Cinema

AJ and the Queen: la serie con RuPaul e le sue drag queen

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La serie perfetta per gli appassionati di RuPaul.

AJ and the Queen è la nuova serie presente sul catalogo Netflix a partire dal 10 gennaio. E sì, c’è la leggendaria mama Ru tra i protagonisti, ma non solo.

Annunciata l’11 maggio 2018, la commedia si sviluppa in 10 episodi da circa un’ora e ci racconterà le mirabolanti avventure della drag queen Ruby Red (ovvero Robert Lee, interpretato da RuPaul) e della sua inaspettata spalla minorenne AJ (l’esordiente Izzy G.).

Tra i produttori della serie figurano non solo lo stesso RuPaul Charles ma anche Patrick King (autore e produttore televisivo di Will & GraceThe Comeback, Broke Girls, e perfino Sex and the City). 

Il tour di Ruby Red

La trama è piuttosto semplice: Ruby Red aveva da tempo risparmiato 100.000 dollari per poter aprire il proprio locale drag con il compagno che, purtroppo, si rivela essere un truffatore.

Sola e senza alcun soldo, la drag queen decide di partire per un tour nei vari stati d’America, sperando così di racimolare altro denaro e poter vincere perfino l’ambito premio come miglior Drag Queen negli USA. 

Al contempo, AJ (una bambina dalla vita problematica) decide di nascondersi nel camper di Ruby per poter raggiungere il Texas e mettere così in atto tutta una serie di piccoli e geniali mezzucci per far soldi.

Il titolo degli episodi infatti nomina sempre e comunque la città dove le due (AJ and the Queen appunto) si trovano durante la tournée, affiancate da personaggi che, per gli appassionati dell’universo RuPaul saranno tutt’altro che nuovi.

Solo drag?

Un’icona del mondo drag come RuPaul non poteva di certo esimersi dall’impreziosire la serie con le ragazzacce viste in pluripremiati show come RuPaul’s Drag Race o All Stars, ad esempio: Latrice Royale, Bianca del Rio, Manila Luzon, Trinity The Tuck, Miss Vanjie e tante altre. In particolare, sono più di 20 a figurare nello show.

Ogni episodio troverà sempre e comunque spazio per un leggendario lip-sync di RuPaul (spesso con proprie autentiche canzoni) e per il cameo (più o meno importante) di svariate drag queen. La domanda sorge quindi spontanea: AJ and the Queen è un tripudio al drag? Certo, ma non solo.

Il mondo drag viene infatti approfondito in modo tanto ironico ed esasperato quanto riflessivo, per poi toccare temi come i pregiudizi di genere, l’omofobia, la disabilità o anche solo il dramma di aver perso la speranza nel futuro.

And what?

Citando infatti una iconica battuta di RuPaul (and what?), vedremo come la serie parafraserà spesso e volentieri frasi e aforismi della celebre drag queen (primo tra tutti, If you don’t love yourself, how in the hell you gonna love somebody else?). Nella serie, il tutto verrà motivato con il vero punto di riferimento di Robert: la mitica Oprah e le sue VHS vintage.

La trama infatti (non complicatissima, ma molto piacevole) troverà certo tantissimi spunti e rimandi al personaggio di RuPaul, eppure, questa serie non è una sua autobiografia. Citando Patrick King in merito:

“Tutti conoscono il personaggio di Ru. Adesso, stiamo dando loro una versione differente.”

Il plot prende infatti grande ispirazione dal film del 1941 Sullivan’s Travels (i Dimenticati): la pellicola parla di un regista travestito da senzatetto (Joel McCrea) e del viaggio intrapreso con una affascinante femme fatale (Veronica Lake). Una brillante reinterpretazione che stavolta vede la storia di una scaltra ragazzina e della sua eterea drag queen. 

AJ and the Queen rappresenta comunque la primissima esperienza di RuPaul come interprete e produttore, ed ha infatti dichiarato:

“Inizialmente ero molto spaventato, ma volevo farlo. Ho avuto una carriera molto, molto lunga. Sono stato molto fortunato, ma se smetti di sfidare te stesso come performer e come umano su questo pianeta, non riesci ad aprirti a nuove idee.”

Un “tentativo” che in realtà risulta essere assolutamente vincente: la serie è sia un degno omaggio alla bravura di RuPaul sullo schermo che un inaspettato viaggio nelle storie dei personaggi (spesso volutamente esagerati e canonizzati per alleggerire i momenti più bui).

Se lo sviluppo della trama potrà sembrare banale o stucchevole per alcuni, ricordiamo che si tratta pur sempre di una serie che, senza tutte quelle parentesi ironiche (ed iconiche), sarebbe crollata nel baratro del dramma e del dimenticatoio senza alcun paracadute.

E’ una serie da guardare tutta d’un fiato, senza soffermarsi troppo a dettagli hollywoodiani ma anzi facendo caso a tutti quegli spunti di riflessione presenti (brevi o lunghi che siano) che nel 2020 sono ancora fondamentali.

AJ and the Queen 2?

Seppur il finale sia estremamente soddisfacente dopotutto (parliamo pur sempre di un epilogo di una commedia leggera e frizzante con qualche nota drammatica), per alcuni potrebbe essere inevitabile il desiderio di un rinnovo per un prodotto che convince ed intrattiene egregiamente.

Al momento, Netflix non sembra essersi espressa in merito (cosa di certo non nuova al colosso streaming), ma quel che è certo è che la serie sta ricevendo moltissimi consensi che potrebbero rendere più concreta la speranza in una seconda stagione. 

 

 

 

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Jolandanta

Scrittrice free lance, ammette senza alcun problema di essere appassionata di erotismo, in tutte le sue forme, sfumature e colori. Fate l'amore non fate la guerra, diceva qualcuno. Ebbene, non è poi così male come idea, dopotutto.

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