Musica

La genesi delle album cover: Joy Division – Unknown Pleasures

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Quando guardi la tua playlist su Spotify oggi, stai guardando l’idea di Alex Steinweiss.

Lo scopo di questa rubrica sarà quello di analizzare il vasto mondo delle copertine, ripercorrendo tutto ciò che un’immagine può raccontare, in questa parte palerò di Unknown Pleasures dei Joy Division.

Era il 1940 quando Alex Steinweiss lavorava come art director per ciò che è oggi la più antica etichetta discografica statunitense, la Columbia Records. Steinweiss notò che vinili venduti erano presentati con una carta per pacchi marrone. Questo packaging neutro e per niente accattivante non stimolava né incentivava il cliente all’acquisto del prodotto.

Così propose di sostituirla con un’illustrazione personalizzata. Inizialmente l’azienda era preoccupata dell’incremento dei costi di produzione, ma dovette ricredersi quando dopo alcuni mesi le vendite discografiche subirono un aumento che superava l’800%. Inizia così una serie di studi che porterà a creare ciò che è oggi la copertina dei nostri CD.

Un artefatto visivo che serve a distinguersi dalla massa e che ha la funzione di colpire il consumatore utilizzando elementi ben distinti come colori, caratteri e le forme delle scritte.

Joy Division – Unknown Pleasures

I Joy Division sono stati una band post-punk inglese nata nel 1977 a Salford, il loro primo debutto avvenne il 25 Giugno 1979 con l’album Unknown Pleasures. Successivamente Rolling Stones lo collocherà al ventesimo posto nella classifica dei 100 migliori album di debutto di tutti i tempi.

La criptica copertina di Unknown Pleasures è stata commissionata a Peter Saville, grafico della casa discografica dei Joy Division. Non è ancora chiaro se l’immagine fu scelta da Bernard Sumner oppure da Stephen Morris. Quello che viene presentato nella copertina sono le onde radio raffiguranti la prima sorgente radio pulsante mai scoperta, chiamata CP 1919.

La criptica copertina di Unknown Pleasures

L’immagine in questione è tratta dal libro The Cambridge Encyclopedia of Astronomy ed è attribuita al radioastronomo Harold Craft, che la realizzò appositamente per la sua tesi di dottorato del 1970 come un modo per visualizzare impulsi più piccoli all’interno di quelli più grandi.

Fun facts: Harold Craft non sapeva, da anni, che l’immagine era associata alla copertina dell’album fino a quando un amico non glielo disse.

Pino Tovaglia – Senza Titolo

Pino Tovaglia fu invece un grafico e accademico italiano, tra tutti i suoi lavori degni di nota in un libro dedicato ai graphic designer Italiani, spicca un’opera che sembra non aver nulla di particolare. Si tratta di una tenda, creata da Tovaglia nel 1970.

“Senza Titolo” di Pino Tovaglia

La tenda bianca è simile a qualcosa di già visto, si tratta dell’immagine prodotta da Harold Craft. Così facendo con 9 anni di anticipo Pino Tovaglia utilizza l’iconica immagine. Purtroppo però non sono reperibili altre informazioni a riguardo, l’opera in questione è stata definita come “Senza titolo” e questo non permette di scoprire come Pino Tovaglia abbia avuto modo di ottenere questa immagine e se ad esempio Peter Saville fosse a conoscenza di ciò.

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Silvio Spina

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