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Dogecoin: storia della criptovaluta del momento

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Quando i memes hanno valore (davvero).

In questo ultimo periodo, il mondo delle criptovalute sembra essere sulla bocca di tutti, minatori (ndr, esperti di “mining”, ovvero di acquisto e vendita di criptovalute) e non.

In particolare, una delle criptovalute che ha suscitato più interesse è quella del Dogecoin (DOGE), una valuta in realtà creata per mero scherzo, ma che col tempo, ha acquistato sempre più valore. Ma cos’è il Dogecoin e come è stato possibile un simile incremento nella capitalizzazione di mercato?

La nascita del doge….

Icona e simbolo del Dogecoin è l’emblematico cane shiba ribattezzato “doge” (ndr, da “dog”) e riadattato in centinaia di migliaia di memes presenti online. Il meme del Doge in realtà trae origine da una foto del maestro d’asilo giapponese Atsuko Sato, ovvero il padrone della cagnolina chiamata Kabosu (ndr, wow, she’s a beautiful girl) fin dal 2008.

Ma Sato decise nel 2010 non solo di immortalare Kabosu in numerose foto, convinto anche dalla massiccia presenza di immagini online dedicate alla razza canina shiba, ma anche di dedicare al proprio cane un intero sito web. Sato condivise sul sito anche la storia di Kabosu: proveniva infatti da un allevamento di cani shiba in cui era prassi uccidere i cuccioli, ragion per cui scelse di adottarla.

L’originale scatto di Atsuko Sato.

Il 23 febbraio del 2010 il buon Sato cambiò (involontariamente ma) per sempre la storia di internet, pubblicando sul sito l’iconico scatto che ritrae Kabosu a zampe conserte, e con l’espressione pacata e composta che l’ha resa una dei memes più apprezzati di internet.

Nell’ottobre del 2010 infatti, un utente di Reddit decise di condividere la foto sulla piattaforma, dandola letteralmente in pasto al web e cristallizzando così l’immagine di Kabosu contornata da frasi estremamente semplici e brevi ma tutte rigorosamente in Comic Sans. 

Solo nel 2013 però venne ufficialmente coniato il termine inventato “doge“, ufficializzato anche dal suo specifico subreddit.

… e del dogecoin

Mentre il meme del doge spopolava sul web, nel 2013 il signor Jackson Palmer, minatore di cripto alle prime armi, decise di twittare un insolito consiglio finanziario: “investite nel Dogecoin, sono abbastanza sicuro che sarà il prossimo colpaccio”.

Peccato che all’epoca non esistesse (ancora) alcuna criptovaluta con quel nome, e Palmer volesse semplicemente fare una battuta in merito alle criptovalute, menzionando un meme molto in voga in quel periodo.

Eppure, non pensò lo stesso il popolo di internet, che prese talmente sul serio il progetto “dogecoin” da incentivare Palmer a creare il sito dogecoin.com che in poco più di un mese raggiunse un milione di visite.

Ma per creare concretamente il Dogecoin, Palmer venne contattato da Billy Markus, ingegnere di IBM intenzionato a creare una criptovaluta che fosse di facile utilizzo (soprattutto per chi non masticava facilmente il mining o l’informatica in senso più stretto) per poter competere con cripto più complesse. Markus rimase infatti molto colpito dall’ironia intrinseca del doge, nonché dalla sua forte popolarità.

I due creano così ufficialmente il Dogecoin l’8 dicembre 2013, dando inizio anche ad una delle community più affezionate e fedeli del web, i cui membri sono tutti riuniti nel subreddit r/dogecoin anche noti come dogeArmy.

In realtà, il DOGE non aveva assolutamente nulla di innovativo o particolare rispetto a tante altre cripto precedenti, il che avrebbe reso sempre più difficile il suo ingresso sul mercato, eppure, riuscì a colpire proprio per l’essere riuscito ad unire due mondi diametralmente opposti: quello dei memes e quello delle criptovalute.

Il dogecoin originariamente infatti veniva adoperato quotidianamente come “mancia” su Reddit per piccole donazioni ai creatori di post particolarmente interessanti.

Wow, such capitalization

Per incrementare il valore della criptovaluta (e renderla così più appetibile a futuri compratori), nel 2014 furono organizzate tutta una serie di raccolte fondi, grazie alla Dogecoin Foundation:

  • A gennaio, furono donati dalla comunità 27 milioni di dogecoin (circa 25.000 dollari) alla squadra di bob giamaicana per permetterne la partecipazione alle Olimpiadi di quell’anno;
  • A marzo, per la Doge4Water, furono raccolti 11.000 dollari per costruire un pozzo d’acqua in Kenya.

