L’esperienza insegna.
Qualcuno di noi si sarà certamente trovato tra i banchi di scuola a seguire lezioni dedicate alla famosa “educazione sessuale”. Certo, qualcuno, perché strano a dirsi, ma questo tipo di educazione subisce ancora numerosi pregiudizi dettati da bigottismo ed ignoranza.
Eppure, senza una rigorosa educazione sessuale, sono proprio i minori a subire le peggiori conseguenze, poiché ignari di tutta quella serie di rischi e pericoli (malattie veneree, gravidanze, eccetera) che l’atto sessuale può comportare. Perché, diciamolo, il miglior sesso è quello consapevole.
Come dimenticare le risatine in classe, quando una povera ginecologa ci provava a spiegare il funzionamento di un preservativo. Perché sì, la prima reazione spontanea che viene in mente pensando all’educazione sessuale è una risata, pronta alle battute più sconce e piene di doppisensi: del resto, il sesso è bello, il sesso fa divertire, il sesso è un vanto.
Ne sanno qualcosa i pornoattori, che col sesso ci guadagnano. Ma se questa famosa educazione sessuale venisse spiegata proprio dai più esperti del settore, coloro che proprio in merito alla sessualità vengono rispettati ed anzi idolatrati?
La petizione di Rocco Siffredi
Nel dicembre 2015, il celebre “Stallone Italiano” aveva indetto una petizione su Change.org per una bizzarra iniziativa: voleva proporsi come insegnante di educazione sessuale nelle scuole italiane, con tanto di proposta alla (allora) Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
La petizione raggiunse le oltre 30.000 firme in pochissimo tempo, ma il risultato sperato non fu mai raggiunto. Le intenzioni del buon Rocco erano assolutamente onorevoli e non meramente pubblicitarie, infatti in merito aveva dichiarato:
“La pornografia dovrebbe essere intrattenimento ma a causa della mancanza di alternative è diventata un mezzo per imparare, soprattutto per i giovani. […] Faccio il mio lavoro da 30 anni e ho acquisito abbastanza esperienza per garantire che ciò che faccio non è affatto educazione sessuale.”
Parole importantissime, che evidenziano come un film porno non sia assolutamente veritiero, né tanto meno educativo. E dopotutto, chi è la persona più credibile nel dichiarare simili cose?
Ma quello di Siffredi non fu il primissimo tentativo per questo tipo di approccio all’educazione sessuale.
Nel 2013 infatti fece “scandalo” la dichiarazione del preside del collegio The Lays di Cambridge. Il signor Mark Slater infatti ammise senza alcuna remora che avrebbe preso seriamente in considerazione l’assunzione di una porno star per insegnare il sesso nella sua elegante istituzione.
Lezioni di Sessuologia in VR
Tutto vero, avete letto benissimo: nel 2017 la pornoattrice August Aimes fu la protagonista di non solo porno in modalità virtuale (cosa trita e ritrita) ma di un vero e proprio progetto che potesse essere anche un efficace metodo divulgativo alla sessuologia.
L’idea fu infatti battezzata come “Virtual Sexology”, la primissima esperienza in VR di educazione e terapia sessuale, curata dalla compagnia BaDoink.
Le videolezioni permettevano non solo una visione a 360° (favorendo così l’immersione e intimità dei partecipanti) ma erano rigorosamente supervisionate dal sessuologo e terapista Hernando Chaves, il quale ha tratto ispirazione anche da metodi perfezionati e riconosciuti da esperti del settore come William Masters e Virginia Johnson.
Certo, il pubblico a cui simili video erano indirizzati era principalmente formato da adulti, ma l’approccio così realistico e naturale (non meramente d’intrattenimento) ha favorito un’idea positiva e consapevole della sessualità, anche solo per migliorare con serenità e coscienza le performances quotidiane tra partner, senza il mito delle surreali scene registrate in un porno.
I pornoattori su YouTube
Siffredi intanto non si è mai arreso, e all’alba del suo recentissimo canale YouTube (Rocco’s World Official) offre video gratuiti dedicati non solo dedicati alle sue “prime esperienze” esterne al porno, ma anche interessanti approfondimenti proprio in merito alla sessualità, come la problematica della eiaculazione precoce.
Una seconda star del porno che ha deciso di dedicarsi a questa piattaforma è il mitico Johnny Sins, che nel suo canale risponde a tutte le domande dei fan con vlog Q&A, spesso e volentieri focalizzate proprio sul sesso in generale. Non sarà a tutti gli effetti educazione sessuale a livello canonico, ma le sue risposte sincere e immediate fanno facilmente comprendere come l’immagine dei pornoattori sia assolutamente distorta e spesso erronea.
La (quotidiana) controversia
Ma perché non siamo ancora arrivati a simili spiegazioni anche nelle classi di scuola, dove di certo quasi tutti gli alunni minorenni conosceranno perfettamente il porno?
Perché non solo il tutto viene al più censurato e catalogato come male assoluto, ma ad implementare il tutto c’è la consapevolezza da parte dei sex-workers di non poter essere effettivamente degli educatori se il confine tra porno e realtà viene costantemente logorato e anzi superato. Difficilmente infatti una persona comune riuscirà a distinguere lucidamente le due cose, e tenderà ad estremizzare ed idealizzare le sue aspettative sessuali.
Ma se guardando un film horror nessuno di noi sognerebbe mai di fare a pezzi qualcuno con una motosega, è guardando un porno invece che ci mettiamo letteralmente “a nudo”, in tutta la nostra fragilità ed intimità.
Il porno è una fantasia, e bisogna sempre e comunque tenerlo a mente. Da un lato quindi, avere i propri idoli pornografici a ricordarcelo potrebbe davvero essere un’ottima soluzione alla problematica, sostenuti poi da terapeuti specializzati e sessuologi a riconferma del tutto.
Per fortuna, esistono anche produzioni che cercano comunque di divulgare un’educazione sessuale completa e corretta, e ne è un esempio lampante proprio il catalogo Netflix. Troviamo infatti la recente miniserie documentaristica curata da Vox “Sex Explained” e (a modo suo, seppur in approccio hollywoodiano) l’acclamata serie Sex Education. Per chi invece volesse approfondire la figura del pornoattore nel suo lato più privato e biografico, consigliamo la visione della trilogia di documentari After Porn Ends.