Nella storia dell’informatica fa parte un mondo diventato particolarmente popolare al giorno d’oggi e con quasi cinquant’anni di storia, ovvero il settore dei videogiochi, che ha attualmente raggiunto livelli di fama inimmaginabili rispetto ai tempi dei suoi esordi dopo la crisi di mercato del 1983.
In passato infatti le prime console erano decisamente più distanti dai livelli di tecnologia dei cosiddetti “personal computer” o dai cabinati da sala giochi, soprattutto se si parlava di grafica 3D.
Tuttavia una volta passata l’era 8bit, la rivalità commerciale tra console di nuova generazione portò una nuova ventata di aria fresca all’inizio degli anni ’90, a tal punto che tale periodo vide una rapida corsa al progresso in poco tempo.
Una testimonianza concreta dell’accelerazione competitiva avvenne con l’uscita di un nuovo chip grafico, chiamato “Super FX“, applicato all’interno delle cartucce di alcuni giochi per il Super NES (Super Nintendo Entertainment System, spesso abbreviato in SNES), che avrebbe di lì a poco rivoluzionato il futuro approccio al 3D.
Argonaut Games è stata una casa di sviluppo di videogiochi britannica fiorente tra gli anni ’80 e ’90. Il suo nome deriva da un gioco di parole del nome del fondatore (da J. San a Jason ovvero il nome in inglese di Giasone) e il riferimento al mito di “Giasone e gli Argonauti“.
A quanto descritto da lui stesso, tutto ebbe inizio alla presentazione di un meeting aziendale con Nintendo per mostrare una falla nel sistema di giochi per Gameboy all’azienda proprietaria.
Infatti, la lettura del marchio di fabbrica per copyright permetteva alla cartucce di avviarsi, riconoscendone la licenza dei software, tuttavia ciò avveniva tramite un doppio controllo di background, il quale poteva subire un rimpiazzo tramite hacking su display con qualsiasi altro marchio, non riconosciuto come intruso.
A seguito della scoperta (ndr: comunque amara per loro), Nintendo iniziò a valutare le capacità di Argonaut e chiese una dimostrazione delle loro abilità di sviluppo tecnologico. Il team mostrò volentieri una demo di un software sviluppato “per NES in 3D” dal nome in codice NESGlider, chiaramente inspirato dal loro primo titolo della serie “Starglider”.
Impressionata delle abilità tecniche del gruppo di sviluppatori, Nintendo gli introdusse il prototipo del futuro Super Famicom (nome giapponese dello SNES) utilizzando la demo di un software dal nome in codice “Pilotwings”, che rappresentava un loro primo tentativo di approccio alla grafica 3D.
Essendo ormai la vecchia console agli sgoccioli, la nuova richiesta dell’azienda nipponica fu quella di portare NESGlider dalla console precedente alla successiva.
Tale processo venne ultimato in una settimana poco dopo il Consumer Electronics Show, tenutosi nel 1990 a Chicago, in Illinois. A prodotto terminato, Nintendo ancora non era soddisfatta dei risultati raggiunti (ndr: anche da loro stessi in precedenza); di conseguenza il CEO di Argonaut colse l’opportunità e propose di farsi ingaggiare per creare un un chip grafico, apposito da inserire nelle cartucce, per aumentare le prestazioni 3D della console.
“Gli dissi che quello era il meglio che si poteva fare, a meno che non volessero creare una sorta di hardware integrato per rendere lo SNES migliore con il 3D. Incredibilmente, nonostante non avessimo avuto (come team) molto a che fare con gli hardware prima, mi risposero di SÌ e mi diedero un milione di dollari per metterlo in atto.
-Jez. San, fondatore di Argonaut Games”
Nintendo accettò la proposta ed insieme formarono un’azienda specificatamente per lo sviluppo di tale chip, A/N Software Inc., presso la sede americana di Nintendo.
Nacque così il primo chip di accelerazione grafica 3D e uno dei primi processori RISC (Reduced Instruction Set Computer, ovvero un processore per semplificare gli input ricevuti) mai creati: prese il nome di “MARIO” (ndr: con molta ironia, lo riconobbero anche loro), derivato da un cosiddetto “acronimo inverso” (un acronimo le cui lettere iniziali formano il significato di una parola già esistente), ovvero “Mathematical, Argonaut, Rotation & Input/Output“.
