Videogiochi

Satellaview: la storica periferica satellitare di Nintendo

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Satellaview: uno dei primi tentativi di connettere i videogiochi a internet.

Il Satellaview è stata una periferica accessoria prodotta e rilasciata da Nintendo soltanto nel territorio giapponese per Super Famicom (da “Super Family Computer”, in occidente conosciuto più come SNES), grazie alla collaborazione con la compagnia radiofonica satellitare giapponese St.GIGA, la quale permetteva di scaricare giochi esclusivi in una determinata fascia oraria.

Il Mega Modem fu la prima periferica accessoria a permettere la connessione internet alle console a cui era collegata, in questo caso il Mega Drive. Il servizio annesso si chiamava Meganet e l’abbonamento offriva titoli satellitari inediti per la cifra mensile di circa 800 yen.

Due tentativi precedenti legati a questa forma di tecnologia dell’epoca erano già avvenuti con SEGA tramite il Mega Modem e il SEGA Channel, però con risultati poco proficui a causa dei servizi non sempre esclusivi e dei costi di mantenimento sia per l’azienda che per i clienti.

Tuttavia, Nintendo continuò a mantenere questo percorso extra laddove la concorrenza non era riuscita concretamente.

La storia di St.GIGA

Si trattava di una compagnia radiofonica satellitare, nata inizialmente come filiale della rete televisiva satellitare a pagamento WOWOW; le sue trasmissioni iniziarono ufficialmente nel 1991.

Una delle figure chiave della stazione fu Hiroshi Yokoi, conduttore esperto in madrepatria che aveva avuto già esperienze con altre radio. Yokoi introdusse molte novità inedite nel campo delle stazioni radiofoniche, come è possibile leggere in un sito dell’album St.GIGA Sound of the Earth: “Una radio a misura d’uomo, musica naturale senza pause”.

La trasmissione radio dell’azienda avveniva attraverso il PCM (Pulse-Code Modulation), un formato di segnale in cui l’audio veniva digitalizzato, registrato e trasmesso in onda via satellite. La scritta dice “Sono qui. Sono contento che anche tu sia qua“.

St.GIGA, infatti, trasmetteva musica senza interruzioni grazie allo standard DAB (Digital Audio Broadcasting): per usufruire di questa radio, l’utente doveva sottoscrivere un abbonamento di 600 yen al mese (circa 5 euro) e usare un modem compatibile per la sincronizzazione e ascolto di radio satellitari.

La stazione radio trasmetteva brani di genere jazz e ambient, ma era conosciuta soprattutto per la sua trasmissione “Tide of Sounds” che si occupava di biomusica, ovvero suoni prodotti dalla natura, come ad esempio lo scroscio della pioggia, il sibilo del vento o il suono di un ruscello in una foresta. Alcune volte questi brani erano anche accompagnati da esibizioni vocali di poeti famosi.

Purtroppo, pochi anni dopo alcuni aspetti cambiarono a causa della recessione economica giapponese nel 1994; la crisi colpì fortemente anche le stazioni radio satellitari tra cui St.GIGA e citando testualmente un articolo della rivista Billboard Magazine pubblicato il 23 luglio 1994 :

St.GIGA e altre emittenti radiofoniche hanno trovato difficoltà ad attrarre nuovi abbonati a causa della recessione giapponese poiché ha dissuaso gli investitori, che non vogliono investire soldi in costose antenne per ricevere le trasmissioni satellitari.

E proprio in un momento di instabilità finanzia per il loro settore, l’azienda radiofonica descritta ricevette una visita alla porta decisamente inaspettata.

L’arrivo di Nintendo e del Satellaview

Nel 1994, Nintendo stava sperimentando nuovi sistemi d’intrattenimento per coprire i costi dello sviluppo della propria nuova console di generazione, ovvero il Nintendo 64.

Nel maggio dello stesso anno l’azienda decise di acquistare il 19,90% delle azioni economiche di St.GIGA, diventando così una società partecipata. In poche parole, Nintendo aveva acquisito una fetta della programmazione giornaliera di St.GIGA per offrire un servizio ai propri videogiocatori. La stessa rivista sopramenzionata infatti continua spiegando:

A differenza della normale programmazione di St.GIGA, il nuovo servizio dati offrirà pubblicità a pagamento. Il presidente della Nintendo Hiroshi Yamauchi, riguardo a questa nuova acquisizione, si aspetta di vendere 2 milioni di adattatori all’anno.

