” ovvero “proprietario” (oppure “Chef” o ancora “Master“).
Ogni capitolo de La taverna di Mezzanotte è infatti sia distinto per pietanza proprio come un menù (Würstel rossi, Il curry di ieri) sia organizzato per accentuare lo scorrere del tempo nei vari giorni di apertura della taverna (Prima notte, Seconda notte).
Ogni vicenda si sviluppa in pochissime pagine, come se la lettura dovesse durare proprio quanto una veloce consumazione.
La politica del gestore della taverna è squisitamente semplice: c’è un menù fisso, tuttavia ciascun cliente è assolutamente libero di ordinare la pietanza che preferisce, a patto che il Masutā abbia tutti gli ingredienti necessari per la preparazione (portati anche dal cliente stesso). Non a caso infatti, è possibile riscontrare anche piatti assolutamente lontani dalla cucina tradizionale giapponese.
Un espediente narrativo certo (ndr, anche molto realistico in realtà), che però accentua come da una “banale” ordinazione possa aprirsi tutto un approfondimento legato ai vari e differenti clienti, visti in un momento riservato quale il momento della cena.
Anche la fascia oraria della clientela (mezzanotte-sette del mattino) accentua l’intimità della narrazione, facilitando in un certo senso la presenza di personaggi peculiari.
Il tratto estremamente essenziale del mangaka Abe favorisce poi la semplicità di cui vanta l’esposizione de La Taverna di Mezzanotte: del resto, vedremo ogni protagonista sempre e comunque con gli occhi del gestore (attingendo tutt’al più anche al racconto fatto dagli stessi clienti), il quale in un certo senso non può permettersi di aggiungere dettagli aggiuntivi o particolari che distruggerebbero il realismo complessivo.
E questo basta per coinvolgere il lettore nelle storie brevi ma dalle ricchissime e differenti emozioni (ndr, e dalle tematiche decisamente moderne, considerando anche il periodo della primissima pubblicazione dell’opera, ormai superiore ai 10 anni fa) poiché spaziano dalla commedia al drammatico più intenso.
L’unico protagonista i cui dettagli sono sempre e comunque ben delineati nelle varie tavole (in modo quasi perfino realistico) è il cibo, difatti è l’unico che il Masutā conosce perfettamente e che funge da collante per le varie storie delineate.
Narratore di ogni singola pagina è lo stesso Masutā, che non esisterà spesso e volentieri a rivolgersi direttamente al lettore, per condividere i suoi pensieri e pareri in merito alle vicende raccontateci da lui stesso.
E’ proprio in questo modo che scopriamo come un gestore dall’aspetto apparentemente minaccioso (pregiudizio facilitato dalla sua cicatrice sull’occhio) sia in realtà una persona fortemente empatica, gentile e disponibile.
Sarà lui infatti a facilitare i rapporti tra i clienti abituali, intavolando spesso chiacchierate e conversazioni che intensificheranno le relazioni tra personaggi sempre meno sconosciuti.
Una serie ispirata ad un manga. Tratto dal manga pluripremiato "La Taverna di Mezzanotte", Midnight…
Seppur infatti le storie siano appunto estremamente brevi, il lettore si affezionerà molto facilmente ad uno o più clienti differenti.
Ma non solo: il gestore farà anche da guida nelle sue stesse preparazioni, avvicinandoci sempre di più al contesto narrato, quasi come se ci trovassimo anche noi seduti al Meshiya per cenare in compagnia di tutti loro.
Proprio come il manga da cui è ispirato, anche nella serie Netflix ciascun episodio è rinominato come la pietanza che farà da contorno (è il caso di dirlo) alla vicenda.
Per quanto riguarda le storie presenti nella serie, esse saranno leggermente differenti da quelle apparse ne La taverna di Mezzanotte, eppure, il tratto narrativo è assolutamente identico.
Anche i temi trattati, seppur sviluppati diversamente dalla versione originale (visto che stando al manga potrebbero essere riassunti in un minutaggio talmente breve che non giustificherebbe i 20 minuti proposti da ogni episodio), sono affrontati con la medesima delicatezza, ironia, sensibilità e dolcezza.
In particolare, proprio l’amatissimo Masutā trova nell’attore protagonista Kaoru Kobayashi assoluta giustizia, visto che lo vedremo adoperare molte delle citazioni e riferimenti originali, e farà anche in questo caso da narratore per lo spettatore.
Perfino le espressioni degli altri interpreti sono volutamente esasperate proprio per rendere omaggio alla fortissima espressività presente nel manga (ndr, alcuni personaggi sono assolutamente identici nelle fattezze viste nel disegni). A rompere la quarta parete saranno però tutti i personaggi coinvolti nell’episodio, augurando come piccola ending la buonanotte agli spettatori (Oyasumi-nasai!).
Infine, un piccolo appunto per i lettori: l’intera serie è presente in lingua originale ma con la disponibilità di sottotitoli in italiano, un dettaglio che in realtà non disturba la visione, tutt’altro.
Nel complesso quindi, Midnight Diner riesce brillantemente a trasporre sullo schermo le tavole del manga originario, ma al contempo, stuzzica la curiosità di potersi approcciare all’opera da cui è tratto, come del resto cerca di fare qualunque altro adattamento.
Per adesso, La Taverna di Mezzanotte è disponibile dal 12 luglio esclusivamente nel suo primo volume iniziale (in copertina flessibile e dal formato di 15×21 cm che conta 312 pagine totali) e stando alla suddivisione originale nipponica, conta ad oggi 22 volumi complessivi.
I successivi numeri saranno rilasciati con cadenza semestrale, a meno che non ci siano ulteriori aggiornamenti dalla casa editrice BAO Publishing.
Scrittrice free lance, ammette senza alcun problema di essere appassionata di erotismo, in tutte le sue forme, sfumature e colori. Fate l'amore non fate la guerra, diceva qualcuno. Ebbene, non è poi così male come idea, dopotutto.
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