Bowsette: una principessa esotica dalle origini spinose. Molti già lo sapranno, ma internet è un…
Alla fine, l’unione delle forze creative di Shigeru Miyamoto e del suo team con la guida al lato tecnico di Argonaut Games (tra cui alcuni membri quali Ben Cheese, Rob Macaulay e James Hakewill) portò inconsapevolmente alla nascita di un nome importante per la casa rossa di Kyoto.
Il primo titolo della futura serie dal nome Star Fox uscì nel 1993, rispettivamente a Febbraio in Giappone e a Marzo in America, arrivando invece in Europa a Giugno dello stesso anno con il nome “Star Wing” a causa di un problema di licenza legale.
Poiché in alcune lingue europee, come il tedesco o l’olandese, la lettera “V” è pronunciata come una “F“, ciò avrebbe comportato problematiche di compatibilità e copyright riguardanti un’impresa tedesca chiamata appunto “Star Vo“.
StarFox è un titolo nato in produzione come “Starglider 3“, ovvero il sequel della popolare serie Amiga per PC di sparatutto spaziali creata da Argonaut.
Dal punto di vista di design, il team di Nintendo si occupò di sceneggiatura, personaggi e aspetti della storia, tuttavia Argonaut scese a compromessi anche con i livelli che vennero resi più lineari e “adatti a nuovi giocatori” con un approccio arcade, abbandonando quindi controlli più complessi, la mobilità libera e una prospettiva strettamente simulatoria. Nonostante questo, l’esperienza ne uscì in maniera eccellente per il genere di gameplay.
Da un punto di vista tecnico invece, tramite l’uso del chip, rinominato successivamente “Super FX” da Nintendo stessa, il gioco divenne uno dei cavalli di battaglia ed elemento che differenziava i software del Super NES dalla concorrenza, grazie alla possibilità di elaborare più velocemente i poligoni e rendere avanzate le grafiche 2D in una prospettiva simil-3D.
Purtroppo, a causa degli alti costi di produzione non pianificati per questa nuova tecnologia (ndr: d’epoca, si intende), il microprocessore portò ad un rialzamento di listino dei prezzi e ad una diminuzione dei software coinvolti all’utilizzo, che a loro volta però non intaccarono il valore di mercato della console su cui adoperavano.
Il successo del Super FX portò non solo ad una sua riedizione iniziale (GSU-1, acronimo di Graphics Support Unit-1) dal modello base (M.A.R.I.O.), ma anche una sua nuova versione migliorata, ovvero il “Super FX II” (GSU-2).
Inoltre le cartucce, a causa dell’ingrossamento interno del processore per i miglioramenti tecnici, occuparono anche due spazi laterali inutilizzati per i contatti alla porta di uscita, rendendoli incompatibili all’inserimento di adattatori, anche quelli per i cheat.
Tra i titoli che poterono sfruttare questa nuova iterazione si trovano lo sfortunato Star Fox 2, che non venne mai rilasciato ufficialmente (ndr: prima del 2017 come 32esima esclusiva bonus all’interno del “Super NES Mini”), il port di Doom sempre per SNES, che non aveva nulla da invidiare alla controparte per PC, e una perla tra le più famose nel parco titoli della console ovvero: Super Mario World 2: Yoshi’s Island.
Infine, Argonaut Games continuò la propria collaborazione per tutto il ciclo di vita del Super NES, poi sviluppando nuovi ulteriori chip grafici commissionati su prodotti videoludici di altre aziende come ad esempio Philips, Apple o addirittura la Hasbro, ma anche un software per Playstation, prima della definitiva chiusura dei battenti.
< Articolo riscritto, ma originariamente pubblicato da Diego Aguirre >
Collezionista, appassionato di videogiochi, internet, meme, tecnologia e molto altro. Non lascio da parte l'attività fisica e mi tengo in forma. Ancora studente ma a quanto pare adesso anche Capo-redattore. Io non l'avrei mai immaginato... e tu?
Nanowar of Steel a Etna Comics 2024 Il prossimo giugno, il palco di Etna Comics vibrerà di… continua a leggere
Durante Etna Comics 2024 si accenderanno i riflettori su Supersex, la serie ispirata alla storia e alla carriera… continua a leggere
Francesco Centorame, il giovane attore noto per i suoi ruoli sia in televisione che al… continua a leggere
Questo sito utilizza i cookie:
Leggi di più