Il consiglio di stato ha multato il sito di recensioni TripAdvisor, perché non può garantire la veridicità delle recensioni che pubblicano gli utenti e quindi non può vantare “recensioni vere e autentiche” delle quali le persone si possono fidare.
Per questo e altri claim il sito ha ricevuto una multa di 100.000 euro dal Consiglio di Stato (sezione SEZIONE 6, numero provv.: 201904976).
Il sito ha replicato la sentenza del consiglio di stato tramite una nota ufficiale
“Milioni di consumatori italiani si fidano di TripAdvisor: la loro personale esperienza nell’utilizzo del sito ha dimostrato loro che è utile e accurato. Niente nella sentenza indebolisce questo fatto. Il Consiglio di Stato ha confermato che non ci sono prove che TripAdvisor abbia ingannato i consumatori e non solo non richiede a TripAdvisor di cambiare alcunché sul sito ma l’unica azione richiesta è da parte dell’Antitrust, che deve ora restituire l’80% della multa che ci aveva ingiustamente imposto nel 2014”

Il comunicato continua descrivendo l’importanza di TripAdvisor per gli utenti italiani
“Siamo davvero orgogliosi – si legge nella nota di TripAdvisor – della community che abbiamo costruito negli ultimi 19 anni. Le recensioni e fotografie sincere hanno reso la pianificazione dei viaggi più facile che mai e hanno aiutato milioni di viaggiatori nel mondo a fare i migliori viaggi possibili. Secondo uno studio recente su come gli utenti del sito utilizzano le recensioni, il 91% degli italiani intervistati ha affermato che le recensioni di TripAdvisor sugli hotel riflettono accuratamente la loro esperienza e il 93% che le recensioni dei ristoranti riflettono accuratamente la loro esperienza. Non diamo per scontata questa fiducia: investiamo una ingente quantità di risorse e persone per proteggere il sito da recensioni non autentiche e il nostro team è molto efficace nell’individuare i tentativi di frode.
La sentenza dell’anno scorso del Tribunale di Lecce – continua la nota – è un chiaro esempio del nostro forte impegno nel combattere le frodi: costituendosi parte civile, TripAdvisor è stato determinante nel procedimento contro un individuo che aveva tentato di scrivere false recensioni, inclusi la condivisione delle prove raccolte dal nostro team interno di investigazione frodi e il supporto legale fornito dai nostri consulenti italiani.
Inoltre, dal 2016 abbiamo intrapreso azioni contro più di 100 società di recensioni a pagamento in tutto il mondo per fermare le loro attività e adottiamo misure severe per penalizzare le strutture sorprese a utilizzare tali servizi per ingannare i consumatori.
Per quanto riguarda l’anonimato delle recensioni, lo permettiamo sul sito perché riteniamo sia importante rispettare il diritto alla privacy dei nostri membri. Come nelle elezioni dove non è richiesto di scrivere il proprio nome sulla scheda di voto, crediamo che dare la possibilità alle persone di condividere in forma anonima le proprie opinioni fornisca un forum più idoneo a ricevere feedback onesti e senza il timore di ritorsioni. L’utilizzo di uno username online è un principio riconosciuto in questo ambito, impiegato da molti social network e noi non facciamo eccezione. Tuttavia, su TripAdvisor – conclude la nota – i visitatori possono vedere le informazioni di qualunque recensore, come dove è basato, quante recensioni ha scritto, quali luoghi ha visitato, quanti voti utili ha ricevuto dalla nostra community e spesso la foto stessa del recensore”.
Non è la prima volta che TripAdvisor viene multata, nel 2014 l’Antitrust aveva multato TripAdvisor per 500.000 euro per pratica commerciale scorretta che consisteva nella “diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni”.