Successivamente, il 21 dicembre dello stesso anno, Nintendo annuncia il Satellaview, un add-on hardware da collegare al Super Famicom: il prezzo si aggirava intorno ai 14.000 yen (150 euro) e non solo era necessario avere un abbonamento al servizio offerto da St.GIGA, ma anche un’antenna parabolica per trasferire i dati dal satellite a casa.

Il Satellaview funzionava da modem ed inoltrava l’accesso al canale che trasmetteva al Super Famicon: non aveva bisogno di alimentazione in quanto riciclava energia direttamente dalla console stessa. Inoltre, la periferica poteva ottenere un’aggiunta di memoria RAM opzionale grazie al “8M Memory Pack“, aggiungendo in questo modo ulteriori prestazioni di continuità alla piattaforma.

Insieme alla periferica veniva venduta una cartuccia, chiamata “BS-X: Sore wa Namae o Nusumareta Machi no Monogatari” (ovvero “BS-X: La Storia della Città il cui nome è stato rubato”): si trattava di un menu interattivo graficamente simile al gioco EarthBound, dove i vari edifici rappresentavano i vari servizi offerti.

Nel suo sistema operativo BS-X (acronimo di “Broadcast Satellite-X”) erano presenti una quantità impressionante di servizi tra cui anche giochi inediti e remake. Ad esempio, era possibile scaricare riviste come Famitsu e Nintendo Power leggendole direttamente sullo schermo oppure accedere a piccoli notiziari dedicati al mondo dei videogiochi Nintendo in formato Teletext.

Il servizio era disponibile quotidianamente ad un orario circoscritto, dalle 16 alle 19, dopodiché le trasmissioni di St.GIGA riprendevano regolarmente il proprio palinsesto.

Giocare via satellite

Durante il periodo di tempo giornaliero limitato era possibile scaricare giochi gratuitamente e vista la dimensione dei software (ndr: ormai irrisoria nei nostri giorni) si avevano due possibilità:

  1. Giocare una parte del gioco durante le ore di trasmissione del programma e aspettare la data seguente per la seconda parte del gioco;
  2. Oppure, se si faceva parte dei possessori della edizione deluxe (che conteneva anche una Memory Card da 8 MB), si potevano scaricare le parti del gioco e usufruirne in un secondo momento.

BS F-Zero Grand Prix, uno dei giochi disponibili in esclusiva sul servizio del Satellaview.

I titoli disponibili per questa piattaforma erano 114: alcuni di essi erano dei remake di classici Nintendo, altri invece erano giochi basati sui famosi franchise come Super Mario Bros, The Legend of Zelda, Kirby e F-Zero. Altri titoli invece erano completamente nuovi e mai stati rilasciati prima su cartuccia.

I Soundlink Games

I cosiddetti “Soundlink Games” erano dei giochi particolari sviluppati esclusivamente per il Satellaview. La loro particolarità, che ne riguardava molti ma non tutti, consisteva nella presenza di dati vocali in streaming sincronizzati conosciuti come per l’appunto come soundlink, da cui traevano il nome. Primo esempio tra tutti e tra i più memorabili fu “BS Zelda no Densetsu, che presentava scene completamente recitate.

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A differenza di molti altri giochi Satellaview, i giochi soundlink potevano essere riprodotti solo nelle fasce orarie di trasmissione satellitare a settimana; durante ciascuna, veniva mandato in onda un singolo episodio ripetuto più volte per passare poi a quello successivo la settimana dopo, con una media a gioco di 4 episodi (ndr: con qualche eccezione).

Inoltre, tutti i titoli a tema Zelda, eccetto “The Legend of Zelda: A Link to the Past”, possedevano una narrazione soundlink.

La parentesi di Radical Dreamers

Diversi sviluppatori di terze parti come Squaresoft (ndr: ancora intatta all’epoca dall’unione con Enix), Capcom e Konami appoggiarono il progetto innovativo di Nintendo, tra cui in questo caso non è possibile escludere dalle menzioni speciali: Radical Dreamers.

Il titolo in questione venne sviluppato da Squaresoft esclusivamente per il Satellaview: si tratta di una visual novel a tema sopravvivenza che continua la storia, in modo parallelo e con finali multipli, di Chrono Trigger tramite esplorazione e scelte di sviluppo.