Sempre nello stesso anno poi, il Dogecoin figurò come sponsor del pilota della NASCAR Josh Wise.

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Il 2014 rappresentò l’anno per eccellenza del DOGE, dove raggiunse il valore di capitalizzazione di ben 60 milioni di dollari.

Eppure, nel 2015, il DOGE si macchiò di una losca vicenda: Alex Green, ex CEO di Moolah (società che si occupava di distribuire i DOGE nel Regno Unito), dopo una serie di ingenti donazioni (alcune, a detta sua, “erronee”) di dogecoin per svariate campagne di crowdfounding e “mance” su Reddit, si rivelò essere in realtà Ryan Kennedy, accusato di aver rubato circa $ 1,8 milioni di Bitcoin dall’exchange (ndr, intermediario per l’acquisto) di criptovalute MintPal nonché di stupro. 

Lo stesso Markus decise di vendere tutti i propri DOGE poiché voleva distaccarsi dal progetto ormai divenuto sempre più lontano dalla sua idea iniziale, riuscendo così ad acquistare (come ha recentemente dichiarato proprio sul subreddit dedicato alla cripto) una Honda Civic usata.

Ciononostante, la community non ha mai abbandonato il DOGE, cercando costantemente di riportare la criptovaluta sulla cresta dell’onda, ragion per cui la cripto è stata anche ribattezzata come “moneta del popolo”.

Nel 2020, degli utenti su Tik Tok crearono la #DogecoinTikTokChallenge per incentivare le persone ad acquistare 25$ di DOGE per ottenere così ben 10.000 dollari: si cercava infatti di portare il valore della cripto più vicino possibile al singolo dollaro. Non si raggiunse mai l’obiettivo finale, ma il DOGE ebbe un incremento del 20%.

La più recente campagna (iniziata qualche anno prima ma riattivata nel gennaio 2021 per sfruttare la popolarità del caso “GameStop“) è intitolata invece “Dogecoin to the moon“, ovvero un gioco di parole con la frase di gergo comune nel mining “to the moon“, in riferimento all’aumento di prezzo esponenziale di una determinata criptovaluta (fino “alla luna“, per l’appunto).

Il Dogecoin nel 2021

Lo scorso 7 febbraio 2021, Dogecoin ha avuto un balzo del 31% raggiungendo un valore record di $ 0,083745. Tutto avrebbe avuto origine dal crescente interesse di Elon Musk nei confronti della criptovaluta, interesse che ha largamente dimostrato su Twitter (in realtà fin dal 2019 ma soprattutto nelle ultime settimane).

Dopo aver infatti condiviso numerosi memes dedicati al doge, Musk ha creato il 6 febbraio un sondaggio dove chiedeva agli utenti quale sarebbe stata la futura criptovaluta della terra. Le opzioni erano solamente due:

  • Dogecoin to the Moooonn;
  • Tutte le altre cripto combinate insieme.

La prima opzione ottenne una schiacciante vittoria (oltre il 70%) e così, qualche giorno dopo, Musk ha pubblicato perfino un video “divulgativo” dedicato interamente alla criptovaluta per poi dichiarare di aver lui stesso acquistato Dogecoin per suo figlio.

Il trend del Dogecoin ha investito parecchi personaggi pubblici su Twittter,  tra cui perfino Snoop Dogg, che si è limitato a taggare Elon Musk su Twitter in un meme che vedeva il rapper ritratto come “snoop doge“.

Il 15 febbraio però, il valore è sceso di ben il 23% dopo che Musk sempre su Twitter avrebbe detto di non giudicare i maggiori acquirenti di DOGE ora intenti alla vendita, poiché non condivide la distribuzione della cripto. Si riferiva infatti al dettaglio (non trascurabile) che vede nel DOGE una delle distribuzioni più diseguali tra le criptovalute odierne: infatti, il 28,7% è detenuto da una sola persona, mentre solamente 12 utenti posseggono quasi il 50% del totale.

Al momento, è possibile acquistare Dogecoin tramite svariati exchange,  come ad esempio Binance, Kraken, Bitpanda (ndr, ricordiamo che non si tratta di un consiglio finanziario bensì di semplice divulgazione).

 

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Jolandanta

Scrittrice free lance, ammette senza alcun problema di essere appassionata di erotismo, in tutte le sue forme, sfumature e colori. Fate l'amore non fate la guerra, diceva qualcuno. Ebbene, non è poi così male come idea, dopotutto.

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