Capitolo 1: Anime Girls e come chiamarle in perfetto stile Weeb
Quello del weeb è uno stile di vita. Leggere manga, guardare anime, collezionare action figures, dimenarsi in preda a spasmi di goduria davanti ad un onigiri, portarsi a letto la propria waifu in versione cuscino oversize, sollazzarsi guardando suddetta waifu ricevere le attenzioni di altri uomini nei prodotti offbrand a lei dedicati, persino usare termini giapponesi nel parlato di tutti i giorni, sono prerogative comuni di qualsiasi weeb che si rispetti.
Se siete arrivati su questa pagina, quindi, è possibile che facciate orgogliosamente parte di questa comunità di fan del Sol Levante, oppure che ne siate semplicemente incuriositi e ne vogliate sapere di più. Qualunque sia il caso, conoscere il significato di determinate parole può fare la differenza. O forse no, ma sempre meglio saperlo.
Perciò, in questa breve guida episodica cercherò di elencare alcuni termini frequentemente usati in anime e manga, illustrandovi il significato e portandovi anche qualche esempio per chiarire. E si parte subito parlando di quella cosa che piace tanto ai maschietti…

La trama, ovviamente.
1) Meganekko
Immancabile in ogni opera fumettistica e di animazione giapponese, senza eccezioni. Derivante dai termini giapponesi megane (“occhiali”) e ko (“ragazza”), il termine indica appunto le ragazze che indossano gli occhiali. Solitamente associate a un carattere tranquillo e riservato, spesso abitano solitarie in quell’angolino della classe mentre si nascondono dietro ad un libro nella cui lettura sono completamente immerse.

Tsubasa Hanekawa(Monogatari Series): Uno sguardo malizioso dietro due grandi lenti.
Talvolta invece sono al centro dell’attenzione, come carismatiche presidentesse scolastiche, provocanti professoresse o pragmatiche assistenti dei personaggi principali. Sono anche quanto di più vicino a una rappresentazione realistica della popolazione femminile giapponese, il che le rende particolarmente apprezzate dagli spettatori per via del moe suscitato dagli occhiali. E anche dalle eccezionali curve di cui (quasi sempre) dispongono.
2) Majokko
Detta anche maho shojo (letteralmente, “ragazza maga”), le majokko sono ragazze adolescenti o preadolescenti (sì, quelle che fanno venire freddo ai polsi) che, per loro vocazione, poteri speciali o anche solo per puro caso, si ritrovano a dover combattere contro criminali, mostri o alieni tentacolari che minacciano di distruggere la Terra.

Diversi stili di majokko in Pretty Cure.
Queste stesse ragazzine, spesso grazie all’aiuto di oggetti magici o pucciosi animaletti extraterrestri, si trasformano nella loro tenuta da battaglia, solitamente un vestito color pastello (in tinta con gli occhi e/o i capelli del personaggio) decorato da nastri, fiocchetti e lustrini. Esempio lampante è quello delle guerriere Sailor dell’opera Sailor Moon, che ha riscosso e riscuote tuttora un gran successo in tutta Italia.
3) Dojikko
Goffa, maldestra, impacciata, ma tanto tanto “Kawaii!” , una dojikko (da doji, “guaio”) è essenzialmente una ragazza imbranata. Incidenti, capitomboli e cadute sono una routine quotidiana per questi personaggi, a cui compensano con un’apparenza adorabile e un carattere spensierato e quasi infantile.

Una sbadata Isla da Plastic Memories.
E’ proprio a questo contrasto che è dovuta la popolarità di queste ragazze, che si possono ritrovare in opere sia comiche (data la naturale goffaggine) che sentimentali, come eroine impacciate nella loro vita amorosa, e perfino in quelle d’azione, principalmente come fonte di incidenti con il protagonista nonché di fanservice.
Weeb di tutto il mondo e adepti al culto di Elon Musk sapranno già perfettamente di cosa si parla, ma per tutti gli altri, una spiegazione è d’obbligo. Con il termine nekomimi (da neko, “gatto” e mimi, “orecchie”) vengono indicati quei personaggi dotati di particolari caratteristiche fisiche, quali coda, orecchie e, talvolta, zampe da gatto.

Rem Galleu (How Not to Summon a Demon Lord): Orecchie soffici, coda ondeggiante e un carattere feroce.
Sono la specie più famosa del gruppo delle kemonomimi (da kemono, “animale”), ritratte come avvenenti fanciulle dai movimenti graziosi e dalla presenza elegante come i felini che rappresentano. Il loro aspetto e comportamento adorabile è il loro punto forte; tuttavia, anche altre caratteristiche vengono apprezzate; ad esempio la sensibilità di orecchie e coda, un cliché ampiamente sfruttato nelle opere erotiche.
5) Osananajimi
Terminiamo il nostro appuntamento con il pezzo forte di oggi. La osananajimi è la classica amica d’infanzia presente in qualsiasi harem degno di nota: carina, gentile, benvoluta, conosce il protagonista meglio di chiunque altro e finisce per provare qualcosa di più della semplice amicizia. Spesso si dimostra gelosa e possessiva nei suoi confronti, entrando così in conflitto con i suoi altri possibili interessi amorosi.

La dolce Sohara da Sora no Otoshimono. Quasi non riesco a credere che abbia un colpo di karate letale.
Reprime i suoi sentimenti per il personaggio maschile per paura di essere rifiutata, il che la rende fragile a tal punto da alimentare il desiderio degli spettatori di proteggerla. Per questo motivo è una delle tipologie di ragazze più apprezzata, nonché quella che ogni weeb, sotto sotto, spera riesca a vedere i suoi sentimenti ricambiati.
Sigh.