Copertina originale di Radical Dreamers, 1996.

Radical Dreamers è stato sviluppato in tre mesi dallo stesso team di Chrono Trigger e Chrono Cross, ma viene considerato dal director Masato Kato come un gioco “incompiuto“, che ha oltretutto assunto il ruolo di fonte d’ispirazione per Chrono Cross, come dichiarato da lui stesso durante un’intervista per la presentazione del gioco:

“Mi piace la storia di Radical Dreamers, ma l’abbiamo lasciata incompiuta per problemi di produzione. Volevo in qualche modo riprenderlo, ci pensavo ogni giorno.”

A differenza di molti titoli per il Satellaview, Radical Dreamers non fu sviluppato per venir bloccato dopo un certo numero di utilizzi, quindi era possibile salvarlo esternamente su memory card. Squaresoft cercò anche d’integrarlo nella versione Playstation di Chrono Trigger come un easter egg, ma di nuovo il director intervenne e impedì l’iniziativa, non soddisfatto della qualità dell’intento:

“Volevano vendere la cartuccia ROM ad Akihabara. Il team di sviluppo venne a sapere di ciò ed era intenzionato ad inserire tutto Radical Dreamers nel porting di Chrono Trigger su Playstation, ma non gli fu consentito. Anch’io ero contrario: (il gioco) è stato realizzato quattro anni fa circa, e quando leggo la sceneggiatura ora, mi sento imbarazzato.”

Ad oggi, per le ragioni sopramenzionate e la sua assenza di rilascio separato, il gioco non ha mai ricevuto una versione fisica da reperire per gli appassionati di retrogaming.

Fine delle trasmissioni.

Nel 1998, i rapporti tra St.GIGA e Nintendo iniziano a deteriorarsi a causa dei pessimi risultati finanziari della stazione radiofonica satellitare ma non solo: la radio infatti non aveva chiesto la licenza di trasmissione satellitare da parte del governo.

Nel Marzo del 1999, Nintendo interruppe lo sviluppo di nuovi giochi per la periferica come riporta un articolo della CNN:

La società giapponese di videogiochi Nintendo Co. Ltd. ha dichiarato venerdì di aver annullato il progetto per inviare videogiochi e altri dati direttamente a casa via satellite a causa delle discussioni con un affiliato, nota come St.GIGA, che non aveva richiesto una licenza di trasmissione satellitare digitale del governo entro la scadenza di venerdì.

[…] Una piccola emittente di musica digitale e programmazione dati, la St.GIGA, aveva un enorme debito cumulativo pari ad 8,8 miliardi di yen. Il produttore giapponese di componenti elettronici Kyocera Corp. e molti fornitori di contenuti avevano accettato di unirsi a Nintendo e acquisire partecipazioni a St.GIGA una volta ottenuta la licenza.

Nonostante questo, St.GIGA ha continuato a fornire i contenuti del Satellaview proponendo svariate repliche. Purtroppo però, la storia di questa console esotica terminò il 30 giugno 2000 a causa della mancanza di supporto tecnologico di altre società ma anche per la netta diminuzione dei clienti interessati.

Nel menù interattivo della cartuccia venne trasmesso un messaggio d’addio che ringraziava i giocatori.

Per quanto riguarda la stazione satellitare St.GIGA, la sua storia si concluse nel 2001 con la dichiarazione di bancarotta e fu comprata da un’altra società, WireBee Inc., continuando a trasmettere fino alla morte di Hiroshi Yokoi nel 2003.

Col senno di poi, Nintendo ha ritenuto il Satellaview un progetto fallimentare, eppure è odiernamente considerato dagli appassionati di videogiochi uno dei primi esperimenti di gioco online su console ma anche una delle prime periferiche ad aver provato un incrocio interattivo tra giochi e narrazione dal vivo.

Più avanti nei primi anni 2000, molti appassionati della periferica iniziarono la ricerca dei suoi giochi perduti risvegliando così l’interesse per una piattaforma mai rilasciata in Occidente.

 

< Articolo modificato e rimodernato da Leonardo Paccoj >

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Diego Aguirre

Alieno Nerd che ha lavorato dentro un museo di videogiochi sotto copertura. Attualmente si dedica all'esplorazione spaziale alla ricerca della nerdaggine pura. Adora la birra.

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